Diritti

L’Ohio chiede un voto per proteggere l’aborto

Dopo il rovesciamento della Roe v. Wade, nello Stato è entrata in vigore la “legge del battito cardiaco”, poi revocata. Ora, 2 gruppi pro choice hanno presentato un emendamento per dare la parola ai cittadini
Credit: Whitney Saleski/SOPA Images via ZUMA Press Wire
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
23 febbraio 2023 Aggiornato alle 18:00

Tra 9 mesi il movimento per garantire il diritto all’aborto in Ohio potrebbe incontrare una svolta: 2 gruppi di difesa pro-choice, il Protect Choice Ohio e l’Ohioans for Reproductive Freedom, hanno presentato i documenti preliminari per inserire un emendamento costituzionale nel voto di novembre, alle elezioni generali del 2023, che protegga l’accesso all’aborto.

La scorsa estate, nello stato del Midwest che prende il nome dall’omonimo fiume che segna il confine con il Kentucky e la Virginia Occidentale, era entrato in vigore il divieto di abortire dopo 6 settimane di gravidanza solo poche ore dopo il rovesciamento della Corte Suprema Usa della sentenza Roe v Wade che garantiva il diritto federale all’aborto. Per qualche mese la “legge sul battito cardiaco” ha criminalizzato le interruzioni di gravidanza eseguite dopo il rilevamento dell’attività cardiaca fetale, con un’unica eccezione: salvare la vita della donna. Ma a ottobre 2022 un giudice dell’Ohio ha sospeso il divieto, ripristinando a tempo indeterminato il diritto all’aborto nello Stato fino a 22 settimane di gravidanza, come mostra il Guttmacher Institute.

«I cittadini dell’Ohio sono pericolosamente vicini a perdere l’accesso a cure mediche riproduttive sicure, legali e complete», ha dichiarato in conferenza stampa la direttrice esecutiva dell’Ohio Physicians for Reproductive Rights, la dottoressa Lauren Beene. L’emendamento, che chiede di stabilire “un diritto fondamentale alla libertà riproduttiva” con “limiti ragionevoli” di buon senso, «assicura che i medici siano in grado di fornire le cure di cui le nostre pazienti hanno bisogno e che meritano, senza interferenze governative», ha aggiunto Beene. Questo processo di emendamento avviato dal basso offre agli attivisti la possibilità di aggirare un Governo statale fortemente antiabortista, lasciando agli elettori dell’Ohio la possibilità di decidere in prima persona sulla questione, come accaduto in Kansas e in altri 6 stati Usa.

Nell’agosto del 2022, gli elettori del Kansas hanno respinto un’iniziativa elettorale presentata da una legislatura anti-abortista: il 59% ha votato a favore della protezione dei diritti all’aborto, riaffermando una decisione del 2019 della Corte suprema dello stato che affermava che l’aborto è effettivamente protetto dalla Costituzione statale. Durante le elezioni di metà mandato del 2022 altri esiti simili hanno rafforzato l’idea che le restrizioni all’aborto potrebbero non riscuotere successo alle urne: è accaduto anche in California, Kentucky, Michigan, Montana e Vermont, dove il voto popolare ha garantito ulteriormente i diritti all’aborto, respingendo le restrizioni costituzionali.

Ma in Ohio, Idaho, Missouri, Florida, Oklahoma e North Dakota i legislatori repubblicani stanno valutando delle proposte di legge che rendano più difficile l’approvazione di iniziative elettorali: una mossa che punta a bloccare, nello specifico, gli emendamenti che proteggerebbero i diritti all’aborto. In Ohio, spiega il Guardian, ne è stata presentata una (che non ha raccolto abbastanza consensi per passare alla Camera a dicembre 2022) che mira ad aumentare la soglia dei voti necessari per approvare le modifiche dal 50% al 60% e che obbligo chi presenta una petizione a raccogliere le firme in tutte le 88 contee del Paese, anziché nelle 44 contee attualmente richieste. Ma questo non riguarderà l’iniziativa elettorale di novembre.

E ora che il testo è stato presentato, la commissione elettorale e il procuratore generale dell’Ohio avranno 10 giorni di tempo per esaminarlo. Se sarà approvato, gli organizzatori avranno tempo fino al 5 luglio per raccogliere più di 400.000 firme valide per potersi abilitare al voto, investendo soldi in una campagna che, secondo le loro stime, potrebbe costare fino a 36 milioni di dollari.

Ma se la scheda elettorale verrà respinta, gli avvocati, i medici e gli attivisti di organizzazioni come Planned Parenthood, American Civil Liberties Union e Ohio Physicians for Reproductive Rights (Oprr), che promuovono la campagna, dovranno apportare delle modifiche e ripresentarla. Se il voto passasse, preserverebbe l’accesso all’aborto in tutto lo Stato: l’emendamento proposto impedirebbe di bloccare l’accesso alla pratica, alle cure per l’aborto, alla contraccezione e al trattamento della fertilità.

I recenti sondaggi post-Roe indicano che gli abitanti dell’Ohio sarebbero favorevoli a proteggere i diritti all’aborto se ne avessero la possibilità: «Siamo ansiosi di iniziare a raccogliere le firme necessarie per inserire l’emendamento sulla scheda elettorale, in modo che i cittadini dell’Ohio, piuttosto che il Governo e i politici estremisti, abbiano l’opportunità di determinare il futuro dell’assistenza sanitaria riproduttiva nel nostro Stato», ha dichiarato in conferenza stampa Marcela Azevedo dell’Oprr. «Il livello enorme e senza precedenti di sostegno popolare al nostro sforzo per proteggere costituzionalmente i diritti riproduttivi e l’accesso all’aborto è davvero stimolante e dimostra quanto questo tema sia necessario per i cittadini dell’Ohio».

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