Diritti

Di cosa si occuperà la Commissione Antimafia?

Focus sulle infiltrazioni mafiose negli appalti e nelle opere collegate al Pnrr, ma non solo: anche sulle “nuove forme di criminalità organizzata di tipo mafioso connesse all’immigrazione”
Credit: Alberto Lingria/Xinhua via ZUMA Press.
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17 marzo 2023 Aggiornato alle 09:00

Anche la diciannovesima legislatura avrà una Commissione parlamentare Antimafia, dopo l’approvazione del Senato della proposta di legge che istituisce una bicamerale d’inchiesta “sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere”. L’organo sarà composto da 25 senatori e 25 deputati e sarà guidata da un Presidente , affiancato da 2 Vice.

L’istituzione di una Commissione di inchiesta non è una novità: la prima bicamerale dedicata alla criminalità organizzata è stata creata nel 1962. In sostanza, si tratta di un organo che viene costituito all’inizio di ogni nuova legislatura. Rispetto al passato, però, questa Commissione parlamentare Antimafia dovrà occuparsi di nuove tematiche, a partire dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Pnrr

La proposta di legge approvata definitivamente dal Parlamento affida alla bicamerale d’inchiesta il compito di “accertare le modalità atte a difendere dai condizionamenti mafiosi” il sistema di affidamento degli appalti e dei contratti pubblici e della realizzazione delle opere, con “particolare riferimento” all’attuazione dei progetti previsti dal Pnrr.

La Commissione parlamentare dovrà monitorare i “meccanismi di sviluppo e attuazione” del Piano per verificare “l’assenza di anomalie sintomatiche di infiltrazioni mafiose e massomafiose”, oltra a valutare “l’adeguatezza” delle norme per la tutela delle imprese e dell’”economia legale”. L’organo avrà il compito di proporre “soluzioni ritenute utili” per prevenire e impedire “l’inquinamento mafioso”.

Per svolgere queste e le altre attività, la bicamerale d’inchiesta potrà contare su 300.000 euro l’anno, risorse che sono a carico dei bilanci interni di Camera e Senato.

Come accaduto nelle scorse legislature, la Commissione parlamentare Antimafia avrà la possibilità di fare audizioni, richiedere atti e documenti, nonché costituire comitati interni che potranno svolgere focus su specifici temi. Alla fine di ogni anno l’organo dovrà presentare una relazione al Parlamento.

Mafie straniere

L’organo avrà il compito di valutare “natura” e “caratteristiche” delle “nuove forme di criminalità organizzata di tipo mafioso connesse all’immigrazione”, a “nuove popolazioni residenti” e a “specifici contesti sociali, economici e culturali di formazione più recente” in Italia.

La nuova Commissione Antimafia dovrà approfondire la “conoscenza” delle attività criminali, con particolare riguardo “all’infiltrazione all’interno della comunità nigeriana”, dedicando attenzione “allo sfruttamento di donne e minori”.

Ma non solo: l’organo indagherà riguardo l’esportazione di capitali verso Stati esteri “attraverso canali di trasferimento di denaro regolari o irregolari” e si occuperà del settore manifatturiero cinese con “attenzione allo sfruttamento del lavoro clandestino e alla sicurezza nei luoghi di produzione”. In questo ultimo caso, si fa esplicito riferimento a “alcune zone della Toscana tra Prato e Firenze” dove il settore manifatturiero cinese è “particolarmente radicato”.

La proposta di legge attribuisce alla bicamerale d’inchiesta il compito di valutare la “penetrazione nel territorio nazionale e le modalità operative delle mafie straniere e autoctone” e, se “necessario”, individuare norme per contrastare questo tipo di organizzazioni.

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