Ambiente

Siccità: in arrivo un Commissario per l’acqua

Il Governo potrebbe presto nominare una figura per la gestione del nostro bene più prezioso, che continua a scarseggiare. Novità in vista dal tavolo del primo marzo
Credit: ANSA/Filippo Venzia
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28 febbraio 2023 Aggiornato alle 07:00

La continua e impattante siccità italiana sottolinea ancora una volta l’estrema urgenza di una migliore gestione delle nostre risorse idriche.

Anche per questo motivo, dopo una settimana in cui il Ministero dell’Ambiente e la Sicurezza energetica è stato impegnato con la partita delle comunità energetiche - il cui decreto è ora al vaglio della Commissione - ora è tempo di concentrarsi anche sulla carenza d’acqua e la pianificazione per non restare totalmente a secco in futuro.

Da qui l’idea del Governo di valutare la nomina di un Commissario per l’acqua, una figura che abbia tutti i poteri sulla gestione delle risorse idriche, tema che a breve sarà discusso nel Consiglio dei ministri.

Lo stesso Gilberto Pichetto Fratin ha raccontato di recente la volontà di affrontare di petto la complessa situazione attuale dato che «abbiamo il 50% della neve che dovrebbe esserci sulle montagne, e siamo a meno della metà dei livelli di fiumi e laghi. Serve un ragionamento per un intervento immediato, che significherà anche razionamenti sulla distribuzione della risorsa. Un ragionamento integrato che significa avere acqua da bere, acqua per irrigare e per produrre energia. Questo Governo ha intenzione di presentare un piano idrico nazionale».

Per portarlo avanti, sottolinea il vice presidente del Senato, Gian Marco Centinaio, serve «un Commissario super partes che non arrivi dall’altra parte dell’Italia, e che abbia pieni poteri e dica a Regioni ed enti: serve acqua, aprite le dighe».

Per ora, sottolinea il ministro, non c’è «nessuna decisione di razionamento, ma io credo che dopo un giro di confronto con tutti i grandi consorzi che gestiscono le dighe, con i gestori del sistema idrico integrato nazionale, si debbano tirare le somme e può anche darsi che su alcuni territori sia fondamentale arrivare a questo».

Somme che diventeranno più chiare fra pochi mesi: se a primavera non arriveranno precipitazioni cospicue o accumuli di neve, le condizioni di siccità in quella che potrebbe essere un’altra estate bollente rischiano di compromettere l’agricoltura, l’idroelettrico e diversi aspetti dell’economia nazionale.

Già oggi il Po è in condizioni critiche e diversi laghi italiani sono ai minimi storici. Di questo passo per l’Anbi, l’Associazione nazionale dei consorzi di bacino, sono circa 3,5 milioni gli italiani che rischiano di avere l’acqua razionata dai rubinetti e una percentuale tra il 6 e il 15% della popolazione vive già in territori esposti a una siccità severa o estrema.

Dunque, come ha ricordato il segretario generale dell’Anbi Marco Casini, «serve attuare fin d’ora misure per far fronte a possibili situazioni di crisi» e «la gestione dell’intero ciclo delle acque deve essere resa più efficiente il prima possibile, partendo da un monitoraggio puntuale e continuo delle grandezze idrologiche, dello stato dei suoli e degli usi dell’acqua che consenta di mettere in relazione gli eventi climatici con i suoi effetti e quindi di pianificare azioni di mitigazione a breve, medio e lungo periodo. Su questo è necessario sensibilizzare immediatamente tutti gli utenti a un utilizzo più parsimonioso dell’acqua durante tutto l’anno».

Per riuscirci il governo sta ipotizzando di nominare un Commissario che si occupi della gestione degli interventi sulle reti idriche e le continue perdite, ma anche per aumentare la capacità di accumulo dell’acqua piovana o per migliorare gli invasi.

Le prime risposte, sul possibile nuovo ruolo e impegni del Commissario, si conosceranno probabilmente il 1° marzo quando si terrà il nuovo tavolo interministeriale per l’emergenza siccità, presieduto dalla Premier Giorgia Meloni e composto dai rappresentanti dei Ministeri dell’Ambiente, delle Infrastrutture, dell’Agricoltura, degli Affari europei e del Dipartimento per la Protezione civile.

Come ha spiegato il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, «non c’è mai stata una programmazione strutturale, da decenni non si costruiscono dighe e le reti idriche urbane sono spesso colabrodo» per cui serve un cambio di passo nella gestione delle risorse idriche e per riuscirci serve «un Commissario con poteri straordinari e derogatori».

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