Diritti

Mississippi: torna l’apartheid?

La Camera ha dato l’ok all’House Bill 1020, una legge per creare un nuovo distretto giudiziario a Jackson – dove l’80% dei cittadini è nero – con giudici non eletti: il rischio è di creare «una città dentro la città»
Credit: Jim West/ZUMA Wire. 
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
10 febbraio 2023 Aggiornato alle 14:00

Il 1° luglio 2023, in Mississippi, potrebbe entrare in vigore una legge per la creazione di un nuovo distretto giudiziario con giudici nominati anziché eletti in una parte della capitale Jackson. La proposta arriva dallo schieramento repubblicano, che nello Stato meridionale in cui scorre il fiume omonimo, governa la Camera dei rappresentanti.

I democratici neri si sono opposti con forza al disegno di legge durante un lungo dibattito, sostenendo che il provvedimento tolga incostituzionalmente il diritto di voto a molti cittadini. A Jackson più dell’80% dei residenti è nero, la città è a maggioranza democratica, e circa il 25% vive in povertà. Il sindaco Chokwe Antar Lumumba ha paragonato la proposta repubblicana alle leggi dell’apartheid, la politica di segregazione razziale istituita in Sudafrica dal governo di etnia bianca nel 1948, sostenendo che si tratta di «una delle leggi più oppressive nella storia della nostra città».

Un deputato democratico ha implorato la Camera di non creare «una città dentro la città», ma il disegno di legge 1020, proposto dal repubblicano Trey Lamar, che rappresenta un distretto a maggioranza bianca nel nord-ovest dello Stato, è passato con 76 voti favorevoli e 38 contrari. Ed è improbabile che gli oppositori riescano a bloccare il passaggio al Senato, dove i repubblicani hanno una maggioranza significativa.

L’obiettivo finale della proposta è la creazione di un nuovo sistema giudiziario, con membri non eletti, e di conseguenza non di competenza degli elettori della città: avrà due giudici nominati dal presidente della Corte Suprema dello Stato Michael K. Randolph, che è bianco; due procuratori, designati dalla procuratrice generale dello Stato, Lynn Fitch, bianca; due difensori d’ufficio, incaricati dall’ufficio del difensore dello Stato. Il deputato democratico Chris Bell, di Jackson, contrario alla proposta, ha dichiarato: «Non siamo incompetenti. I nostri giudici non sono incompetenti. Il nostro sindaco non è incompetente».

Oggi, se le persone vengono accusate di reati penali all’interno degli attuali confini del distretto, i casi sono gestiti dalla Hinds County Circuit Court. Ma il nuovo sistema prevede anche l’espansione del distretto e l’istituzione di una forza di polizia capitolina separata, supervisionata dalle autorità statali.

Per motivare il suo disegno di legge da 1.000 pagine, Lamar, che non vive a Jackson, ha citato gli arretrati dei tribunali della contea e il tasso di criminalità nella città: secondo i Repubblicani, il nuovo sistema giudiziario aiuterebbe a gestire le cause penali in sospeso, tra cui numerosi omicidi. Ma durante il dibattito, è stato chiesto a Lamar se qualcuno dei suoi elettori avesse chiesto la legge: «Non vivo a Jackson… ma sapete cosa mi piace fare… mi piace venire a Jackson perché è la mia capitale», ha risposto.

Il sindaco Lumumba, democratico e nero, la pensa diversamente: «Stanno cercando di colonizzare Jackson, non solo mettendo la loro forza militare su Jackson, ma anche dettando chi ha la provincia sul processo decisionale». Lumumba ha definito il disegno di legge repubblicano «oppressivo» per una serie di motivi: lo è perché «toglie ai neri il diritto di voto», perché «istituisce una forza militare sulle persone che non ha alcuna responsabilità nei loro confronti». Perché «ci saranno giudici che determineranno le sentenze sulla vita delle persone» e perché «reindirizza i soldi delle loro tasse a qualcosa che non approvano e in cui non credono».

La proposta di legge è l’ultima di una serie di leggi estreme nel Mississippi, governato dal repubblicano Tate Reeves, che l’anno scorso ha introdotto una legge che vieta la “teoria critica razziale, quella che riconosce che il razzismo sistemico fa parte della società americana e mette in discussione le convinzioni che ne permettono la diffusione. L’opposizione del caucus nero dello Stato non è bastata.

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