Ambiente

L’arsenico nell’aria preoccupa Londra

La stazione di ricerca dell’Imperial College ha rilevato particelle pericolose per la salute, dovute ai comportamenti scorretti dei cittadini che bruciano legno di scarto
Credit: Josiah Knor
Tempo di lettura 3 min lettura
13 febbraio 2023 Aggiornato alle 07:00

I livelli di arsenico nell’aria di Londra sono in crescita e la notizia desta grande preoccupazione a causa dei potenziali rischi per la salute delle persone. A lanciare l’allarme è stato il Guardian, riprendendo i dati resi noti dalla stazione di ricerca dell’Imperial College che conduce nel sud della capitale britannica un progetto di monitoraggio degli inquinanti aerei.

Le rilevazioni condotte dall’istituto impensieriscono gli scienziati: l’inquinamento atmosferico, infatti, ha raggiunto gli indici più alti mai registrati nelle scale del Regno Unito. Questa impennata è dovuta – secondo gli studiosi – al comportamento scorretto dei privati, sempre più inclini a bruciare rifiuti lignei dai cantieri edili e materiali di scarto, senza essere pienamente consapevoli dei potenziali danni che questa azione potrebbe arrecare alla salute delle persone, non solo a Londra ma anche a Manchester e in altre città del Paese, dove i centri di monitoraggio hanno intercettato tossine di arsenico nell’aria.

L’inquinamento da arsenico non un problema nuovo ma si è aggravato nel tempo e questo rende necessario fare maggiore informazione sulle differenti tipologie di legno e sui rischi di una combustione di quello edile, che mal si presta a essere bruciato visto che la sua produzione prevede l’uso di conservanti a base di arsenico, necessari per proteggere il legno da insetti, funghi e parassiti ma che se finiscono nell’aria provocando danni alla salute dei cittadini.

Per questo il governo britannico ha prodotto negli scorsi anni un dépliant informativo per avvertire sui rischi della combustione di legna inadatta.

Eppure, malgrado i tentativi di frenarla, una ricerca pubblicata nell’ottobre 2020 ha confermato quanto queste pratiche di combustione scorrette siano diffuse nel Paese: secondo il report il 9% delle persone che brucia legna in casa si disfa in questo modo di pannelli di recinzione, pallet, mobili in disuso, porte e legno da costruzione, ignorando i materiali che è possibile bruciare o non ritenendo reali i rischi relativi alla combustione di materiale pericoloso.

Un ennesimo tentativo per porre freno all’inquinamento di arsenico nell’aria è stato però fatto pochi giorni fa dal sindaco di Londra: vietare l’installazione di camini negli edifici nuovi e ristrutturati.

Ma la Gran Bretagna non è l’unico luogo interessato dal fenomeno. Le stesse problematiche, infatti, sono state riscontrate in Nuova Zelanda, dove un team di scienziati dell’università di Aukland ha indagato l’esposizione delle città alle particelle di arsenico sprigionate dai fumi e prodotti dalla combustione di legno trattato con arseniato di rame e cromo, usato come riscaldamento domestico.

La ricerca ha appurato che il 20% della popolazione brucia legno edile. Inoltre, monitorando la barba di 30 uomini (fatta crescere appositamente nei mesi di ricerca) si sono riscontrate tracce di arsenico.

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