Diritti

Kate Forbes, la candidata in pole position per guidare la Scozia

Dopo le dimissioni di Nicola Sturgeon, l’attuale ministra delle Finanze scozzesi è in corsa per guidare il Paese. A frenarla però ci sono i diritti civili. In questo articolo vi raccontiamo perché
Credit: Andrew Cowan/Scottish parliament
Tempo di lettura 4 min lettura
24 febbraio 2023 Aggiornato alle 12:00

Ha già infranto due record: è stata la prima donna e la persona più giovane di sempre a diventare ministro delle Finanze scozzesi.

Ora Kate Forbes corre per una sfida ancora più grande: raccogliere l’eredità dell’ormai ex Premier scozzese e leader dello Scottish National Party, Nicola Sturgeon.

Le chance di Forbes sono reali e per capirle bisogna guardare alla sua storia.

Classe 1990, Forbes nasce a Dingwall, nel nord della Scozia. Ma il suo primo ricordo di infanzia è a una festa in India. La piccola Forbes vive infatti lì per tre anni a causa del lavoro del padre. Poi arriva il ritorno in Scozia e la laurea in Storia alla Cambridge University.

Per due anni e mezzo Forbes lavora nel colosso bancario Barclays. Durante questo periodo si avvicina alla politica. Lavora per il parlamentare scozzese Dave Thompson.

Quando nel 2016 Thompson decide di non ricandidarsi è proprio Forbes a prendere il suo posto. La giovane politica ha soli 26 anni. Qualcuno storce il naso per la sua inesperienza. Ma i risultati sono ottimi: la candidata arriva quasi a raddoppiare i voti di Thompson e entra nel parlamento scozzese.

Fin dal suo ingresso nel tempio della politica scozzese, Forbes si fa notare. Nel 2018 sceglie di tenere un intero discorso in gaelico, antica lingua scozzese e in cui la giovane politica ha studiato a scuola da adolescente. Tra le sue prime battaglie c’è quella vietare l’uso di cannucce di plastica.

Nel 2018 diventa viceministra delle Finanze. Ma la vera ribalta nazionale arriva due anni dopo.

A sorpresa Forbes viene chiamata ad assumere il ruolo di ministra delle Finanze. Ci sarebbe da festeggiare. Ma la nomina arriva in una situazione tutt’altro che semplice. Il suo predecessore Derek Mackay si è dimesso per avere inviato centinaia di messaggi a un sedicenne chiedendogli un incontro. Ed è costretto ad abbandonare il suo incarico a poche ore dalla presentazione della Legge di bilancio scozzese. Forbes riesce a presentarla in parlamento con una sicurezza che stupisce anche i suoi critici. E che la lancia definitivamente nel panorama politico scozzese.

Nei due anni successivi si trova ad affrontare la difficile sfida pandemica. Criticata da alcuni suoi compagni di partito per essere troppo liberale, Forbes risponde mettendo in chiaro che «la lotta alle disuguaglianza è la priorità dell’azione economica del governo». Tra la misure previste nella sua Legge di bilancio per il 2022-2023 c’è l’aumento del salario minimo dei dipendenti pubblici a 10,50 sterline orarie.

A far discutere però non sono solo le sue idee economiche. Forbes è una fervente credente e fa parte della Libera Chiesa di Scozia.

Le sue posizioni sui temi dei diritti civili sono molto contestate.

Si è detta contraria al sesso prematrimoniale. Inoltre, ha detto che se fosse stata in parlamento nel 2014 non avrebbe votato in favore della legge che ha equiparato le coppie gay a quelle eterosessuali.

Dopo queste parole, alcuni suoi sostenitori hanno ritirato il loro supporto. Forbes ha comunque chiarito di ritenere ormai quelli delle coppie gay «dei diritti acquisiti da rispettare». Sul tema dell’aborto, Forbes nel 2018 ha detto che il «vero progresso scientifico» sarebbe dedicarsi al «nascituro». Ha comunque messo in chiaro che sarebbe a favore della messa in sicurezza delle donne che si recano nelle cliniche per abortire.

Queste posizioni l’hanno spesso vista scontrarsi con l’ormai ex Prima ministra Nicola Sturgeon.

Soprattutto sui temi dell’identità di genere, che Forbes difende secondo la visione tradizionalista. Gli scontri tra le due non hanno impedito a Sturgeon di dire pubblicamente che Forbes è una «persona di gran talento».

In molti però temono che una sua vittoria potrebbe spostare il partito su posizioni più conservatrici in tema di diritti civili. Lei ha respinto le accuse dicendosi «indipendente dall’influenza di qualunque chiesa».

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