Ambiente

Comunità energetiche: le parrocchie guideranno la svolta?

Monsignor Santoro aveva invitato le “25.610 parrocchie a creare almeno una Cer”. Ora, dalla Valle d’Aosta alla Campania, passando per la Puglia, sempre più diocesi si stanno attivando per avviare nuove comunità
Credit: Adrijana
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14 febbraio 2023 Aggiornato alle 15:20

Una rivoluzione che parte dall’alto, anzi, dall’altissimo. Le parrocchie e i centri ecclesiastici stanno infatti intraprendendo, seppur lentamente, un cammino sempre più green nella speranza di dar vita a nuove comunità energetiche in Italia che vedano al centro proprio le strutture della diocesi.

Un report di Fondazione Symbola e Ipsos racconta proprio che se si interrogano gli italiani sulla conoscenza delle comunità energetiche rinnovabili, il dato in assoluto più alto tra chi si interessa dello sviluppo delle Cer è proprio tra i referenti diocesani (il 47%).

Il perché di questo interesse va forse ricercato nelle parole che monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e vescovo delegato per i Problemi sociali e il lavoro, la giustizia, la pace, pronunciò a conclusione della 49esima Settimana sociale dei Cattolici nel 2021, nel tentativo di tracciare la strada che la Chiesa deve intraprendere per la transizione ecologica.

«Se in ciascuna delle 25.610 parrocchie del nostro Paese si costituisse almeno una comunità energetica per produrre 200 chilowatt, o si facessero nascere più comunità che arrivano complessivamente a quella produzione di energia, avremmo dato il nostro contributo con 5,2 gigawatt di nuova produzione da fonti rinnovabili». Un sistema sia per aiutare i cittadini a pagare le bollette e rispondere al disagio sociale, sia per un sostegno concreto a livello ambientale.

«Dobbiamo innanzitutto essere noi il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo. Abbiamo maturato progressivamente, attraverso incontri nelle diocesi e sui territori e audizioni con le istituzioni, la convinzione che è importante sostenere alcune proposte di riforma per l’ecologia integrale. Abbiamo convenuto che il cambiamento però non avviene solo dall’alto ed è fondamentale il concorso della nostra “conversione” negli stili di vita come singoli cittadini e come comunità».

La questione è stata presa alla lettera dai vescovi e di recente diverse diocesi si stanno muovendo in tal senso. In Toscana parrocchie e associazioni ecclesiali si sono riunite per affrontare il tema delle comunità energetiche rinnovabili e programmare incontri di sensibilizzazione in attesa che la normativa nazionale venga definita con i decreti attuativi (cosa che accadrà a brevissimo).

Esiste anche un Servizio di Assistenza e Consulenza presso l’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro nato proprio per supportare le realtà ecclesiali locali nella nascita delle Cer.

Così a Nola in Campania a tutte le parrocchie diocesane è stato lanciato un invito ad accogliere la sfida delle Comunità affinché si attivino per “sperimentare che l’ecologia integrale proposta dalla Chiesa può tradursi in un nuovo modello di sviluppo umano ed economico sostenibile, giusto e partecipato”.

Sebbene siano ancora in sviluppo le Cer all’interno delle parrocchie, fra le più attive c’è per esempio Foligno, realtà dove entro la prossima primavera sorgerà il primo progetto realizzato dall’Istituto sostentamento del clero, con circa ottanta utenze censite per le quali sarà abbattuto il costo dell’energia attraverso impianti fotovoltaici, un modello che sarà aperto anche ai cittadini. A Foligno si spera infatti - attraverso il solare - di mettere in rete diversi tetti degli edifici diocesani. Questione simile è in divenire anche a Brindisi, in Puglia.

Stesso discorso in Valle d’Aosta dove si è tenuto un incontro per indagare la fattibilità di costituire “in ogni parrocchia una comunità energetica”.

In attesa dei decreti attuativi prosegue anche il progetto di Bologna, nella zona di Pilastro - Rovere, dove una operazione chiamata Geco punta a coinvolgere oltre 5.000 residenti: nell’iniziativa sono coinvolti centri commerciali e diversi edifici e anche la parrocchia grazie ai pannelli solari produrrà energia da condividere fra le famiglie.

Lo stesso vale per l’area di Cremona dove, grazie ad alcuni fondi e iniziative promosse da Fondazione Cariplo, sono in fase di studio vari progetti per la creazione di comunità energetiche che partono dalle parrocchie e che verosimilmente in meno di una anno potrebbero vedere la luce.

Tutte novità, quelle legate all’impegno energetico e ambientale delle strutture della Chiesa, che tengono la barra dritta sull’impegno necessario indicato da Monsignor Santoro: «Le nostre parrocchie e diocesi devono essere carbon-free nello loro scelte di gestione del risparmio. Non è più procrastinabile un profondo cambiamento di rotta per una vera transizione ecologica».

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