Diritti

Ciad: una radio per sognare la fine delle violenze di genere

Durante le puntate di Radio Ningui, Elbeka, Mariam e Awa parlano di mutilazioni genitali femminili, matrimoni forzati e mestruazioni. Dando voce alle battaglie che le donne portano avanti con coraggio
Credit: Alexandra Patrusheva
Tempo di lettura 4 min lettura
23 febbraio 2023 Aggiornato alle 15:00

A Baga Sola, città nella regione Lac, sulle rive del lago Ciad, è nata una radio che denuncia le violenze che subiscono le ragazze. In Ciad, infatti, il 67% delle donne si sposa perché costretta, senza nemmeno aver raggiunto la maggiore età, mentre il 34% è vittima di mutilazioni genitali e solo il 19% arriva alla scuola secondaria.

Il progetto è stato ideato da Elbeka, Mariam e Awa, che conducono il programma con altre ragazze. «All’inizio ero intimidita ma, dopo essere andata in onda per la prima volta, mi sono sentita felice di potermi esprimere. Se le ragazze cominciassero a parlare alla radio fin da piccole, potrebbero dire di tutto e ovunque. Inoltre, è un ottimo modo per aumentare la consapevolezza affinché la società abbandoni pratiche come il matrimonio infantile. Tutti nella comunità hanno accesso alla radio», ha raccontato Elbeka, 14 anni, a El País.

Nel 2014, a causa degli attacchi di gruppi armati in Nigeria e nel nord del Camerun, la crisi nel Ciad occidentale si è intensificata: si stima infatti che il numero di rifugiati nel Paese sia di 1,1 milioni e circa il 54% è composto da donne.

In questo contesto, la radio non è soltanto un mezzo di comunicazione: è il riflesso delle battaglie che le ragazze portano avanti con coraggio; inoltre, è un utile strumento per la didattica a distanza, specialmente per quelle zone in cui non è possibile frequentare la scuola a causa del conflitto. Poi trasmette ai cittadini informazioni importanti riguardo la sicurezza, le campagne di prevenzione di alcune malattie e la promozione dei diritti delle donne.

El País spiega che non è raro incontrare in Ciad un gruppo di 15 o 20 persone riunite intorno a un albero per ascoltare l’emittente radiofonica. Le radio comunitarie (ovvero i servizi alternativi alle radio commerciali che trasmettono informazioni legate a un territorio specifico) sono importantissime, perché risultano accessibili a tutti e a tutte gratuitamente e risultano facilmente comprensibili grazie a un linguaggio semplice e diretto.

Questo è particolarmente rilevante in Ciad, poiché è uno dei Paesi con il più basso tasso di alfabetizzazione al mondo. L’Unesco ha rilevato che solo il 31% degli uomini sa legge e scrivere. E, nel caso delle delle donne, la percentuale si abbassa drasticamente: soltanto il 14% ha acquisito queste competenze. Inoltre, in termini di libertà di stampa, il Paese si colloca al 104° posto su 180 nella classifica di Reporter Senza Frontiere.

Nello studio di Radio Ningui, Elbeka, Mariam e Awa incontrano altre 21 ragazze: insieme hanno creato il Club delle ragazze, promosso dalla campagna La Luz de las Niñas della fondazione Entreculturas, per parlare di mestruazioni, mutilazioni genitali femminili, matrimonio precoce e forzato. Preparano anche la scaletta da seguire per le nuove puntate.

«Siamo coraggiose. Quando siamo tornate a casa dopo aver trasmesso la prima puntata del nostro programma, i nostri genitori e le persone del quartiere ci hanno fatto i complimenti e ci hanno detto che le informazioni che forniamo sono molto interessanti», ha dichiarato Elbeka.

Le ragazze e le donne in Ciad stanno cercando di diffondere messaggi importantissimi attraverso le loro voci, ma è importante che si arrivi a un punto in cui possano sentirsi anche sicure. Ma per arrivare a ciò, hanno bisogno di sostegno da parte delle istituzioni. Uno degli obiettivi dello Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, infatti, prevede l’eliminazione di tutte le pratiche dannose per le donne entro il 2030.

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