Bambini

Dov’è che i bambini sono più felici?

Alla scoperta dei Paesi dove i più piccoli vivono meglio, in base a inquinamento, benessere mentale, socialità ma anche aiuti per i genitori. Parola di Unicef. E il vincitore è…
Credit: kelvin agustinus

Chi ha intenzione di trasferirsi e cambiare Paese sicuramente guarderà al reddito medio o alla stabilità economica e monetaria dello Stato. Ma chi ha intenzione di trasferirsi con tutta la famiglia ha bisogno di conoscere anche altri aspetti: la qualità dell’istruzione, le politiche di congedi familiare, gli spazi verdi. È su questo tipo di indicatori che l’Unicef ha basato le sue pagelle del benessere dei bambini.

È importante sottolineare che le classifiche prendono in considerazione solo i Paesi più ricchi del mondo e che non tutti i dati potrebbero essere così interessanti per le famiglie di espatriati. Tuttavia, i dati contribuiscono a delineare un quadro significativo di ciò che è realmente la crescita dei figli nei Paesi di tutto il mondo.

The Winner is…

In cima alla classifica c’è il Giappone: il Paese, che spesso viene appellato come uno dei più anziani del mondo, con diversi problemi sociali legati soprattutto all’affettività e al pesantissimo carico di lavoro pro capite, è un’oasi per i più piccoli.

Si classifica al primo posto per quanto riguarda la salute fisica, che comprende la mortalità infantile; è inoltre il Paese con il più basso tasso di obesità infantile del mondo. Al secondo posto invece per la presenza di verde urbano e la sicurezza del traffico.

È anche uno degli Stati più sicuri per le famiglie, non solo in termini di incidenti stradali, ma anche per il tasso di omicidi: è infatti il più basso di tutti i Paesi presi in esame dall’Unicef, con lo 0,2 per 100.000 abitanti (una frazione in confronto agli Stati Uniti con il 5,3, Canada con 1,8 e persino Australia, con 0,8).

Secondo Mami McCagg, nativa di Tokyo, che ora vive a Londra e conduce il podcast Bilingual News, la sicurezza ha un effetto enorme sulla libertà dei più piccoli: «I bambini vanno a scuola da soli a partire dai 6 anni. Prendono l’autobus o il treno se non è raggiungibile a piedi. Anche nel centro di Tokyo, i bambini vanno a scuola da soli e a piedi. È del tutto normale perché è davvero sicuro. Nessuno è davvero preoccupato per i propri figli perché non è necessario esserlo».

Nonostante, come spesso accade, l’opinione pubblica sia molto critica con il sistema statale dell’educazione e della sanità, il Giappone ha anche uno dei migliori sistemi educativi del mondo, piazzandosi al 12° posto tra 76 Paesi e regioni, secondo le valutazioni Ocse a cui Unicef ha attinto per i suoi dati. Inoltre, offre un generoso diritto al congedo parentale retribuito, con circa 12 mesi a disposizione per ogni genitore lavoratore, anche se il Paese sta lavorando per incentivare soprattutto i padri a usufruirne.

Gli spazi verdi dell’Estonia

Sebbene non si posizioni in cima alla classifica generale, in Estonia i bambini sono esposti a meno inquinamento atmosferico, acustico e pesticidi rispetto a quasi tutti gli altri Paesi. Ha molti più spazi verdi urbani di molte altre Nazioni - tra cui Stati Uniti, Canada, Australia e Regno Unito - e i bambini sono particolarmente propensi a dichiarare di apprezzare le strutture ricreative del loro quartiere, come i parchi giochi. L’Estonia ha anche il secondo tasso più basso di bambini nati sottopeso: un buon indicatore della qualità dell’assistenza prenatale.

Uno dei punti forti potrebbe essere il sistema educativo: i bambini hanno maggiori competenze in matematica, scienze e alfabetizzazione di qualsiasi altro Paese al di fuori dell’Asia, così come le competenze digitali, al centro del sistema educativo. Sempre l’Ocse ha rilevato che il bambino medio estone di 5 anni è più bravo degli statunitensi e degli inglesi in varie abilità socio-emotive, tra cui la cooperazione con gli altri e il riconoscimento delle emozioni.

Sono anche ben al di sopra della media Ocse per quanto riguarda le capacità di autoregolazione, tipo flessibilità mentale, memoria di lavoro e inibizione degli impulsi. Probabilmente tutte ragioni per le quali moltissimi studenti estoni decidono di studiare materie scientifiche e informatiche all’università. Un dato interessante, inoltre, emerge dal tasso di ritorni in patria degli studenti, molto alto rispetto per esempio a quello italiano.

Parlando di congedo familiare, l’Estonia ha una delle politiche più generose di tutti i Paesi del mondo, con 100 giorni di congedo di maternità e 30 giorni di congedo di paternità, seguiti da 475 giorni di congedo parentale retribuito, fino al compimento dei 3 anni del bambino. Per un massimo di 60 di questi giorni, entrambi i genitori possono rimanere a casa contemporaneamente ed essere pagati. Dato interessante è che questo permesso è concesso anche ai non residenti e a tutti gli stranieri.

Il benessere mentale della Spagna

La Spagna ha ottenuto il punteggio più alto nella classifica Unicef relativo all’ambiente che circonda i bambini, con livelli particolarmente bassi di mortalità infantile dovuta all’inquinamento dell’aria o dell’acqua.

Nonostante un apparato statale molto carente in termini di servizi sociali, educativi e sanitari, secondo l’Unicef i piccoli spagnoli godono di un benessere particolarmente elevato: il Paese è al terzo posto per benessere mentale e al quarto per competenze accademiche e sociali di base. Un fattore che sembra quasi “fumoso” e poco significativo, ma che dice molto della società in cui si vive, perché descrive la facilità con cui i bambini fanno amicizia. Il dato è alla pari con i Paesi Bassi (81%), mentre il tasso di suicidi adolescenziali è uno dei più bassi tra i Paesi ricchi analizzati (meno di un terzo di quello di Stati Uniti, Canada, Australia o Nuova Zelanda).

E poi c’è il congedo parentale, che è uguale per madri e padri: 16 settimane pagate al 100% del loro stipendio (anche i liberi professionisti ne hanno diritto); dopodiché la madre può prendere un congedo non retribuito per un massimo di 3 anni o ridurre il suo orario di lavoro. Queste opzioni sono disponibili per qualsiasi residente legale iscritto al sistema di sicurezza sociale spagnolo che abbia versato contributi per almeno 180 giorni negli ultimi 7 anni.

La Finlandia è un piccolo mondo per bambini

La Finlandia ottiene punteggi particolarmente alti in 2 delle 3 categorie: il primo posto per Mondo del bambino, che analizza l’impatto diretto dell’ambiente sui bambini - come la qualità dell’aria, e secondo per Mondo intorno al bambino, che esamina gli elementi dell’ambiente con cui un bambino interagisce, come le scuole, i rischi del traffico e gli spazi verdi.

È uno dei Paesi con i migliori risultati al mondo in termini di competenze alfabetiche e matematiche per i più piccoli e dove, inoltre, i genitori sono propensi a giudicare positivamente il rapporto con il personale scolastico dei loro figli.

Il tasso di mortalità dei bambini tra i 5 e i 14 anni è uno dei più bassi al mondo, meno della metà di quello degli Stati Uniti. Il Paese offre inoltre un generoso congedo parentale, che comprende 8 settimane di congedo di maternità retribuito, altri 14 mesi da dividere tra i genitori e un congedo aggiuntivo per la cura dei bambini che può essere applicato fino al compimento dei 3 anni.

L’importanza della salute mentale infantile: i Paesi Bassi

I Paesi Bassi ottengono risultati molto buoni relativamente alla salute mentale dei bambini (primo posto) e alle competenze (terzo posto). 9 quindicenni su 10 dichiarano di essere molto soddisfatti della propria vita e 8 su 10 dicono di fare amicizia facilmente.

La cosa interessante è la “filosofia” alla base di questi numeri. Nei Paesi Bassi è popolare un detto “Sii normale, è già abbastanza folle”. In parte è una questione culturale, che cerca di rendere l’infanzia meno pressante e piena di aspettative, anche se c’è anche una grande enfasi sulla socializzazione: e i bambini sono spesso oberati di attività in gruppo di vario tipo.

Se le famiglie e i piccoli olandesi sono felici, è anche grazie ai fattori strutturali del famoso welfare del nord Europa, che offre ai genitori un grande sostegno. Prevede almeno 16 settimane di congedo di maternità obbligatorio e completamente retribuito e fino a 6 settimane di congedo di paternità retribuito, oltre a un congedo parentale non retribuito che può essere preso fino al compimento dell’ottavo anno di età del bambino, disponibile per chiunque viva e lavori legalmente nel Paese.

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