Culture

Prada celebra il lavoro delle infermiere

Alla Milano Fashion Week, Miuccia Prada e Raf Simons portano in passerella il senso della cura e la sua bellezza
Credit: Via mffashion.com.
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
28 febbraio 2023 Aggiornato alle 13:00

La moda da anni, o forse da sempre, non è più solo questione di abiti, modelle e scintillio ma è una forma d’espressione a tutti gli effetti, in grado di raccontare il tempo nel quale è immersa.

La moda cambia e con essa cambiano le persone, a volte trainate, altre trainanti. La moda è ciò che indossiamo e come ci presentiamo nel mondo.

Per questo, in quella che può essere considerata la prima vera edizione post pandemica della fashion week milanese dedicata alle collezioni fall/winter, non poteva mancare una presa di coscienza collettiva di quel che è stato e di come gli anni che ci siamo lasciati alle spalle ci abbiano cambiato irreversibilmente come collettività.

Ci ha pensato prima e meglio di tutte Miuccia Prada, che insieme a Raf Simons ha portato in passerella il senso della cura e la bellezza che da essa prende forma.

A sfilare sono state infatti modelle con addosso rivisitazioni delle uniformi di chi si occupa degli altri con altruismo: le infermiere. Linee morbide e forme a V, rese uniche da tagli sartoriali che avvolgono il corpo lasciandolo però libero di muoversi e da dettagli chic ma discreti come un accenno di strascico quasi impalpabile, comode tasche e file di piccoli bottoncini.

«Si pensa che nella moda solo il glamour sia importante, ma io odio questa concezione, l’ho sempre combattuta», ha commentato Miuccia Prada sottolineando come le cose belle non debbano essere relegate ai giorni speciali, ma che ogni giorno lo sia e meriti di essere celebrato. «La ricerca della bellezza in ogni dove e in qualunque forma è alla base di questa collezione. Ci siamo ispirati alle uniformi che rappresentano la cura, come quelle delle infermiere, perché occuparsi degli altri è una cosa bellissima. Volevamo trasformare così queste uniformi da simboli di cura a simboli di bellezza. La vita di tutti i giorni merita cose belle e ogni singolo giorno vale».

La vita come dono da non dimenticare mai, così come l’amore, che il duo Prada-Simons identifica con il più classico dei simboli, l’abito da sposa, usato anche in questo caso in modo destrutturato e pop, abbinato a maglioncini casual o ballerine.

Non una forzatura e nemmeno la classica provocazione alla quale il mondo della moda ci ha abituati da anni, ma piuttosto un omaggio all’ordinario che si trasforma in straordinario, ai gesti d’amore e cura che diventano parte di un noi collettivo. Una bellezza di concetto e non solo superficiale che mischia le carte e non divide più gli abiti per occasioni.

La bellezza del lavoro e di un corpo che va protetto anche dagli abiti, come i bomber caldi, avvolgenti e morbidi portati in passerella da Prada per ricordarci una cosa semplice: «il bello è in ogni piccola cosa».

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