Economia

La rivolta dei dipendenti Istat

I lavoratori hanno deciso di occupare la Presidenza della sede nazionale dell’Istituto a Roma per protestare contro le decisioni dei vertici. Tra cui alcune modifiche delle regole sullo smart working
Istat: la sede di via Cesare Balbo a Roma
Istat: la sede di via Cesare Balbo a Roma Credit: ANSA/UFFICIO STAMPA ISTAT
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1 marzo 2023 Aggiornato alle 13:00

«Attraverso questo gesto, della cui serietà sono ben cosci, lavoratrici e lavoratori hanno affermato la propria determinazione nel far cessare lo stillicidio di decisioni dell’amministrazione unilaterali, arbitrarie e punitive nei confronti del personale, prive di fondamento logico e spesso anche giuridico».

È quanto è stato annunciato dall’assemblea dei dipendenti dell’Istituto nazionale di statistica poco dopo l’irruzione di centinaia di loro nell’Ufficio della presidenza della sede in Via Cesare Balbo, che è stato occupato fino alle ore 15 del 28 febbraio.

Una scelta che si pone come punto di arrivo di un malcontento generalizzato che fermenta fra i corridoi dell’Istat già da tempo.

Solo il 20 giugno scorso era stato indetto uno sciopero contro 3-I, un software house, ossia una nuova società specializzata nello sviluppo di prodotti software gestionali e aziendali, a partecipazione pubblica, previsto fra i progetti del Piano Nazionale di ripresa e resilienza per la gestione separata dei servizi informatici di Istat, Inps e Inail per digitalizzazione della Pubblica amministrazione.

Uno strumento che, secondo l’assemblea dei lavoratori, comporterebbe una esternalizzazione eccessiva e pericolosa di banche dati, hardware e sistemi di archiviazione con un forte rischio per «l’indipendenza, l’esistenza e il ruolo dell’istituto come produttore della statistica ufficiale».

Altro importante punto di contrasto con la presidenza è rappresentato dalle questioni contrattuali, con indennità accessorie basse, assenza di prospettive di carriera o servizi di ristoro interni, e soprattutto l’annullamento dello smart working per i dipendenti pubblici diversi dai lavoratori fragili, che potranno beneficiare della proroga approvata qualche settimana fa insieme ai lavoratori privati sia fragili che con figli di età inferiore ai 14 anni.

Per tutti gli altri lavoratori della Pubblica amministrazione rimane tutt’al più la possibilità di richiedere il lavoro agile secondo le normali procedure aziendali, passando da venti giorni ogni due mesi a soli dieci giorni al mese, senza che il datore di lavoro sia obbligato a concederlo.

A pesare sulla mobilitazione dei dipendenti c’è poi una questione tutta politica, che investe direttamente Gian Carlo Blangiardo, statistico italiano e dal 2019 presidente dell’Istat, individuato dal leader leghista Matteo Salvini con il benestare dei Cinque Stelle nel loro periodo giallo-verde.

Più in particolare, nella lunga «lista dei provvedimenti privi di costrutto» figurano le manovre politiche ad hoc per «garantire a Blangiardo un rinnovo del mandato».

Il presidente infatti (già pensionato), fatta eccezione per le spese di rimborso dei viaggi fra il domicilio milanese e Via Cesare Balbo, non percepisce alcuna retribuzione secondo quanto previsto dalla legge. Ma una norma approvata nel Pnrr dal Governo rivolta a tutti «gli incarichi di vertice presso gli enti, istituti o aziende di carattere nazionale, di competenza dell’amministrazione statale, conferiti da organi costituzionali» di fatto riconferma Blangiardo a capo dell’Istat - il cui mandato è formalmente scaduto il 3 febbraio - assegnandogli anche uno stipendio.

Una volta sgombrata l’aula per l’intervento delle forze dell’ordine, l’assemblea si è data appuntamento presso la sede del Cna - Servizio Offerta di beni e servizi e conti nazionali per settore istituzionale, «per proseguire la lotta con azioni altrettanto pacifiche e incisive» contro quella che reputano essere una «dirigenza aliena e arrogante».

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