Economia

Comunità energetiche rinnovabili, abbiamo novità

Tre scaglioni di incentivi e un contributo a fondo perduto sono i punti della proposta del ministro Fratin inviata a Bruxelles. Obiettivo, raggiungere quota 15.000 unità
Credit: Casey Horner
Tempo di lettura 4 min lettura
3 marzo 2023 Aggiornato alle 09:00

Tre fasce di incentivi e un contributo a fondo perduto del 40%: sono le novità proposte dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, all’interno della proposta di decreto sulle comunità energetiche. Si dovrà attendere il via libera dalla Commissione europea per l’entrata in vigore.

Le comunità energetiche sono uno degli strumenti su cui l’Unione europea punta per la transizione energetica, motivo per cui il Pnrr stanzia fondi per un totale di 2,2 miliardi di euro per la nascita e attivazione di circa 20.000 unità.

Tornando alle misure proposte nel decreto sono due è bene sottolineare che l’incentivo in tariffa riguarda la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e condivisa dai partecipanti della comunità.

Negli allegati della proposta di decreto vengono individuate tre fasce, tutte composte da una parte fissa e una variabile, con tariffe più elevate per gli impianti più piccoli. Nel dettaglio, per gli impianti sopra i 600 kW è previsto un fisso di 60 euro al MW/h e un prezzo variabile fino a 40 euro per MW/h per un massimo di 100 euro a MW/h; per gli impianti da 200 a 600 kW un fisso di 70 euro per MW/h e un variabile che non può superare i 40 euro a MW/h per un massimo di 110 euro per MW/h; infine, per gli impianti sotto i 200 kW 80 euro per MW/h di fisso e un massimo di 40 euro di variabile, per un massimo di 120 euro per MW/h.

È previsto poi un fattore di correzione che varia in base alla localizzazione geografica, perché il Sud è più ricco di sole e vento: 4 euro per MW/h in più per le regioni del Centro e di 10 euro per MW/h in più per le regioni del Nord.

Nel caso in cui è prevista l’erogazione di un contributo extra in conto capitale, la tariffa subirà una decurtazione.

Questi benefici sono previsti per tutte le energie rinnovabili, quali il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico e le biomasse.

Possono accedere all’incentivo a tariffa tutti gli impianti entrati in esercizio dopo l’entrata in vigore dello stesso decreto legislativo. Inoltre, la potenza finanziabile è pari a 5 gigawatt complessivi, da consumare entro fine 2027.

Al contributo a fondo perduto, invece, possono accedere solo le comunità energetiche realizzate nei comuni sotto i 5.000 abitanti, fino a un massimo del 40% dell’investimento.

In questo caso, l’intervento può riguardare sia la realizzazione di nuovi impianti che il potenziamento di impianti già esistenti.

Il soggetto preposto alla gestione della misura è il Gse (Gestore dei Servizi Energetici) che potrà verificare l’ammissibilità dei soggetti interessati preliminarmente al fine di garantire il reale accesso ai benefici previsti.

I soggetti che otterranno il contributo a fondo perduto potranno richiedere di cumularlo con l’incentivo in tariffa.

Chiunque deciderà di associarsi a una comunità energetica, dovrà prima di tutto scegliere un’area nella quale realizzare l’impianto con tecnologie rinnovabili e altri utenti connessi alla stessa cabina primaria; sarà necessario anche un atto costitutivo che abbia come oggetto sociale i benefici ambientali, economici e sociali.

La misura è finanziata con i fondi del Pnrr di 2,2 miliardi di euro e mira a realizzare una potenza complessiva di almeno 2 gigawatt e una produzione di almeno 2.500 gigawatt l’ora ogni anno.

All’interno della proposta di decreto vengono poi chiarite quali sono le spese ammissibili e si stabilisce che l’erogazione sia finanziabile in misura non superiore al 10% dell’importo concesso a finanziamento.

La spesa è ammissibile nel limite del costo di investimento massimo di riferimento pari a 1.500 euro per kW per impianti fino a 20kW, a 1.200 euro per kW per impianti con potenza superiore ai 20kW e a 1.050 euro per kW per impianti con potenza tra i 600 e i 1.000kW.

Il ministro Pichetto Fratin spiega, infine, che «con questo provvedimento diamo all’Italia una nuova energia tutta rinnovabile. Il testo, rafforzato e arricchito dalla consultazione pubblica, è uno strumento coerente con il doppio obiettivo di questo Governo: decarbonizzazione entro il 2023 e autonomia energetica. La ricchezza dell’Italia sono le sue comunità. Il decreto le pone al centro di una strategia volta a produrre e consumare energia da fonti pulite risparmiando sui costi delle bollette. se sapremo svilupparle come sistema Paese le comunità energetiche si riveleranno un’enorme fonte di sviluppo economico sostenibile e di coesione sociale».

Leggi anche
sostenibilità
di Giacomo Talignani 4 min lettura