Culture

La “nuova” Tate Britain metterà al centro le artiste

Il 23 maggio 2023 il museo londinese presenterà un riallestimento, il primo in 10 anni, che dedicherà la metà dei suoi spazi alle donne del XVII, XVIII e XIX secolo
Chiddy Doing Rene's Hair, 2019
Chiddy Doing Rene's Hair, 2019 Credit: Rene Matić. Photo Tate (Sonal Bakrania)
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
19 febbraio 2023 Aggiornato alle 15:00

Sulle rive del Tamigi “le artiste saranno più rappresentate che mai”, fa sapere la Tate Britain dal proprio sito, annunciando il primo riallestimento delle sue collezioni gratuite di arte contemporanea da 10 anni a questa parte. Dal 23 maggio 2023 i visitatori e le visitatrici della galleria d’arte di Londra potranno infatti esplorare più di 800 opere di oltre 350 artisti e la metà saranno donne, grandi professioniste del XVII, XVIII e XIX secolo.

«I nuovi allestimenti della Tate Britain - spiega Polly Staple, Direttrice della collezione d’arte britannica dell’Istituto - incarnano il nostro impegno ad ampliare il canone e a diversificare la storia dell’arte britannica. Negli ultimi anni abbiamo portato tante opere incredibili nella collezione della Tate e i visitatori potranno presto vedere queste nuove acquisizioni appese accanto a classici più familiari e amati».

Tra 3 mesi chi entrerà alla Tate Britain, che fa parte del complesso museale Tate del Regno Unito, insieme a Tate Modern, Tate Liverpool e Tate St Ives, «potrà esplorare 500 anni di cambiamenti rivoluzionari nell’arte, nella cultura e nella società, culminati nelle nuove opere di alcuni dei più interessanti artisti contemporanei britannici», dice Alex Farquharson, direttore del museo. «Celebreremo il meglio dell’arte britannica e mostreremo come ci parla, ci sfida e ci ispira».

Il nuovo allestimento ospiterà artiste del calibro di Bridget Riley e Tracey Emin, Kudzanai-Violet Hwami e Lydia Ourahmane e ci sarà anche un ritratto a figura intera del 1650 di Joan Carlile, ritenuta la prima donna in Gran Bretagna a lavorare come pittrice a olio professionista. Il dipinto è stato acquisito nel 2016 e tra le opere ottenute ancora più di recente dalla Tate saranno presenti anche la selezione di acquerelli di Emily Sargent, realizzati durante i suoi viaggi in Nord Africa e il suggestivo e neo-arrivato A Fisher Girl’s Light del 1899 di Marianne Stokes, acquisito nel 2022.

Accanto a grandiosi ritratti Tudor e scene di battaglia georgiane, ci saranno anche le opere di una nuova generazione di giovani professioniste che entrano per la prima volta a far parte della collezione nazionale, come la tela caleidoscopica dell’artista visiva Rachel Jones, nata nel 1991, che con la sua Lick your teeth, they so clutch è una delle più attese. Così come la serie di fotografie che cattura la vita britannica del XXI secolo, opera di Rene Matić, classe 1997, che si definisce una donna queer e una «working-class womxn, termine che consente di includere le identità genderfluid, gender queer, gender non-conforming, non-binary e trans of colour», ha spiegato in un’intervista.

Il team della Tate si sta preparando a mettere in scena anche una serie di opere complesse su larga scala e realizzate con materiali insoliti: le 8 tonnellate di riso del Neon Rice Field dell’artista originario del Laos Vong Phaophanit; i 2.000 fiori rossi divisi in 4 colonne che compongono Preserve “beauty” della britannica Anya Gallaccio; le sculture in vetro e acciaio che compongono Transmission, opera del defunto arista pakistano Hamad Butt.

In occasione dell’apertura delle nuove esposizioni, la Tate Britain ospiterà anche alcune installazioni fuori dalla galleria che si affaccia su Millbank, la via che corre lungo il Tamigi, nel quartiere Westminster: 2 sculture in cemento di Sarah Lucas verranno posizionate nel prato di fronte al museo, mentre un dipinto site-specific, ovvero pensato e realizzato per essere inserito in un determinato ambiente, di France-Lise McGurn, di Glasgow, si potrà osservare sul soffitto del Djanogly Bar.

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