Economia

Import&Export: com’è andato il 2022?

I dati Istat segnalano un deficit commerciale di 31 miliardi di euro. Ma il valore delle esportazioni Mady in Italy segnano cifre da record (+20%)
Credit: Tom Fisk
Tempo di lettura 3 min lettura
20 febbraio 2023 Aggiornato alle 16:00

Gli ultimi dati Istat ci permettono di iniziare a tirare le somme sugli scambi commerciali del 2022, restituendoci buone e cattive notizie.

Via il dente, via il dolore: iniziamo dalle seconde. L’Italia ha chiuso il 2022 con un disavanzo commerciale di 31 miliardi di euro: tra le cause principali, l’aumento del costo dell’energia che ha segnato meno 111 milioni di euro rispetto ai meno 48 milioni dell’anno precedente. A risollevare le cifre è stato invece lo scambio dei prodotti non energetici che ha segnato un avanzo di oltre 80 milioni di euro, anche se nel 2021 se ne registravano circa 8 milioni in più.

Il valore delle importazioni ha superato i 655 miliardi di euro, con circa 175 miliardi in più del 2021, con i prezzi che a dicembre sono diminuiti dell’1,6% su base mensile e aumentati dell’11,3% su base annua.

Allo stesso tempo, anche le esportazioni sono cresciute, segnando valori da record. Nel mese di dicembre queste hanno avuto un incremento del 13,5% - ovvero circa 52 miliardi di euro - arrivando a un aumento totale nel 2022 di circa il 20%. Dicembre si è confermato come il 14° mese consecutivo in cui le esportazioni italiane sono aumentate: per trovare dati in negativo dobbiamo, infatti, tornare a febbraio 2021.

Il valore dell’export Made in Italy ha raggiunto, dunque, cifre da record, pari a 625 miliardi di euro, ben 100 miliardi in più del 2021. I meriti di questo aumento sono in parte da attribuire all’incremento dei valori medi unitari delle merci vendute - +20% - mentre le quantità sono rimaste invariate.

Questi risultati ci permettono di classificarci tra i migliori in Europa: la Francia rimane ferma a una crescita del 18%, mentre è in grande difficoltà la Germania. Quest’ultima, con un incremento di circa 13 punti percentuali, ha registrato uno dei valori peggiori in Europa anche a causa del settore automobilistico - uno dei comparti trainanti per l’economia tedesca - che ha chiuso il 2022 con 840.000 vetture scambiate in meno.

Le nostre esportazioni sono cresciute, invece, del 20% sia verso l’Unione Europea che verso i Paesi extra Ue. All’interno dell’Unione, l’Italia ha venduto quote per circa il 52%, la Francia per il 56% e la Germania per il 55%. Diminuiti, senza grandi sorprese, i rapporti con la Russia, mentre è stata registrata una crescita quasi nulla con quelli cinesi, complici le politiche di chiusura anti Covid applicate dal Paese.

Ottimi i risultati dell’export per tutta la filiera manifatturiera italiana: solo il settore auto ha avuto alcune difficoltà, anche se gli ultimi dati suggeriscono una realtà in lenta ripresa. Bene per il settore farmaceutico e medicale - la cui crescita ha superato il 40% - per i prodotti petroliferi raffinati - +80% - ma anche per metalli, prodotti alimentari, tessili e chimici.

In linea di massima quasi tutti i comparti industriali hanno fatto registrare 10 miliardi di euro in più rispetto al 2021. In un clima inevitabilmente ostile a causa dell’inflazione e del caro vita, il Made in Italy mostra i denti e si difende sui mercati internazionali, portando a casa dei risultati che, nonostante tutto, possono definirsi positivi.

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