Culture

Musei: è boom di visitatori

In attesa delle nuove nomine di molti direttori, i principali musei italiani si godono il successo, con incassi e numero di visitatori nettamente superiori rispetto al periodo pre-covid
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26 febbraio 2023 Aggiornato alle 09:00

A quasi due anni dalla loro riapertura, dopo il difficile periodo pandemico, i musei italiani stanno vivendo un momento d’oro e per loro sembrano essere in programma grandi cambiamenti. Il nuovo ministero della Cultura guidato da Gennaro Sangiuliano pare infatti intenzionato a lasciare il segno.

Nel 2023 sono arrivati a fine mandato 14 direttori e direttrici di musei e siti archeologici dotati di autonomia speciale scientifica, finanziaria, organizzativa e contabile. Tra questi Sylvain Bellenger del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Paolo Giulierini, del Mann, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, James Bradburne della Pinacoteca di Brera e l’annessa Biblioteca Braidense, e Eike Schmidt, delle Gallerie degli Uffizi.

Realtà di primissimo piano, tra i luoghi della cultura più rilevanti e visitati d’Italia e intorno ai quali il ministero ha orientato buona parte delle sperimentazioni, ristrutturazioni e programmazioni organizzative dell’ultimo decennio, al fine di farne i motori dell’intero comparto museale del Paese.

Alcune dichiarazioni del ministro in merito alla volontà di riservare i concorsi per le nuove cariche dirigenziali dei musei autonomi, solo a italiani avevano inizialmente a turbare gli animi ma anche se al momento non ci sono ancora dichiarazioni definitive, stando a quando rivelato dal direttore generale Musei, Massimo Osanna, i nuovi bandi dovrebbero, come i precedenti, rimanere internazionali.

Per quanto riguarda i bilanci, la voce della sostenibilità economica è diventata sempre più significativa nei criteri di eccellenza che contraddistinguono i luoghi della cultura.

Note positive per quanto riguarda i numeri. Il fatturato post-covid indica infatti una evidente ripresa, con un +177% rispetto al 2021 e gli incassi totalizzati che ammontano a più di 193 milioni di euro.

In cima alle classifiche del fatturato si trova il Parco Archeologico del Colosseo che, con un aumento del 273%, rispetto al 2021 ha avuto più di 62 milioni di euro di incassi. Al secondo posto, il Parco Archeologico di Pompei, con 34 milioni di euro, seguito dagli Uffizi, con una crescita del 142%, e più di 33 milioni di euro in fatturato.

La Pinacoteca di Brera ha incassato 2,46 milioni, superando i 2,29 milioni del 2019. Anche il Museo di Capodimonte è riuscito a superare il fatturato pre-chiusura portandolo dai 726.000 del 2019 a oltre la soglia del milione di euro nel 2022. Gli altri siti, come Reggia di Caserta, Galleria Borghese, Villa Adriana, Villa d’Este, Parco Archeologico di Ercolano e Mann di Napoli, hanno incassi che gravitano tra i 5,59 milioni (Reggia di Caserta) e 3,38 milioni (Mann).

Di pari passo sono aumentati di conseguenza anche i visitatori, che registrano un +210% rispetto al 2021. Al Colosseo addirittura sono aumentati del 480%, grazie soprattutto al turismo straniero che rappresenta l’80% del totale.

Osanna spiega come le grandi riprese di Colosseo, Uffizi e Pompei, tranquillizzino molto il ministero, perché rappresentano una sorta di cassa per gli altri musei, visto che il loro 20% viene ridistribuito agli altri istituti, facendo diminuire qualche preoccupazione, come quella del caro bollette.

A determinare questo boom anche il fatto che molti musei dopo la pandemia si sono dotati di una strategia comunicativa più dinamica, aprendosi a canali di immediata accessibilità, e grazie a questo i centri minori stanno crescendo e riacquistato centralità. «È importante che i luoghi della cultura siano percepiti da chi vive nel territorio - sottolinea Osanna - e che diventino posti dove non si va una volta sola, ma si torna perché avvengono incontri, confronto e novità».

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