Diritti

Togo: il record drammatico dei decessi in moto

Secondo il rapporto pubblicato dall’ente di beneficienza britannico per la sicurezza stradale Fia Foundation, più del 70% delle vittime stradali coinvolge una motocicletta
Motociclisti per le strade di Lomé, la capitale del Togo
Motociclisti per le strade di Lomé, la capitale del Togo Credit: Simon Townsley
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
9 febbraio 2023 Aggiornato alle 13:15

Le moto in Togo rappresentano la stragrande maggioranza dei veicoli che scorrazzano per le strade trafficate. In questa striscia verticale dell’Africa Occidentale, che tocca Burkina Faso, Bénin e Ghana e si affaccia per un breve tratto sul Golfo di Guinea, il 72% del totale delle vittime della strada coinvolge una motocicletta. Si tratta di una tendenza diffusa in molti Paesi del continente, soprattutto nell’Africa sub-sahariana, come in Burkina Faso e in Bénin, dove le cifre sono simili al Togo, ma anche in Tanzania, in Kenya e nella Repubblica Democratica del Congo, dove la percentuale si ferma al 50%.

Secondo un rapporto pubblicato dalla Fia Foundation, ente di beneficenza internazionale che opera per rendere strade e veicoli più sicuri, nel 2022 sono state registrate 27 milioni di motociclette immatricolate nell’Africa sub-sahariana, in aumento rispetto ai soli 5 milioni del 2010. Si tratta di veicoli utilizzati all’80% come taxi o per servizi di consegna. Il loro uso alza i tassi di mortalità su due ruote, che continuano ad aumentare, anno dopo anno, in tutta l’Africa.

In Togo, che conta più di 8 milioni di abitanti, i motociclisti rappresentano oltre la metà delle vittime della strada: il rapporto I driver del cambiamento: per un uso sicuro e sostenibile delle moto nell’Africa subsahariana non analizza solo questo Paese, ma copre una decina di regioni dell’Africa occidentale e centrale. Riporta che in Tanzania, per esempio, più della metà dei pedoni bambini coinvolti in un incidente stradale nella città di Dar es Salaam sono stati investiti da una moto.

Ma in Togo, uno dei casi più preoccupanti del continente, le moto in uso sono tra le 300.000 e le 500.000: qui il 55% dei proprietari di veicoli a due ruote li utilizza come mototaxi e solo il 3% per i servizi di consegna. Secondo il report, il 96% dei conducenti non ha alcuna formazione sulla guida e non ha mai conseguito la patente, nonostante la legge lo preveda. A Lomé, la capitale, il 27% dei motociclisti ha subito un infortunio e nel 2021, nell’intero Paese, ci sono state 681 vittime dovute a incidenti con motocicli.

Nel reportage realizzato dal britannico Telegraph, 2 giornalisti raccontano le condizioni degli ospedali togolesi dove, quotidianamente, giungono pazienti con braccia e gambe fratturati, piedi distorti e ferite alla testa. Un medico spiega che, nei giorni peggiori, si registrano 40 ricoveri per incidenti in moto, «ma non ne abbiamo mai meno di 20. Non c’è mai nessuna pausa». E la situazione non è mai stata così grave, secondo chi lavora negli ospedali. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, gli incidenti stradali sono la principale causa di morte tra i 15 e i 29 anni nella regione.

Il coordinatore nazionale dello studio, Kpegoh Otto-Günther, ha spiegato che «La crescita delle moto nel nostro Paese sta diventando sempre più preoccupante con l’aumento degli incidenti che coinvolgono queste macchine». Il documento da 118 pagine formula anche delle raccomandazioni e propone un programma d’azione per massimizzare i benefici della motocicletta gestendo e riducendo al minimo il rischio che include. L’uso standardizzato del casco, per esempio, con una precisa legislazione da applicare, i sistemi di frenatura antibloccaggio (gli Abs); e ancora, una progettazione stradale che consideri la sicurezza dei motocicli e l’erogazione urgente di un trasporto pubblico urbano sicuro, pulito e conveniente per fornire alternative reali e arginare la motorizzazione.

In risposta al rapporto, Sandra Ablamba Johnson, Ministra della Repubblica del Togo responsabile della sicurezza stradale, ha dichiarato che il suo Ministero, «in linea con la politica del Governo, sta lavorando instancabilmente per rafforzare la sicurezza stradale. È impegnato a proseguire la formazione e la concessione di licenze per i motociclisti, nonché a riorganizzare il sottosettore dei mototaxi».

Leggi anche
Giovani
di Costanza Giannelli 5 min lettura
Rifiuti
di Alessia Ferri 3 min lettura