Diritti

Immigrazione: aumentano i minori non accompagnati alla frontiera francese

Nel 2022 ne sono stati presi in carico 4.909, in prevalenza di origine africana. La prefettura delle Alpi Marittime parla di “totale saturazione delle strutture di accoglienza”
Credit: ANSA/CESARE ABBATE
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
15 febbraio 2023 Aggiornato alle 18:00

La frontiera franco-italiana è chiusa dal 2015. I controlli della polizia sono quotidiani e molto attenti: «Buongiorno signore e signori. Controllo dei documenti d’identità», dicono quando salgono sul treno a Menton-Garavan, la prima stazione francese dopo l’Italia. Si piazzano anche alle uscite autostradali di Mentone e Monaco, sui sentieri di montagna, nei tunnel ferroviari.

Eppure, questo non basta: numerosi migranti, spinti dallo spirito di sopravvivenza e dal tentativo di cercare una nuova vita altrove, lontano da guerre, fame e discriminazioni, riescono a entrare in territorio francese.

Tra questi, nel corso del 2022, 4.909 minori non accompagnati sono stati presi in carico dalla prefettura delle Alpi Marittime, il dipartimento francese nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Il loro numero è in aumento rispetto ai 4.049 del 2021 e ai 174 di 9 anni fa, nel 2014. Nel mezzo ci sono state crisi migratorie, conflitti e carestie che hanno contribuito ad accrescere drammaticamente questa cifra.

Il dipartimento delle Alpi Marittime è in prima linea nell’accoglienza dei rifugiati perché, spiega il quotidiano francese Libération, la protezione dei minori non accompagnati è di sua competenza. I centri di accoglienza in questo momento sono stracolmi, «attualmente siamo a più di 700 minori ospitati», ha riferito la prefettura, che ha registrato una «totale saturazione delle strutture. In otto anni il sostegno è stato moltiplicato per 28», ha spiegato facendo un paragone con le cifre del 2014.

Di questi minori, solo 286 sono ospitati in strutture dedicate del dipartimento. Gli altri sono temporaneamente sistemati in alberghi: a Nizza varie strutture alberghiere se ne dividono più di 100, ad Antibes 25. Ma di recente la prefettura ha requisito l’albergo nel cuore della Costa Azzurra per un mese: i servizi dipartimentali si sentono abbandonati dallo Stato e, in una lettera inviata al ministero dell’Interno, si dicono “vittime dell’assenza di una politica migratoria europea coordinata” e chiedono una distribuzione “su tutto il territorio nazionale”.

Con gli arrivi in aumento ogni anno, le associazioni della regione sostengono che la situazione si sarebbe potuta evitare costruendo nuovi centri di accoglienza, «uno per il ricovero, l’altro per la sistemazione a lungo termine», ha spiegato al portale europeo di informazione per i migranti Infomigrants David Nakache, presidente dell’associazione Tous Citoyens per la difesa dei diritti. «È l‘intera politica di accoglienza che deve essere rivista. Questa cattiva gestione e le sue conseguenze avallano la fantasia di un’ondata di migranti, di un’inondazione di esuli».

Secondo il quotidiano di orientamento politico di centro-destra Le Figaro, le autorità locali si stanno interrogando sul ruolo svolto dall’Italia nell’aumento di ingressi registrato. Dopo la vicenda della Ocean Viking, quando la Francia ha fatto sbarcare a Tolone i 234 naufraghi a bordo, giudicando inaccettabile il rifiuto italiano di concedere un porto sicuro alla nave umanitaria, i controlli di sono intensificati: Infomigrants spiega che circa 500 agenti sono stati inviati a più di una dozzina di valichi di terra con l’Italia per impedire di attraversare il confine.

I controlli avvengono anche «sul tratto di strada che collega il passaggio di frontiera a Nizza, lungo di 32 chilometri», sostiene Nakache. Si tratta di «un ostacolo permanente al diritti d’asilo»: i migranti vengono arrestati e ricondotti dai militari nella parte italiana, senza che gli venga concesso di richiedere asilo. Una pratica del tutto illegale secondo la Convenzione di Ginevra sullo statuto dei rifugiati. E poi si ricomincia: «Vengono sballottati tra Italia e Francia» e tentano «in media 4 o 5 volte di attraversare il confine», prima di riuscirci.

Quelli che riescono a raggiungere Nizza, viaggiano poi su un pullman per 45 minuti prima di arrivare in un centro di accoglienza per richiedenti asilo in cui poter presentare la propria domanda d’asilo. Al 9 febbraio 2023, riporta Le Figaro, sono già state registrate 3.643 non ammissioni, rispetto alle 2.790 dello stesso periodo del 2022, e il numero dei minori è in aumento. Vengono respinti anche se i documenti che hanno con sé dimostrano che hanno meno di 18 anni, ma la polizia di frontiera nega.

Molti di questi migranti, visti i crescenti dispiegamenti di polizia, cercano altre vie per entrare illegalmente in Francia, nascondendosi anche a costo di rischiare la vita. Secondo il collettivo Roya Citoyenne, che offre aiuto ai migranti che oltrepassano il confine, dal 2016 almeno 50 persone sono morte in quella che viene chiamata la “frontiera mortale”.

Leggi anche
Infanzia
di Costanza Giannelli 5 min lettura