Ambiente

Giorgia Meloni punta sui fondi europei per il futuro energetico

Tra le priorità annunciate durante la cabina di regia sul Pnrr, ci sono le energie rinnovabili e la riduzione dei consumi. Ma, nel frattempo, continua la scommessa sul gas (algerino)
Credit: ANSA/CHIGI PALACE PRESS OFFICE/FILIPPO ATTILI
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7 febbraio 2023 Aggiornato alle 17:00

Una visione per il futuro energetico dell’Italia fatta di pragmatismo e contraddizioni. Da una parte la capacità e l’organizzazione per ottenere più fondi possibili dall’Unione europea, dall’altra dietro ai grandi annunci sull’aumento delle energie rinnovabili (che però tra burocrazia e incertezze non viaggiano a gonfie vele) c’è lo scontro con una realtà che è ancora troppo dipendente dai combustibili fossili, come il gas che la premier Giorgia Meloni si è assicurata stringendo accordi con l’Algeria per il suo piano Mattei.

In questi giorni si è tenuta la cabina di regia sul Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) relativa soprattutto al capitolo dedicato al RepowerEu, iniziativa dell’Ue per smarcarsi dalla dipendenza fossile dalla Russia e migliorare l’efficienza energetica, soprattutto basandosi sulle energie pulite.

Qui Giorgia Meloni ha raccontato davanti ai principali vertici di partecipate, multinazionali di oil and gas ed energia, da Eni a Enel passando per Snam e Terna, che «la sfida per rafforzare la sovranità energetica richiede un impegno da parte di tutti. Oggi inizia un percorso istituzionale che in tempi brevi ci consentirà di elaborare e successivamente realizzare un piano che renderà l’Italia più sostenibile da un punto di vista energetico attraverso l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, la riduzione dei consumi».

Scopo dell’obiettivo dichiarato da Meloni è allocare tutti i fondi aggiuntivi per l’Italia previsti dall’Ue e dal RepowerEu (circa 9 miliardi ha fatto intendere Ursula von der Leyen) da inserire entro la deadline fissata, il 30 aprile.

Nella visione della Presidente, il piano energetico italiano e di riduzione dei consumi funzioneranno però solo realizzando l’ormai noto Piano Mattei, già presentato in Algeria, «al fine di consolidare il processo di diversificazione delle forniture verso una totale eliminazione del gas russo e per far diventare l’Italia hub energetico del Mediterraneo per tutta l’Europa in un proficuo rapporto di cooperazione soprattutto con i Paesi africani», ha ricordato Meloni confrontandosi con le aziende.

Il tutto, puntando sul gas, nonostante diversi report (come quello di Ember) ci ricordino che solare e vento sono stati in grado lo scorso anno di produrre più energia elettrica rispetto appunto al gas.

Per capire esattamente come il governo intenderà attuare i tre punti cardine annunciati - l’ampliamento della produzione di energia da fonti rinnovabili, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e la riduzione dei consumi - bisognerà dunque attendere ancora qualche mese.

Intanto però, ricorda la Banca d’Italia, dobbiamo investire fin da subito nella formazione e l’istruzione.

Secondo Bankitalia, infatti, il Pnrr potrebbe attivare fino a 375.000 posti di lavoro in più nel 2024, per esempio nelle costruzioni (100.000) o i comparti professionali più specializzati (tra i quali 27.000 informatici).

Tutte figure professionali decisive per sfruttare al meglio i fondi del Piano ma che attualmente in Italia scarseggiano: per la Banca d’Italia c’è dunque bisogno di investimenti proprio in istruzione e formazione e allo stesso tempo di attrarre migranti qualificati, vista la crisi demografica, che ci permettano di centrare gli obiettivi.

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