Futuro

Si può essere immuni al Covid-19?

Per i ricercatori della University of Sidney, la proteina LRRC15 è capace di «attaccarsi al virus», bloccandolo e allontanandolo da altre cellule. Lo studio pubblicato sulla rivista PLOS Biology
Credit: Fusion Medical Animation
Tempo di lettura 4 min lettura
23 febbraio 2023 Aggiornato alle 09:00

Una scoperta sorprendente potrebbe rivelare la chiave dell’immunità da Covid-19: un team di ricercatori della University of Sydney, in Australia, ha individuato una proteina naturale in grado di legarsi al picco del SARS-CoV-2, il virus che causa la malattia, e proteggere le cellule vicine dall’infezione.

Lo studio, pubblicato sulla rivista PLOS Biology, “offre un percorso promettente per lo sviluppo di nuovi farmaci per prevenire l’infezione virale da Coronavirus come il Covid-19 o per affrontare la fibrosi polmonare”, spiega un comunicato dell’università, e “apre un’area di ricerca immunologica completamente nuova” intorno alla proteina LRRC15. Potrebbe aiutare a spiegare perché alcune persone che contraggono la malattia da Covid si ammalano gravemente, mentre altre no.

Per arrivare a questa scoperta, i ricercatori australiani guidati da Greg Neely, professore di genomica funzionale presso la University of Sydney, hanno esaminato le cellule umane per cercare nell’intero genoma umano le proteine in grado di legarsi al Sars-CoV-2. Dopo aver studiato i polmoni dei pazienti morti a causa del Covid o di altre malattie, hanno scoperto che i pazienti gravi affetti da Covid avevano «tonnellate di LRRC15 nei polmoni», ha spiegato Neely. Ma i ricercatori ritengono che nel loro caso non ne sia stata prodotta abbastanza per essere protettiva, oppure che sia stata prodotta troppo tardi per essere utile. «Non abbiamo potuto esaminare i polmoni dei pazienti sopravvissuti perché la biopsia polmonare non è facile da fare sulle persone vive - ha spiegato al Guardian il professore - Prevediamo una maggiore quantità di questa proteina nei pazienti sopravvissuti rispetto a quelli morti a causa del Covid».

Il ricercatore Lipin Loo e il dottorando Matthew Waller, che hanno partecipato allo studio, hanno raccontato che la proteina «agisce un po’ come il velcro, il velcro molecolare, in quanto si attacca alla punta del virus e poi lo allontana dai tipi di cellule bersaglio». LRRC15, che è un un recettore per il Coronavirus, può aderirvi e immobilizzarlo, impedendo ad altre cellule vulnerabili di essere infettate nel processo. Si tratta di una proteina che non è presente nell’essere umano fino a quando il Sars-CoV-2 non entra nell’organismo. Stando alla ricerca, sembra che faccia parte di una nuova barriera immunitaria che aiuta a proteggere dalle infezioni gravi da Covid-19.

Per identificare la proteina, il team ha utilizzato lo strumento di ingegneria genetica noto come Crispr, che ha permesso di verificare quali geni conferissero alle cellule umane la capacità di legarsi alla proteina spike del Sars-CoV-2. Secondo i ricercatori «questa proteina appena identificata potrebbe far parte della risposta naturale del nostro corpo alla lotta contro l’infezione, creando una barriera che separa fisicamente il virus dalle cellule polmonari più sensibili alla Covid-19».

La ricerca offre nuove strade per lo sviluppo di antivirali: «Possiamo ora utilizzare questo nuovo recettore per progettare farmaci ad azione ampia che possano bloccare l’infezione virale o addirittura sopprimere la fibrosi polmonare», una condizione in cui il tessuto polmonare si cicatrizza e si ispessisce, causando difficoltà respiratorie. Il Covid-19 può portare alla fibrosi, per cui attualmente non esistono trattamenti validi. Ma i ricercatori sono ottimisti.

Secondo il professor Stuart Turville, virologo presso il Kirby Institute della University of New South Wales, la comprensione delle risposte innate negli esseri umani «ci permette di frenare un virus in modo che altri apparati del nostro sistema immunitario possano recuperare e rispondere». Turville ha spiegato al Guardian che «in alcuni casi questi freni possono essere così efficaci che il virus potrebbe non prendere mai slancio». Potrebbe essere questo uno dei tanti fattori che «aumentano la capacità delle persone di essere protette dal virus nelle fasi iniziali».

Leggi anche
Covid
di Antonio Pellegrino 4 min lettura
Salute
di Ilaria Marciano 3 min lettura