Ambiente

Inquinamento: 2 genitori fanno causa al Piemonte

Per colpa dello smog, il figlio di 6 anni soffre di problemi polmonari cronici. Ora, finalmente, il diritto a respirare aria pulita e sana viene portato in tribunale. Aprendo la strada del cambiamento
Via cronacaqui.it
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Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
15 febbraio 2023 Aggiornato alle 19:00

A Milano i livelli di particolato PM10 hanno superato la soglia consentita per 5 giorni consecutivi. Ieri, le centraline Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) hanno registrato ancora una volta concentrazioni di polveri sottili oltre i limiti raccomandati dall’Unione Europea e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Da domani scatteranno le misure antismog di primo livello: il blocco del traffico coinvolgerà i veicoli fino a euro 4 diesel nel centro urbano, con obbligo spegnimento motori in sosta; il riscaldamento domestico sarà ridotto di 1 grado nelle abitazioni; gli agricoltori avranno il divieto di spargimento di liquami zootecnici e, in assoluto, non si potranno accendere fuochi, falò, barbecue e fare fuochi d’artificio.

Non è una novità. Periodicamente viene lanciato l’allarme a Milano e in generale nella Pianura Padana, tristemente nota all’estero come una delle aree più inquinate d’Europa.

Aveva fatto notizia, a ottobre, il report dell’associazione Cittadini per l’aria che ha mappato i livelli di biossido di azoto nel capoluogo lombardo, evidenziando la presenza di numerose scuole in zone molto inquinate della città: 583 istituti a meno di 75 metri da strade ad alta percorrenza, in cui passano più di 10.000 veicoli al giorno.

Ci sono però dei – timidi - segnali positivi. Ormai da diversi anni associazioni ecologiste e attivisti fanno causa ai Governi in difesa dell’ambiente e in alcuni casi, sono arrivati fino alla Corte di Strasburgo. Anche in Italia, da qualche tempo, si muovono azioni legali per la qualità dell’aria.

La correlazione tra lo smog e varie patologie - l’inquinamento atmosferico può contribuire allo sviluppo di forme asmatiche, alla formazione di tumori e al verificarsi di infarti e ictus – è ormai cosa nota: a certificarla è stata l’Agenzia Europea dell’Ambiente. In Italia, ogni anno, sono più di 10 le morti premature legate al biossido di azoto e quasi 50.000 quelle legate al PM 2,5.

C’è, poi, il caso di Torino, una delle città più inquinate d’Europa. Nel 2022, in base ai dati diffusi dal report Mal’aria di Legambiente, il capoluogo piemontese ha superato per ben 98 volte le soglie giornaliere stabilite per la presenza di PM10 nell’aria: a gennaio 2023, ha già sforato 16 volte.

Proprio a Torino, a novembre, è stata avviata un’azione legale contro la Regione Piemonte per i danni da smog. A intentarla sono stati Chiara (per questioni di privacy non è stato reso pubblico il cognome) e il suo compagno, con il sostegno del comitato di cittadini di Torino respira e l’organizzazione di diritto ambientale Client Earth, per i problemi polmonari cronici di cui soffre il figlio di 6 anni.

Nel nostro ordinamento, infatti, la Regione ha una competenza concorrente con lo Stato in materia di tutela della salute pubblica. Senza contare gli impegni derivanti dall’ambizioso Piano per la qualità dell’aria, che imporrebbe a ciascuna regione l’obbligo di garantire, con misure concrete, la salubrità dell’aria.

Si tratta di un’azione legale di natura civile che invoca il “diritto a respirare aria pulita e sana” e chiede interventi effettivi per contenere i livelli di inquinamento nell’aria.

Al Tribunale di Torino viene chiesto di riconoscere il diritto del bambino a respirare aria sana e pulita, di accertare la responsabilità della Regione Piemonte per la violazione dei limiti di legge e di condannarla ad agire per il loro rispetto e al risarcimento dei danni causati.

Oltre al caso di Chiara, c’è anche una causa penale, avviata a seguito di un esposto dell’allora presidente di Torino Respira Roberto Mezzalama. Esposto che ha portato all’inserimento nel registro degli indagati degli ex sindaci di Torino Piero Fassino e Chiara Appendino, dell’ex presidente regionale Sergio Chiamparino, dell’attuale presidente regionale Alberto Cirio e gli assessori all’Ambiente in carica dal 2015.

L’accusa nei confronti degli esponenti della Regione Piemonte e del Comune di Torino è quella di aver adottato una politica inadeguata a tutelare la salubrità dell’aria.

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