Ambiente

La Terra nasconde 9.000 specie di alberi sconosciute

Lo dice uno studio internazionale durato 3 anni, coordinato dal biologo italiano Roberto Cazzolla Gatti: «La maggior parte degli arbusti ignoti si trova in Sud America: un terzo di questa flora è rara e va protetta»
Credit: Jason Leem
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
2 febbraio 2022 Aggiornato alle 07:00

Quante specie di alberi ci sono sulla Terra? Più di 73.000. Quante, tra queste, devono ancora essere scoperte? 9.200.

The number of tree species on Earth (Il numero di specie di alberi sulla Terra) è la prima stima mai realizzata a livello mondiale sulla ricchezza arborea del nostro Pianeta. Frutto di uno studio internazionale di 3 anni, pubblicato sulla rivista scientifica americana Pnas, organo ufficiale dell’Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti d’America, ha rivelato il 14% di specie in più del previsto.

Le foreste tropicali, tra i polmoni verdi più colpiti dal cambiamento climatico e dalla deforestazione, sono quelle che nascondono, più delle altre, quelle specie ancora oggi sconosciute. Il totale delle specie esistenti al mondo sono distribuite così: il 43% si trova in Sud America. Seguono l’Eurasia (22%), l’Africa (16%), il Nord America (15%) e l’Oceania (11%). Gli oltre 150 ricercatori internazionali che hanno lavorato allo studio, tra cui Roberto Cazzolla Gatti, professore associato in Diversità e conservazione biologica presso il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna, scrivono che “le nostre stime potrebbero essere ancora resoconti incompleti della ricchezza delle specie arboree continentali e globali, in particolare nella zona sudamericana”. Un terzo di questa flora potrebbe essere molto raro, limitato a zone molto piccole del Pianeta, cosa che denota la fragilità della biodiversità delle foreste.

Le 73.274 specie esistenti formano «un puzzle che ha pezzi sparsi in tutto il mondo» ha dichiarato a Forbes uno dei co-autori dello studio, Jingjing Liang, professore associato di Ecologia quantitativa delle Foreste alla Purdue University, nell’Indiana, «e ogni dato proviene da qualcuno che va in un bosco e misura ogni singolo albero, raccogliendo informazioni sulle specie, le dimensioni e altre caratteristiche. Noi, la Global Forest Biodiversity Initiative, l’abbiamo risolto insieme come una squadra, condividendo ciascuno il nostro pezzo». La Gfbi è un team internazionale di scienziati e forestali che studia e gestisce il più grande database mondiale di alberi, con uno sguardo su oltre 1,2 milioni di appezzamenti in tutto il globo e una copertura di 70 Paesi, a eccezione dell’Antartide.

Mappare quanti alberi esistono in tutto il mondo non è un’impresa facile: gli scienziati hanno riunito un set di dati globale, risultato di più di 10.000 studi, contando oltre 40 milioni di alberi appartenenti a 64.000 specie. A cui hanno aggiunto le 9.000 ancora ignote. Un lavoro enorme, frutto della collaborazione umana e dell’utilizzo di intelligenza artificiale e supercomputer del Forest Advanced Computing and Artificial Intelligence Laboratory della Purdue University, senza i quali non sarebbe stato possibile ricavare e tantomeno catalogare i dati raccolti.

La stima è il più recente e completo check delle realtà che potremmo perdere a causa del cambiamento climatico e delle attività dell’uomo che continuano a danneggiare questo genere di habitat. Gli alberi ci forniscono l’aria che respiriamo, portano legname, filtrano l’acqua, riducono erosione e inondazioni. Ma, come ha dichiarato Gatti, «Sono anche qualcosa di spirituale, non solo pezzi di legno». Sono parte essenziale della cultura e dell’identità umana e come tali vanno preservati.

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