Bambini

Streaming: bambini, occhio alla pubblicità!

I piccoli di casa amano guardare contenuti su YouTube: una vera e propria occasione per i brand, desiderosi di avvicinarsi a un pubblico più “influenzabile”
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
17 febbraio 2023 Aggiornato alle 10:00

Su YouTube il contenuto più visto in assoluto è il video musicale di Baby Shark: una canzone per bambini con oltre 10 miliardi di visualizzazioni.

Oggi il videostreaming fa sempre più compagnia a bambini e a ragazzi. Lo rivela – anche se non era difficile immaginarlo – lo studio della società Giraffe Insights commissionato dalla piattaforma Precise Tv. Il report Kids and the Screen in Usa ha esaminato i dati di un sondaggio che ha coinvolto 2.000 famiglie con bambini di età compresa tra i 2 e i 12 anni.

Tra tutte le piattaforme, YouTube è quella più utilizzata dai piccoli di casa. L’85% dei bimbi americani intervistati visualizzano contenuti video prevalentemente su questo canale. A seguire, Video On Demand (71%) e Gaming (60%).

La pandemia da Covid-19 ha sicuramente accelerato la tendenza delle famiglie a preferire lo streaming alla Tv tradizionale. La diretta conseguenza di questo cambio di abitudini è che i bambini trascorrono molto più tempo su YouTube, che contiene il doppio degli annunci pubblicitari rispetto alle trasmissioni televisive. Infatti, il 70% ricorda gli spot pubblicitari sulla piattaforma: un dato confermato anche dai genitori (7 su 10 affermano che i figli chiedono loro di comprare prodotti visti nelle pubblicità inserite nei video).

Ciò significa che i bimbi non solo scelgono di guardare annunci che potrebbero ignorare o saltare, ma li apprezzano anche come parte integrante della loro esperienza visiva. Ovviamente questa è un’opportunità irresistibile per i marchi, che desiderano raggiungere e interagire con un pubblico giovane.

Anche qui, da questa parte dell’oceano, gli studi delineano un trend simile: in Inghilterra, dove diverse piattaforme di videostreaming consentono di accedere solo dai 13 anni in poi, i bambini al di sotto di quest’età usano un falso account o dichiarano di essere più grandi. Sono i dati diffusi dallo studio di Ofcom (l’ufficio federale britannico della comunicazione) e The Information Commissioner’s Officer.

Anche in Italia la maggioranza dei bambini sotto i 10 anni usa abitualmente lo smartphone. La rivoluzione dello streaming nel Belpaese è guidata proprio dai più piccoli: nella fascia 8-14 anni, la percentuale di coloro che preferiscono canali via internet al classico consumo televisivo è circa il 50%. Si scende, ma di poco, fra i 15 e i 19 anni: 45,2%. Questi numeri, frutto di elaborazioni dello Studio Frasi su dati Auditel, fotografano gli ascolti “non riconosciuti” in Italia fra il primo giugno e il 19 luglio 2022. Si tratta di valori del consumo televisivo da dispositivi non sintonizzati sulle classiche reti ma su canali diversi, ricevuti attraverso decoder e set top box connessi alla rete, computer e console di gioco collegati alla tv.

Oltre al rischio di immagini violente o pornografiche, l’uso di YouTube da parte dei bambini comporta anche la sovraesposizione dei piccoli - in genere molto più vulnerabili o influenzabili degli adulti - a contenuti pubblicitari.

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