Ambiente

Anche le pecore possono essere circolari!

Il progetto Tramando s’innova vuole riaprire nel Comune di Gandino un centro lavaggio della lana sucida, che dopo la tosatura non può più essere utilizzata, se non trattata prima. Ma gettarla via sarebbe uno spreco
Credit: Seyi Ariyo
Tempo di lettura 3 min lettura
4 marzo 2023 Aggiornato alle 15:00

Trasformare la lana di pecora inutilizzata da rifiuto speciale a risorsa per la moda italiana. È questa la sfida del progetto Tramando s’innova, partito tra Bergamo e Brescia, il cui obiettivo è valorizzare l’agricoltura, la pastorizia e gli antichi mestieri, in un’ottica di sostenibilità ambientale e sociale.

Avviata a fine gennaio dal comune di Gandino, in provincia di Bergamo, l’iniziativa non unisce solo le storiche città rivali del nord-est della Lombardia (tra l’altro, selezionate come Capitale europea della cultura per il 2023), ma anche nuove e vecchie generazioni, innovazione e tradizione.

In Italia, la lana di circa 8 milioni di pecore, allevate principalmente in Lombardia e Sardegna per fini caseari e per la produzione della carne (quindi non per ricavare il tessuto) viene gettata via. La lana sucida, cioè quella appena tosata, non può essere utilizzata se non viene sottoposta a lavaggio. Gli impianti che svolgono questa operazione per piccoli e medi quantitativi, però, sono pochissimi e lontani dai territori dove si trovano la maggior parte degli allevamenti. Alcuni pastori provano a conservarla ma, nella maggior parte dei casi, sono costretti a smaltirla, anche tramite ritiro a pagamento.

La lana sucida, secondo la legge, è un rifiuto speciale e, senza centri di lavaggio, il meccanismo che permette di riciclarla e usarla si inceppa. Questo materiale però potrebbe diventare un vanto del Made in Italy: ha buone caratteristiche tecniche, come calore e resistenza, proviene da una filiera totalmente italiana e rintracciabile. Solo nelle regioni del Nord Italia, ci sono 460.000 capi ovini dai quali si ricavano, in media, 1.380 tonnellate di lana. Di questi, 116.300 sono in Lombardia e 78.000 sono allevati sul territorio da pastori vaganti.

La provincia di Bergamo, con poco più di 40.500 animali, tra pecore e capre, ha il maggior numero regionale di ovini, distribuiti in 1.145 allevamenti, stima Coldiretti di Bergamo. Tra loro, 332 destinano i capi (37.547) alla produzione della carne, 6 invece a quella di latte (284), mentre 807 sono greggi per l’autoconsumo.

La tosatura di questi animali significa anche tonnellate di lana che, ingiustamente, rimane inutilizzata e potrebbe essere sfruttata meglio. Numerose aziende della moda importano il materiale per maglioni e cappotti dall’Australia: eppure, esistono alternative italiane e sostenibili. Tramando s’innova vuole portarle alla ribalta.

Per questo, il Comune di Gandino si sta impegnando a riaprire un lavaggio nella regione, grazie al sostegno finanziario di Regione Lombardia e Regione Sardegna, tramite i fondi Psr (Programmi di sviluppo rurale) per la cooperazione tra Gal: si tratta di Gruppi di azione locale, cioè partenariati composti da rappresentanti di interessi socio-economici pubblici e privati.

Da anni, infatti, alcune organizzazioni si confrontano riguardo il tema, come l’associazione di Barigadu-Guilcer (Oristano), della Valle Seriana e dei Laghi bergamaschi, il Quattro Parchi Lecco-Brianza, insieme all’Agenzia Lane d’Italia e all’Istituto per la bioeconomia (Ibe) del Cnr.

Leggi anche
Animali
di Matteo Cupi 3 min lettura
La collezione di Antonio Marras donna autunno-inverno 2023-24 alla Fashion Week di Milano
Moda
di Claudia Gioacchini 3 min lettura