Ambiente

Packaging compostabili e… piccole grandi idee per il Pianeta

Non solo raccolta differenziata e prodotti biodegradabili. Se vuoi prenderti cura della Terra in modo geniale e green, ecco la rubrica che fa per te.
Credit: rawpixel/envato
Tempo di lettura 4 min lettura
27 febbraio 2023 Aggiornato alle 19:00

Tra gli slogan più ricorrenti delle manifestazioni per il cambiamento climatico e contro l’inquinamento ambientale, ricordiamo tuttə il famoso “There is no planet B”. Già, non esiste un pianeta B, ma un piano B c’è. Anzi, più di uno.

Ogni giorno c’è qualcunə che ne sa una più del diavolo e lancia idee geniali e invenzioni eccezionali ed ecosostenibili. Come? Dando una nuova vita a oggetti quotidiani che regolarmente gettiamo senza riflettere sulle possibilità di riutilizzo o ingegnandosi per trasformare il banale in straordinario.

Se ti sei chiestə almeno una volta cosa puoi fare per salvare il Pianeta - ma le risposte che hai trovato erano sempre le solite e banali raccomandazioni che segui già da una vita – allora questa è la rubrica che fa per te. Abbiamo raccolto le migliori invenzioni che possono aiutare la Terra che abitiamo. Tu sei dei nostri?

Smush Materials

Smush Materials è una startup accademica del Politecnico di Milano da cui è nata l’idea di creare packaging alternativi che, grazie ai funghi, risultano 100% naturali, compostabili e innovativi.

Il progetto è nato dall’intuizione di Luca Ficarelli e Marco Lenzi, due laureandi in biomedical engineering, che hanno pensato al micelio - la radice dei funghi - per dare vita a una struttura naturale capace di sostituire, in un’ottica sostenibile, il polistirolo per il packaging e gli imballaggi.

Il prodotto finale, definito anche “polistirolo naturale” è ignifugo, compostabile, leggero, fonoassorbente, idrofobo e può essere usato per realizzare confezioni 100% naturali e biodegradabili.

Alla base dell’idea, la volontà di creare qualcosa che fosse a tutti gli effetti disruptive per contrastare i danni causati dall’inquinamento delle plastiche: il materiale nato dal micelio, infatti, è completamente compostabile e, una volta scartato il prodotto, l’imballaggio può essere gettato nell’umido o utilizzato come concime nei vasi, dove impiegherà tra i 90 e i 100 giorni per degradarsi completamente e sparire senza provocare danni all’ambiente.

Pyrus: il legno artificiale

Si tratta di un materiale simile al legno, prodotto in modo sostenibile con scarti di cellulosa batterica e inventato da Gabe Tavas, uno studente dell’University of Illinois Urbana Champaign che, dopo aver vissuto in una comunità dell’Ecuador e aver toccato con mano i problemi derivanti dall’inquinamento dovuto allo smaltimento di accumuli di plastica, ha deciso di esplorare meglio il mondo del biodesign fino a dare vita al suo “legno artificiale”: Pyrus.

Ogni pezzo di legno ha due ingredienti fondamentali: la cellulosa e la lignina. Ma alberi e piante non sono l’unica fonte da cui procurarsi queste componenti: esistono, infatti, alcuni batteri - in particolare il Gluconacetobacter xylinus – in grado di produrre fogli di cellulosa. Tutto ciò di cui hanno bisogno è un po’ di spazio, aria e zucchero, elementi che possiamo ritrovare in tutti i rifiuti alimentari, come frutta marcia o pane.

A partire da questo, Gabe ha dato vita a Pyrus: dopo aver miscelato i fogli di cellulosa prodotti dai batteri fino a ottenere una consistenza uniforme, questi vengono incorporati in un gel a base di alghe e, man mano che il gel si asciuga, si indurisce e viene posto sotto una pressa meccanica per formare un foglio di legno piatto, Pyrus appunto, che si può classificare come un equivalente del legno, ma che non ha alcuna origine dagli alberi nè deve la sua produzione all’utilizzo di sostanze chimiche a base di petrolio o tossiche.

Waterlight

840 Milioni di persone nel mondo non hanno accesso all’elettricità o ne hanno un accesso limitato: in soccorso, negli ultimi anni, è venuta la tecnologia che, unita all’ingegno e alla scienza, ha dato vita a Waterlight, una lanterna alimentata con l’acqua di mare.

Waterlight funziona tramite ionizzazione: quando gli elettroliti dell’acqua marina reagiscono con il magnesio che si trova all’interno dell’apparecchio, viene prodotta energia elettrica.

Il dispositivo si carica istantaneamente appena viene riempito d’acqua (bastano circa due tazze per una carica completa della durata di almeno 3 giorni) ed è impermeabile e realizzato interamente con materiale riciclabile.

Grazie a questa tecnologia è possibile trasformare mezzo litro di acqua salata in 45 giorni di luce con una sola carica, oltre ad alimentare di energia anche piccoli dispositivi tramite una porta Usb.

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