Economia

1 imprenditore su 10 non è italiano

Il rapporto della Fondazione Leone Moressa evidenzia un aumento degli imprenditori stranieri, che nel 2022 hanno raggiunto il 10,1%. La maggior parte lavora nell’edilizia, vive in Lombardia e viene dalla Cina
Credit: Ono Kosuki
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16 febbraio 2023 Aggiornato alle 14:00

Negli ultimi anni, in Italia sono aumentati gli imprenditori stranieri, come emerge dall’ultimo rapporto della Fondazione Leone Moressa. Stando ai dati, 1 imprenditore su 10 è nato al di fuori dell’Italia; parlando di numeri, nel 2022 erano 761.000 gli imprenditori stranieri, equivalente al 10,1%. Si tratta di un fenomeno che, dal 2000 in poi, non ha mai smesso di crescere, anzi, ha subìto un aumento costante: nel 2000 la percentuale degli imprenditori stranieri era del 3%. La maggior parte è composta da uomini, mentre le donne straniere titolari di un’impresa sono circa un quarto rispetto al totale.

Ma quali sono i settori più coinvolti? Al primo posto, troviamo il settore edilizio (17% equivalente a 170.409 stranieri), poi il commerciale (13,5% ovvero 235.971), alberghi e ristoranti (12,7% equivalente a 74.558), poi il settore manifatturiero (8,5%, 69.146 stranieri), il settore dei servizi (7,5%, 184.433), infine il settore dell’agricoltura (3%, 26.178).

Tutti questi ambiti, tra il 2010 e il 2022, hanno registrato, da un lato un aumento degli imprenditori stranieri, dall’altro un calo degli imprenditori italiani: in particolare, nel settore della manifattura sono diminuiti del -23,1%. Nello specifico, il tasso di occupazione degli stranieri è al 57,8%, leggermente inferiore al tasso di occupazione dei cittadini italiani, 58,3%.

La maggior parte degli imprenditori stranieri proviene dalla Cina: sono 77.541, che corrispondono al 10,2% del totale. Seguono poi la Romania, che con il 10% si pone quasi sullo stesso piano di Pechino, il Marocco con l’8,8%, l’Albania con il 7,5% e infine il Bangladesh con il 4,9%. È importante sottolineare che, nonostante abbia una percentuale minore, il Bangladesh è quello che ha subìto una variazione percentuale maggiore (+136,8% dal 2010 al 2022).

La maggiori parte vive in Lombardia, poi in Emilia-Romagna, Lazio, Toscana (Prato è infatti la prima provincia per l’imprenditorialità extra Ue soprattutto per il settore della manifattura) e Veneto. Anche in questo caso, sembra essere presente una spaccatura tra il Nord o il Centro e il Sud. Ma negli ultimi anni il fenomeno risulta in crescita anche nel Mezzogiorno, in particolare in Campania. È importante sottolineare che il Nord e il Centro sono le aree dove si concentra la maggior parte delle imprese e dove risiede il maggior numero di cittadini stranieri.

Il fenomeno dell’imprenditoria straniera è strettamente legato alla rigidità del mercato del lavoro italiano: per un cittadino straniero, infatti, è molto più difficile trovare un posto di lavoro come dipendente o intravedere una crescita professionale. Non resta altro da fare se non mettersi in proprio.

Questi dati sono molto importanti: integrare i cittadini stranieri nel nostro territorio è fondamentale dal punto di vista economico, dal momento che il loro contributo equivale a circa il 9% del Pil italiano.

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