Economia

Riscatto della laurea: cos’è e come funziona?

Istituto utile ma difficile da sostenere economicamente, permette ai contribuenti di calcolare gli anni universitari come anni di contributi fiscali. Pagando, per ciascuno di loro, un contributo all’Inps
Credit: MVRDV/Ossip van Duivenbode
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6 marzo 2023 Aggiornato alle 20:00

Il riscatto della laurea permette di acquisire anzianità contributiva, che potrebbe comportare un anticipo della maturazione del diritto alla pensione e incrementarne il valore. Uno strumento che valorizza gli anni passati fra i libri universitari per raggiungere la tanto ambita corona d’alloro, ma che, dall’altro lato della medaglia, presenta un costo importante. Scopriamo come funziona.

Che cos’è il riscatto della laurea?

È uno strumento che converte gli anni di università in anni di contributi fiscali, permettendo quindi di integrarli nella posizione contributiva del singolo lavoratore o inoccupato - che abbia conseguito il titolo di studio - per il calcolo della sua prestazione pensionistica.

In questo modo, il contribuente potrà contemporaneamente aumentare l’importo dell’assegno pensionistico e, soprattutto, anticipare l’arrivo della pensione in misura pari al numero di anni di università riscattati. Per esempio, nel caso in cui un soggetto volesse far conteggiare all’Inps gli anni passati fra i libri per conseguire una laurea magistrale, avrebbe la possibilità di andare in pensione ben cinque anni prima della data prestabilita dal sistema pensionistico italiano.

Può essere riscattata anche solo una parte degli anni di studio per diplomi universitari (con corsi non superiori a 3 anni di durata), diplomi di laurea (non inferiori a 4 anni e non superiori a 6), lauree magistrali, triennali o specialistiche nonché i vecchi diplomi di laurea degli ordinamenti antecedenti al 1999, diplomi di specializzazione, titoli ottenuti in Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale iniziati dopo l’anno accademico 2005-2006, dottorati di ricerca e lauree conseguite all’estero (che abbiano valore legale in Italia). Possono beneficiare del riscatto anche i neolaureati che ancora non hanno iniziato un’attività lavorativa e non sono iscritti a una gestione previdenziale, mentre invece sono esclusi dal conteggio i master e gli anni fuori corso, poiché rileva solo la durata ordinaria del corso frequentato.

Come si fa domanda?

Il contribuente può beneficiare di questo strumento tramite apposita richiesta telematica all’Inps accedendo tramite Spid, Carta Nazionale dei Servizi o carta d’identità elettronica al Portale riscatti – ricongiunzioni. Potrà essere presentata la domanda anche nei patronati e intermediari dell’Istituto, oppure telefonando al Contact Center multicanale.

Quanto costa?

Gli anni di università riscattati dovranno essere compensati pagando un contributo all’Istituto nazionale della previdenza sociale, il cui importo calcolato dall’Inps stessa (o dalla Cassa di riferimento), diventa più oneroso man mano che sale l’età di chi la richiede, motivo per cui è più conveniente riscattare gli anni universitari il prima possibile. In ogni caso, l’onere potrà essere pagato in un’unica soluzione oppure in massimo 120 rate mensili (circa 10 anni) senza interessi.

L’entità di questo versamento cambia in relazione alle norme che disciplinano la liquidazione della pensione, occorre quindi distinguere le due principali tipologie di riscatto della laurea.

Seguendo il regime ordinario, nel caso in cui la laurea sia stata conseguita dopo il 1° gennaio 1996 - anno spartiacque che segna il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, il cui calcolo è basato sull’anzianità contributiva maturata dal lavoratore - la somma da versare sarà parametrata alla retribuzione media registrata nei 12 mesi precedenti alla domanda, moltiplicata per l’aliquota contributiva in vigore in quel momento. Il risultato sarà poi ulteriormente moltiplicato per ogni anno di università. Per esempio, utilizzando dati completamente fittizi, qualora un soggetto presenti domanda di riscatto per cinque anni di laurea conseguiti dal 2000 al 2005 - considerando una retribuzione dell’ultimo anno pari a 30.000 euro e un’aliquota del 33% - il calcolo dell’importo da versare sarà 30.000 x 33%, il tutto moltiplicato per 5.

Per chi invece ha conseguito la laurea entro il 1995 (periodo che si colloca ancora nel sistema retributivo), l’importo della somma varierà in base all’età, al sesso, al periodo da riscattare, all’anzianità contributiva totale e alle retribuzioni degli ultimi anni.

Al regime ordinario si affianca il riscatto in forma agevolata, introdotta con il decreto legge 4/2019, che ha un costo fisso di 5360 euro per ogni anno universitario svolto dal 1996 da riscattare. Si tratta di una misura che sicuramente rende meno esosa la procedura, ma dato il costo fisso e più basso si avrà un minore impatto sulla futura pensione. È utilizzabile anche da chi ha studiato negli anni precedenti al 1996, ma solo a condizione che si scelga la liquidazione della pensione con calcolo interamente contributivo.

In ogni caso, le somme versate per il riscatto della laurea sono interamente deducibili delle imposte dovute, e se sostenute dai genitori per i figli inoccupati saranno anche detraibili per il 19% dalla propria imposta lorda.

È possibile simulare il contributo?

Da settembre 2021, sul sito dell’Inps si può consultare un simulatore che consente di avere informazioni personalizzate sul proprio riscatto della laurea, disponibile per gli utenti inoccupati e per coloro che rientrano interamente nel sistema di calcolo contributivo.

Occorre inserire in modo anonimo alcuni dati per ottenere informazioni sulle varie tipologie di riscatto di laurea disponibili, oltre a una simulazione orientativa del costo del riscatto, della sua rateizzazione e del beneficio pensionistico stimato conseguente al suo pagamento.

All’interno del portale per fornire la presentazione telematica della domanda di riscatto vi è un secondo strumento - a cui si accede tramite Spid, Cns o Cie -, che fornisce una simulazione dell’onere da pagare, sempre per coloro il cui periodo di studi si colloca dopo il 1996.

Inoltre, per gli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dipendenti e alle Gestioni speciali artigiani, commercianti, coltivatori diretti e coloni mezzadri la funzione è stata estesa anche ai periodi collocati nei sistemi retributivo e misto.

Sarà mai gratuito?

Ad oggi non è possibile riscattare gli anni universitari senza spendere diverse migliaia di euro. Questo rende di fatto lo strumento inaccessibile a molte persone. Il più recente tentativo di abbatterne i costi è targato Cinque Stelle, con un emendamento alla manovra - sottoscritta anche dal leader Giuseppe Conte - che avrebbe reso gratuito il riscatto della laurea per tutti i giovani sotto i 36 anni.

La proposta - cestinata poi dalla maggioranza - avrebbe necessitato di uno stanziamento di circa 1,5 miliardi di euro, una somma che, viste le già strette risorse previste nella Finanziaria 2023, difficilmente potrà essere accolta in futuro.

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di Redazione 3 min lettura