Futuro

La Sardegna sogna la caccia alle onde gravitazionali

L’ex miniera di Sos Enattos (Nuoro) è il sito individuato per la candidatura dell’Italia a ospitare l’Einstein Telescope, l’interferometro europeo di terza generazione che intercetta le estreme propaggini dell’universo
Credit: Yang Shuo
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
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16 febbraio 2023 Aggiornato alle 10:00

La settimana scorsa, la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha firmato il decreto istitutivo del Comitato tecnico scientifico per la candidatura dell’Italia a ospitare l’Einstein Telescope, l’osservatorio europeo di onde gravitazionali di terza generazione che l’Italia dovrà contendersi con i Paesi Bassi.

A presiedere il gruppo di esperti è il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi. Del Comitato faranno parte anche l’ambasciatore Ettore Sequi, segretario generale del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, gli scienziati Marica Branchesi e Fernando Ferroni del Gran Sasso Science Institute e Antonio Zoccoli, presidente dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare (Infn).

Il progetto prevede la costruzione di un gigantesco interferometro – uno strumento per la misura delle distanze basato sulle proprietà di interferenza delle onde luminose – a una profondità tra i 100 e i 300 metri, per isolarlo dai movimenti delle onde sismiche.

Avrebbe un perimetro di circa 30 km composto da bracci lunghi 10 km, in grado di rilevare le cosiddette onde gravitazionali, increspature dello spaziotempo che si propagano alla velocità della luce e le cui prove sperimentali sono state ottenute grazie ai rilevatori Ligo e Virgo solo nel 2016, un secolo dopo la loro teorizzazione da parte di Albert Einstein.

«Grazie alla sua estrema sensibilità alle basse frequenze – spiega l’Infn – Et ci permetterà di osservare con regolarità le onde gravitazionali inaugurando così l’era di un nuovo tipo di astronomia, l’astronomia gravitazionale di precisione».

Come area idonea per ospitare l’osservatorio è stata individuata la miniera dismessa di Sos Enattos, nel comune di Lula in provincia di Nuoro, in Sardegna, che beneficerebbe della realizzazione dell’opera in termini occupazionali e di investimenti.

L’investimento della Regione sarà di 300 milioni di euro, a fronte di un costo di realizzazione totale di 1,7 miliardi che saranno coperti, per la parte restante, da fondi nazionali ed europei.

L’impatto economico complessivo è stato calcolato in 6 miliardi di euro nei 9 anni necessari per la costruzione, più un valore annuo di circa 127 milioni di euro e oltre 700 posti di lavoro una volta a regime «escludendo i dipendenti», stimati in 160 unità permanenti.

«Una grande infrastruttura internazionale che per l’Italia rappresenta un’opportunità strategica non solo per la ricerca scientifica, ma anche per l’industria nazionale e per l’economia del Paese», ha dichiarato la ministra Bernini. «L’Einstein Telescope permetterebbe al Paese di rafforzare la sua leadership scientifica».

Dal sindaco di Nuoro Andrea Soddu arrivano i complimenti all’operato del governo, «con l’augurio che prenda una posizione netta riguardo al parco eolico di Gomoretta affinché non venga permessa la sua realizzazione o che comunque ne vengano limitati al massimo gli effetti potenzialmente negativi per l’Einstein Telescope».

La partita potrebbe decidersi già il prossimo anno. «I tempi non sono molto lunghi, la decisione sarà presa verso il 2024», ha fatto sapere Giorgio Parisi al Sole 24 Ore. Gli scavi e le infrastrutture necessarie verrebbero invece realizzate tra il 2025 e il 2028, mentre bisognerà attendere il 2029 per la costruzione del rilevatore e il 2031 per la messa in funzione.

«Nonostante l’altro sito in lizza, situato nella zona del Limburgo e proposto dal gruppo olandese di Nikhef, si trovi in una zona dall’alto valore strategico e politico – spiega il comunicato diffuso dalla Regione –, la Sardegna, e la miniera di Sos Enattos nello specifico, presentano caratteristiche fisiche ambientali uniche e incomparabili: attività sismica pressoché inesistente, presenza di graniti duri e stabili, densità abitativa fra le più basse in Europa, quindi rumore antropico bassissimo».

Il presidente del Comitato ha spiegato che il rilevatore sarà «sensibile oltre 100 volte in più rispetto ai suoi predecessori, e quindi in grado di dare maggiori informazioni su materia e energia oscura (quella non direttamente rilevabile), e sulle prime fasi dell’universo».

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