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In Turchia e in Siria non si trema di solo terremoto

Le case sono così vecchie (e fatte male) che cadono giù. Poi fa freddissimo e i siriani si fanno addirittura la guerra. Come puoi aiutare? Parti dalle piccole cose: basta avere un cuore che batta anche per gli altri
Credit: Rocco di Liso
Tempo di lettura 4 min lettura
11 febbraio 2023 Aggiornato alle 08:00

Lunedì c’è stato un fortissimo terremoto in Turchia e in Siria. La Turchia è un Paesone grande a cavallo tra l’Europa e l’Asia, ed è appollaiata sulla Siria, che invece è solo in Asia.

In una manciata di giorni sono morte tantissime persone: a oggi sono più di 21.000. Il problema dei numeri quando diventano così alti è che la testa non riesce più a tenere il conto. 21.000 è tanto o è poco? Ci sono paesini più piccoli e stadi più grandi. Anche il cuore non sta più dietro ai numeri: o scoppia o si spegne. Allora corre ai ripari, perché deve continuare a battere.

I terremoti sono un fenomeno molto complesso e difficile da studiare. Tornano ciclicamente, ma questi cicli possono durare anni o millenni e non è possibile prevederli come si fa con la pioggia o la neve. Sappiamo, però, che ci sono aree del mondo che sono sensibili ai terremoti, come la Turchia, il Giappone o l’Italia, per esempio.

I terremoti non sono di per sé il problema. La terra balla, a volte parecchio forte, ma poi si ferma. Il problema sono le case e le frane. In Italia, per esempio, le case e i palazzi sono molto vecchi, addirittura antichi, e non sono stati pensati per resistere alle scosse. In Turchia, dove centinaia di palazzi sono venuti giù come castelli di carte, abbiamo scoperto che tanti edifici nuovi, che dovevano essere a prova di terremoto, sono stati costruiti senza nessuna premura.

Forse non c’eri ancora, ma nel 2011 in Giappone, sulla costa pacifica del Tohōku, ci fu un terribile terremoto, molto più forte di quello di lunedì in Siria e Turchia. Il terremoto ha scatenato uno tsunami, cioè delle onde gigantesche che si sono abbattute sulle città costiere, e anche un incidente nucleare. Ti stupirà, ma il 90% delle vittime, che furono più di 17.000 fra morti e dispersi, non è stata causata dal fortissimo terremoto ma dalle onde dello tsunami.

Questo perché il Giappone, che è un arcipelago con 6.852 isole regolarmente scotolate dai terremoti, ha imparato dalla sua storia e costruisce le case seguendo delle regole molto precise. Non solo, ogni anno la popolazione fa delle “prove generali” in caso di disastro (terremoti, eruzioni, tsunami, incendi…): sa come comportarsi, non si fa prendere troppo dal panico e fa le mosse giuste in attesa dei soccorsi.

So che sembra antipatico pensare al peggio quando va tutto bene, ma è vero che è sempre utile pensare al peggio un giorno all’anno, così quel peggio, se capita, non finisce poi così male.

Perché il peggio, purtroppo, non viene mai da solo. In Turchia e in Siria in questo momento fa freddissimo, c’è tanta neve, e aiutare la gente con queste temperature è molto complicato. In Siria, poi, c’è una guerra civile da tanti anni. Una guerra civile è quando un Paese non fa la guerra a un altro Paese ma è diviso in 2 o più gruppi che si fanno la guerra fra loro.

Questa guerra tristissima e bruttissima, oltre a fare schifo come tutte le guerre, ha creato un sacco di problemi. Le condizioni di vita e di igiene della popolazione sono peggiorate tanto. In questo momento c’è una brutta epidemia di colera, che è una malattia che da noi è sparita. Mandare degli aiuti dall’estero ai terremotati è molto complicato perché il Presidente, un signore che si chiama Bashar al-Assad, impedisce ai soccorritori di entrare nel Paese.

In Turchia, invece, c’è un Presidente che si chiama Recep Tayyip Erdogan. Fra qualche mese ci saranno le elezioni e lui, che è al potere in modo poco trasparente da tantissimi anni, vuole vincere di nuovo. Per questo mette a tacere tutti quelli che non sono d’accordo con lui. Ha perfino disattivato Twitter per 12 ore giovedì, impedendo a tante persone di mettersi in contatto fra loro.

Quando succedono cose così grandi, incomprensibili e tristi, come la guerra o un terribile terremoto, reagiamo tuttə in maniera diversa. È normale ed è giusto. C’è chi ha bisogno di stare appiccicato ai Tg per cercare di capire e chi vuole spegnere tutto per non farsi sommergere dalla tristezza. L’importante è fare quello che serve per avere un cuore che batte per gli altri, che non si indurisce, che sa reagire: aiutando in prima persona, se può, ma anche pregando, se gli va, e imparando dalla storia.

Allora, se le immagini dei Tg ti agitano in questi giorni, chiedi ai tuoi genitori di spegnere la Tv. A differenza tua, loro possono stare svegli fino a tardi senza dover chiedere il permesso a nessuno.

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