Ambiente

Europa: stiamo vivendo un inverno da record

Secondo i dati del Copernicus Climate Change Service, gennaio 2022 è stato il terzo più caldo di sempre (+2,2 gradi oltre la media). In Antartide non si arresta la fusione del ghiaccio marino
Credit: Craig Whitehead
Tempo di lettura 3 min lettura
10 febbraio 2023 Aggiornato alle 22:00

Continua a peggiorare la situazione dell’ecosistema planetario a causa della crisi climatica-ambientale. Il mese di gennaio del 2023 è stato il terzo più caldo in Europa da sempre, mentre in altre parti del mondo si sono verificati eventi estremi, con la prosecuzione della fusione dei ghiacci in Antartide.

Il Copernicus Climate Change Service (C3s), parte del programma Copernicus dell’Unione duropea, ha pubblicato l’ultimo bollettino mensile sui cambiamenti globali della temperatura superficiale dell’aria, nell’estensione del ghiaccio marino e quelli intervenuti nelle variabili idrologiche.

Grazie alle immagini provenienti dalle navi, aerei, satelliti e stazioni meteorologiche predisposte dalle autorità europee, è stato rilevato che il mese di gennaio del 2023 è stato 2,2 gradi più caldo in Europa rispetto alla media europea del periodo 1991-2020.

La vicedirettrice del C3s Samantha Burgess ha dichiarato che «molti di noi hanno assistito alle temperature eccezionalmente calde di fine anno. Sebbene il mese di gennaio 2023 sia stato un fenomeno eccezionale, queste temperature estreme rimangono un’indicazione tangibile degli effetti di un cambiamento climatico per molte aree del Pianeta e possono essere interpretate come un ulteriore avvertimento riguardo a futuri eventi estremi. È indispensabile che le parti interessate a livello globale e regionale agiscano rapidamente per mitigare l’aumento delle temperature globali».

In gran parte del continente europeo le temperature dell’aria sono state superiori alla media, con manifestazioni record nella regione dei Balcani, nell’Europa orientale e nelle isole Svalbard. Anche nei territori statunitensi, canadesi, messicani e in una fascia da sud-est a nord-ovest della Russia occidentale si sono registrate anomalie rispetto al passato. Mentre al contrario, in altre parti del mondo, si sono verificati eventi in senso opposto, con temperature inferiori alla media in Australia, in Afghanistan, in Pakistan e in altri territori collegati. Nella città russa di Dzhalinda, in Siberia, si è registrato un crollo della temperatura fino -62,1 gradi.

Preoccupa la diminuzione dell’estensione del ghiaccio marino antartico, che sempre nel gennaio del 2023 ha visto un calo del 31% rispetto alla media, ponendosi fra i maggiori record negativi di sempre. Invece l’estensione del ghiaccio marino del polo artico ha registrato un calo del 4% rispetto alla media, con una diminuzione più forte nel Mare di Barents e nella regione delle Svalbard.

Con il continuo aumento delle emissioni a livello globale, questi trend peggioreranno nei prossimi anni. Nonostante i piani di mitigazione annunciati e promessi dalle varie nazioni in seguito all’Accordo di Parigi, il mondo rimane sulla rotta per un aumento di 2,5/3 gradi delle temperature globali entro il 2100.

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