Ambiente

E se nel 2050 non avessimo più caffè?

Secondo uno studio dell’università di Zurigo, entro 30 anni le coltivazioni dei chicchi più amati al mondo (e di anacardi e avocado) dovranno spostarsi più a Nord. A rischio i terreni di Brasile, Vietnam, Indonesia e Colombia
Credit: Nadia Valko
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28 gennaio 2022 Aggiornato alle 19:00

Non potevano essere più amari i risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Scienze delle Risorse Naturali dell’Università di Zurigo: entro il 2050, alcune regioni dove vengono coltivati caffè, anacardi e avocado, potrebbero soffrire più di altre del riscaldamento globale. E non essere più i luoghi ideali per vedere crescere chicchi e frutti.

I ricercatori hanno combinato le proiezioni dei cambiamenti climatici con le caratteristiche del suolo di alcune regioni per capire quanto saranno adatte alla coltivazione nel 2050. L’analisi ha rilevato che l’innalzamento delle temperature avrà un impatto sul suolo dei principali Paesi produttori di caffè, come il Brasile, il Vietnam, l’Indonesia e la Colombia (Il Brasile è il primo al mondo e la Colombia il terzo). Secondo lo studio, si prevede che le aree più adatte alla coltivazione del caffè di questi Paesi diminuiranno, mentre è probabile che Stati Uniti, Argentina e Uruguay saranno più idonee per clima e suolo.

«A un certo punto non sarà più possibile veder crescere una coltivazione nella sua regione di origine» ha dichiarato Roman Grüter, scienziato ambientale dell’Università di Zurigo, tra gli autori dello studio. Il ricercatore ha sottolineato, però, che alcune colture potranno adattarsi ad altri terreni (come gli avocado coltivati alle pendici dell’Etna, in Sicilia), ma potrebbe non essere sufficiente per soddisfare la richiesta mondiale.

«Quando si identificano le regioni climaticamente adatte a una coltivazione, i fattori del suolo sono fondamentali, ed è per questo che li abbiamo presi in considerazione nel nostro modello, oltre a tenere conto delle proiezioni climatiche per il 2050» ha aggiunto Grüter. L’Istituto di Scienze delle Risorse Naturali dell’Università di Zurigo spiega come il focus sia stato sui principali paesi produttori di caffè, anacardi e avocado, per andare a studiare dove ci saranno mutamenti tra le regioni di coltivazione adatte per tutte e tre le colture.

Per gli anacardi, si prevede che le principali regioni di coltivazione come l’India, la Costa d’Avorio e il Benin diventeranno meno adatte, mentre per l’avocado, le aree che soffriranno di più saranno la Repubblica Dominicana, il Perù e l’Indonesia.

Già nel 2017, una ricerca condotta dall’Università del Vermont, pubblicata sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, aveva rivelato che la più grande regione al mondo in cui vengono lavorati i chicchi di caffè, il Centro e Sud America, potrebbe ridurre la sua produzione di circa l’88% entro il 2050.