Ambiente

Pollo: legale o illegale?

Animal Equality esorta l’Ue a intervenire per porre fine allo sfruttamento degli esemplari Broiler a rapido accrescimento: animali geneticamente selezionati per produrre di più. Condannati a una vita di sofferenze
Credit: Molnar Tamas
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25 febbraio 2023 Aggiornato alle 06:30

In Italia, secondo l’anagrafe nazionale zootecnica, vengono macellati ogni anno 550 milioni di polli. Di questi il 98% sono polli detti Broiler a rapido accrescimento, animali selezionati geneticamente nel corso degli anni per crescere al massimo nel minor tempo possibile.

Un pulcino a esempio passa dal pesare pochi grammi a 3 kg nell’arco di appena 7 settimane, l’età a cui vengono mandati al macello. Questa abnorme crescita li condanna a una vita di estreme sofferenze: le loro ossa e i loro organi, infatti, dopo poche settimane non sopportano più il loro stesso peso, rendendoli veri e propri prigionieri del loro corpo.

Com’è possibile che tutto questo sia legale? Semplice, non lo è. In Europa il Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 146 per la protezione degli animali negli allevamenti, all’ Art. 2 richiede specificatamente agli allevatori che siano adottate “misure adeguate per garantire il benessere dei propri animali e affinché non vengano loro provocati dolore, sofferenze o lesioni inutili”.

Nel caso dei polli Broiler a rapido accrescimento questo è però di fatto impossibile, poiché la stessa selezione a cui sono stati sottoposti li condanna a soffrire.

Una sofferenza di fronte alla quale non siamo stati a guardare: come Animal Equality, abbiamo depositato presso la Commissione europea una denuncia contro tutti i 27 Stati membri per le violazioni della normativa Ue relativa all’allevamento.

Contestualmente abbiamo anche depositato una petizione al Parlamento europeo per chiedere di porre fine allo sfruttamento di questi animali geneticamente selezionati per aumentarne la produzione a discapito della loro salute.

La buona notizia è che non solo la petizione di Animal Equality è stata ufficialmente accettata dal Parlamento europeo, ma la Commissione europea ha anche risposto riconoscendo l’esistenza della problematica sollevata e annunciando che sta valutando le possibilità di intervenire per affrontare le conseguenze negative che l’allevamento di questi animali comporta nell’ambito della revisione della legislazione sul benessere degli animali allevati, prevista entro il 2023.

Ciò significa che la Commissione Europea è sensibile e proattiva rispetto al problema dei polli a rapido accrescimento, animali che troppo spesso vengono dimenticati, ma che sono esseri senzienti, proprio come tutti gli altri, capaci di provare emozioni e che per questo non meritano meno rispetto e protezione, soprattutto da parte delle istituzioni che sono impegnate a tutelarli.

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