Diritti

La sessuo-affettività arriva a Roma

3 giorni di appuntamenti e incontri in occasione di Saperlo prima, il festival dedicato alla sessualità e affettività. Appuntamento domani a Largo Venue con Flavia Restivo, Isabella Borrelli e Andrea Giorgini
Credit: Anna Shvets
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16 febbraio 2023 Aggiornato alle 20:00

Da domani fino al 19 febbraio, Largo Venue a Roma ospiterà Saperlo prima, il primo (e unico in Italia) festival della sessuo-affettività, ideato daə attivistə Flavia Restivo, Isabella Borrelli e Andrea Giorgini, realizzato in collaborazione con Associazione Selene e finanziato grazie a un bando della Regione Lazio.

«Il festival nasce dall’idea di creare uno spazio sicuro dove persone diverse possano incontrarsi e ragionare su cosa rappresentano oggi la sessualità e l’affettività - spiega a La Svolta Flavia Restivo - I temi che verranno affrontati saranno molto diversi tra loro, proprio per avere un approccio inclusivo, per far emergere realtà che spesso rimangono sconosciute, seppur molto presenti nell’ambiente di tutti i giorni. Affronteremo anche argomenti un po’ più spinosi come la mascolinità la disabilità e la questione dell’intersezionalità in senso ampio, basandoci sulle esperienze personali deə nostrə ospiti e speaker».

Il palinsesto del festival coinvolge attivistə, psicologə, sessuologə, autorə, comichə, podcaster e performer. Tra i tanti nomi, Marina Pierri, critica televisiva e autrice, la scrittrice Djarah Kahn, l’economista e docente Azzurra Rinaldi, lo psicologo Fabrizio Quattrini e la scrittrice e giornalista Giulia Blasi.

Il festival vuole «mettere in connessione tutte queste realtà - continua Restivo - e soprattutto portarle fuori dalla bolla e mostrarle al mondo. Eventi di questo genere di solito hanno un pubblico ben definito, ma noi abbiamo voluto ampliarlo il più possibile in modo da rendere possibile la partecipazione di persone di diversi generi, di diverse età e di diversa provenienza. Inserire speaker così diversə fra loro serve proprio a dare un’idea di ampio respiro e invogliare le persone a riflettere su questi temi».

«Non dobbiamo confinarci a una fetta di società che sostanzialmente è dalla nostra parte - spiega Andrea Giorgini a La Svolta - Se si vuole diffondere un messaggio, se si vuole capire come arrivare a più persone bisogna anche e soprattutto essere presenti e cercare di coinvolgere persone contrarie, o che hanno pregiudizi, oppure che hanno bisogno di sentire una nuova narrazione che non sia solo bianco e nero come è stato fatto in tutti i dibattiti attorno a questi temi negli ultimi anni».

L’obiettivo della manifestazione è affrontare apertamente e senza tabù un argomento che in Italia rimane ancora difficile da trattare in modo positivo e multidimensionale. Non è infatti un mistero che lo Stivale sia tra gli ultimi 6 Paesi della Comunità Europea a non avere reso obbligatoria l’educazione sessuale nelle scuole.

Fino a oggi l’introduzione di questi programmi è stata a piena discrezione dei singoli istituti, che si sono trovati spesso a fare i conti con l’opinione sfavorevole di alcune famiglie. «Quando mi chiedono perché in Italia sia così difficile parlare di sesso dico sempre che è per colpa di Don Matteo - scherza (ma non troppo) Giorgini - Non tanto per il povero Terence Hill che non c’entra niente, ma perché c’è un’enorme compenetrazione tra cultura popolare e morale cattolica. Anche se ormai l’esercizio della fede è in calo, rimaniamo una società molto cattolica e quindi estremamente repressa dal punto di vista sessuale. In Italia poi, rispetto agli altri Paesi cattolici, esiste un doppio standard morale. Da una parte una iper-repressione che rifiuta di affrontare certi temi, come l’educazione sessuale, dall’altra invece un’esposizione patologica all’erotismo e alla sessualità. Basti pensare agli anni di cultura Mediaset che ci hanno nutrito di silhouette e corpi femminili in bella vista in prima serata».

«La doppia morale - continua - fa si che non si riesca a superare il silenzio generale attorno a questi argomenti e quindi a sradicarne gli stereotipi. Questo succede sia a livello della gente comune che a livello istituzionale dove, sebbene la classe dirigente non sia più dichiaratamente cattolica come ai tempi della Dc, ə politicə che vogliono raccogliere consensi hanno la necessità di dichiararsi cattolicə».

Tutto questo contribuisce a creare un clima di silenzio e imbarazzo nel quale le persone più giovani faticano a trovare informazioni chiare e libere dagli stereotipi. Secondo lo Studio Nazionale sulla Fertilità, in Italia ə adolescenti hanno conoscenze solo generali riguardo la riproduzione e la sessualità. L’80% deə intervistatə tra i 16 e i 17 anni hanno dichiarato di rivolgersi a internet per recuperare informazioni relative all’argomento, mentre solo il 25% affronta il tema in famiglia.

La scuola diventa quindi il luogo privilegiato per intercettare ə ragazzə e fornire loro gli strumenti per muoversi in modo consapevole e rispettoso nella sfera della sessualità. Secondo ə organizzatorə del festival, da parte delle persone più giovani c’è il desiderio di confrontarsi su questi argomenti, ma esistono anche fette di popolazione non coinvolte sui temi proposti.

«Ci sono generazioni che hanno voglia di parlarne e noi ce ne siamo accortə», spiega Giorgini ma non per tuttə è uguale. Fino a oggi riguardo i temi di sessualità e affettività non c’è stato un dibattito maturo, perché nessunə ha ancora avuto il coraggio, o la semplice innovazione, di parlarne in modo creativo.

L’educazione che Saperlo prima propone non si limita a una tipologia “classica” di tipo puramente fisico e anatomico, ma è un percorso che rompe i tabù, promuove un dialogo trasparente, che include tutti gli altri aspetti che compongono la sfera della sessualità umana: affettivo, psicologico, relazionale.

Un’educazione improntata al rispetto delle altre persone e di sé stessə, anche nell’ottica di prevenire abusi e violenze perché - come affermano ə ideatorə del festival - è strettamente legata al rispetto e di conseguenza al superamento di problemi come le disuguaglianze di genere, i femminicidi, gli abusi e le molestie sessuali e dà un contributo fondamentale nel contrasto alla cultura dello stupro e alla costruzione della cultura del consenso.

Questa consapevolezza parte da lontano e ha trovato la sua prima applicazione nella petizione per introdurre l’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole del Lazio. Ora l’obiettivo si è ampliato: l’idea è estendere il progetto a tutto il territorio nazionale.

Come ha scritto Isabella Borrelli sul suo profilo Instagram il Festival “sarà un punto di partenza per ricordare cosa è stato fatto prima di noi, come abbiamo iniziato, con chi stiamo viaggiando e dove vogliamo arrivare.”

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