Ambiente

L’impero ittita è finito per colpa di una crisi climatica?

Lo rivela lo studio della Cornell University di New York. Una grave siccità, spiegano i ricercatori, potrebbe aver innescato una catena di conseguenze e portato all’inesorabile declino degli ittiti intorno al 1170 a.C
Credit: commons wikipedia
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14 marzo 2023 Aggiornato alle 22:00

L’impero ittita potrebbe essere collassato a causa di una crisi climatica. Una grave siccità, della durata di tre anni, grave al punto da innescare una serie di conseguenze nefaste per l’impero – fallimenti nei raccolti, carestie – sino alla progressiva disintegrazione politico-sociale di una delle civiltà più antiche del Medio Oriente.

A rivelarlo è uno studio condotto dai ricercatori della Cornell University di Ithaca, New York, realizzato sulla scorta dei rilievi raccolti da un’analisi su alcuni alberi di ginepro presenti anche all’epoca e quella dei campioni di legname del Midas Mound Tumulus di Gordon, a ovest di Ankara.

Le ricerche accreditano una delle teorie già ventilate nel tentativo di comprendere le cause della scomparsa dell’impero: quella della crisi climatica. Su cui ora è incentrata l’attenzione degli studiosi, al netto delle prove che indicano l’esistenza di tre anni consecutivi di siccità – 1198, 1197 e 1196 a. C. – ossia proprio gli anni a ridosso della caduta dell’impero ittita e del collasso di altri regni in Grecia, Creta e Medio Oriente.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, è incentrato sull’osservazione degli anelli degli alberi analizzati, che consente di ricostruire gli anni di vita dell’albero stesso e il clima registrato nell’anno preso in considerazione. Interesse particolare – come spiegano gli studiosi – hanno suscitato alcuni anelli insolitamente stretti, sintomo di condizioni più asciutte o secche. Un cambiamento climatico con il quale hanno dovuto fare i conti gli ittiti e che spiega, in parte, le cause della loro caduta. Come notano i ricercatori, infatti, «il clima da solo non crea né causa la storia. Piuttosto, è una delle forze che compongono il contesto (habitus) in cui gli attori e i vettori umani e altri prendono decisioni, interagiscono, vivono e influenzano l’ambiente circostante».

Così, è possibile ipotizzare che le conseguenze innescate dalla crisi climatica e dalla siccità abbiano concorso alla caduta dell’impero, producendo una carestia che avrebbe determinato l’inesorabile declino di una delle grandi potenze del mondo antico. L’impero ittita, infatti, governò gran parte dell’Anatolia e dell’attuale Siria dal 1650 circa fino al 1200 a.C. combattendo anche contro l’Egitto nella battaglia di Qadesh, nell’odierna Siria, nel 1274 a.C, poco prima della scomparsa, su cui lo studio getta una luce.

«Probabilmente – sostiene Brita Lorentzen, professoressa di antropologia della University of Georgia e tra i redattori dello studio – si è verificato un fallimento del raccolto quasi completo per tre anni consecutivi. Molto probabilmente le persone avevano scorte di cibo che le avrebbero aiutate a superare un solo anno di siccità. Ma quando sono state colpite da tre anni consecutivi, non c’era cibo per sostenerle. Ciò avrebbe portato a un crollo della base imponibile, all’abbandono di massa del grande esercito ittita e probabilmente a un movimento di massa di persone in cerca di sopravvivenza».

Situazioni che non appaiono del tutto diverse dalla realtà odierna, come spiegano gli stessi autori dello studio. E che interrogano sugli sconvolgimenti e sulle conseguenze nel lungo termine prodotti dal cambiamento climatico e dal mutamento delle condizioni esistenziali. «Penso che questo studio mostri davvero le lezioni che possiamo imparare dalla storia», dice Jed Sparks, professore di ecologia e biologia evolutiva della Cornell University. Che ammonisce: «I cambiamenti climatici che probabilmente si verificheranno per noi nel prossimo secolo saranno molto più gravi di quelli vissuti dagli ittiti».

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