Ambiente

Usa: la burocrazia rischia di affossare il piano sulle rinnovabili

Eolico e solare potrebbero dimezzare le emissioni degli States, ma rimangono bloccati dai lunghi tempi di approvazione. E da una rete elettrica obsoleta
Credit: Will Oliver / Pool via CNP
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28 febbraio 2023 Aggiornato alle 19:00

Non bastano le promesse e i grandi piani d’investimento, come l’Inflation Reduction Act da 370 miliardi di dollari di Joe Biden.

Negli Stati Uniti la decarbonizzazione della rete elettrica sta subendo una battuta d’arresto. La colpa è della burocrazia e di sistemi di fornitura troppo arretrati e inadatti a sopportare la mole dei nuovi progetti che mirano a connettere case e aziende alle fonti rinnovabili.

I ritardi e le lentezze nei processi di approvazione stanno inducendo molte aziende a rinunciare alla realizzazione di nuovi impianti e rischiano di far fallire uno dei piani più promettenti al mondo per la transizione ecologica.

Da anni Kentucky e Virginia attendono l’installazione di pannelli solari su una superficie 3.000 acri (12.000 chilometri quadrati).

Lo stesso vale per i piani di Massachusetts e Maine per convincere i cittadini ad adottare le rinnovabili. Meglio di come è andata per quelli, ora cancellati, per la costruzione di un parco solare in Minnesota e North Dakota.

Attualmente sono più di 8.100 i progetti energetici, in attesa dell’autorizzazione per allacciarsi alle reti elettriche. Il loro numero è aumentato notevolmente a fine 2021: l’anno precedente erano 5.600.

La difficoltà maggiore è la frammentazione del sistema: nei 50 Stati ci sono diverse reti che collegano i trasformatori a fabbriche e città, ciascuna supervisionata da autorità diverse, che non riescono a sopperire da sole alle richieste dei nuovi fornitori.

PJM Interconnection, il gestore per i territori dall’Illinois al New Jersey, è stata sommersa a tal punto dalle pratiche (2.700, vale a dire il triplo rispetto al 2020), da aver bloccato quelle nuove fino al 2026. Alcuni impianti, dei quali si parla da anni, come i tre da 100 megawatt del Silicon Ranch, rischiano di vedere la luce solo nel 2029.

Il caso non è isolato: in media un’azienda energetica impiega quattro anni per ottenere il permesso di connettersi alla rete. Per questo motivo, afferma una ricerca del Lawrence Berkeley National Laboratory, meno del 20% delle proposte per installazioni solari o eoliche viene effettivamente completato negli Usa.

La barriera della burocrazia però non è l’unica: spesso le reti locali sono al completo e servono investimenti non preventivati, per creare nuove linee di trasmissione o ampliare le esistenti. Per un parco eolico pianificato nel North Dakota, per esempio, il costruttore ha dovuto pagare ammodernamenti multimilionari anche in Nebraska e Missouri, a migliaia di chilometri di distanza.

Dopo anni di crescita vertiginosa, il numero di installazioni rinnovabili nel 2022 è diminuito del 16%, secondo l’American Clean Power Association.

I costi imprevedibili portano molte aziende a cancellare i loro progetti, come è successo nel 2018 a EDP North America. Le spese di connessione alla rete per un parco eolico da 100 megawatt nel sud-ovest del Minnesota si aggiravano, secondo le stime, attorno ai 10 milioni di dollari.

Il calcolo non comprendeva altri 70 milioni per le operazioni di ammodernamento della rete, che avrebbero consentito al sistema di sopportare il nuovo carico elettrico.

Gli annullamenti aggravano ulteriormente i ritardi, perché costringono i gestori a rifare i calcoli e a imporre nuovi costi sui progetti che non si ritirano. Nella speranza di sveltire le operazioni, poi le aziende presentano più piani per parchi eolici e solari, anche se non hanno intenzione di realizzarli tutti e questo causa altri rallentamenti.

Gli operatori di rete dovrebbero pianificare periodicamente i lavori di ammodernamento, distribuendo i costi gradualmente sui diversi fornitori.

In questo modo le energie rinnovabili potrebbero crescere, senza rimanere schiacciate sotto le spese impreviste. Esistono già degli esempi virtuosi, in questo senso: quello del Texas, ora leader dell’eolico, negli anni 2000, o i 15 Stati Midwest che hanno approvato, per tempo, un investimento in 10,3 miliardi di dollari in nuove linee elettriche, per assorbire i nuovi ambiziosi piani per le rinnovabili dei governi locali.

L’anno scorso, la Federal Energy Regulatory Commission ha proposto due importanti riforme per smaltire le code di allacciamento e incoraggiare questo tipo di pianificazione, a lungo termine. L’iter di approvazione è però bloccato alla Commissione di regolamentazione del Congresso, a causa di uno scontro tra Democratici e Repubblicani.

Con gli investimenti promessi da Biden, secondo i ricercatori del progetto Repeat, gli Stati Uniti avranno l’occasione di dimezzare le loro emissioni di gas serra, grazie a eolico e solare. Questo potenziale rischia di rimanere inespresso, se i problemi sulla rete elettrica non verranno risolti.

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