Diritti

Myanmar: le donne sono vittime di abusi online

La Cnn ha trovato centinaia di video e foto a sfondo sessuale diffusi in canali Telegram filo-militari. L’obiettivo è prendere di mira le cittadine: nella maggior parte dei casi, per le loro opinioni pro-democrazia
Credit: Chris Yang
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
7 febbraio 2023 Aggiornato alle 21:00

Usare la paura per ridurre al silenzio: i sostenitori dell’esercito in Myanmar prendono di mira le donne che si oppongono al regime condividendo su Telegram video, un tempo privati, che le mostrano nella loro intimità. E metterle alla gogna di migliaia di utenti vicini al golpe militare che, il 1° febbraio 2021, ha rovesciato il governo di Aung San Suu Kyi, poi arrestata.

L’inchiesta della Cnn - che fa parte di una serie che indaga come il genere delle persone influisca sulla loro vita online - racconta di Chomden, nome di fantasia cambiato per proteggere la sua identità: nell’estate del 2021, a meno di 6 mesi dal colpo di Stato guidato dal generale Min Aung Hlaing, un’amica le scrive urgentemente che un video in cui ha rapporti sessuali con il suo ex fidanzato sta circolando su un canale pubblico da circa 10.000 follower. E il suo profilo Facebook è ben riconoscibile, con tanto di nome e cognome. Così molti iniziano a inviarle messaggi offensivi e molestie sessuali online.

La storia di Chomden, che si trovava all’estero al momento del golpe, è solo una delle tante che vedono coinvolte donne che hanno denunciato la situazione in Myanmar e la brutale repressione delle voci critiche, affidando ai social le loro parole e condividendo testimonianze video di persone ancora nel Paese. Anche se fisicamente lontana, Chomden è stata punita ugualmente, ma attraverso la rete. Da quando i militari hanno ordinato il blocco temporaneo di Facebook in seguito al colpo di Stato, Telegram ha acquisito una rilevanza centrale in questo. Le richieste degli attivisti ai proprietari della piattaforma di intervenire con ugenza per fermare la violenza sono state vane.

Il canale Telegram, gestito dai sostenitori dell’esercito e usato per far circolare la propaganda, ha l’obiettivo di prendere di mira i sostenitori del Governo deposto ed eliminarli. Migliaia di donne, politicamente attive, vengono doxxate e, a poco a poco, silenziate: significa che le loro informazioni personali o private vengono pubblicate online senza il loro consenso. Una persecuzione psicologica che le spinge non solo a smettere di criticare il regime, ma anche a pensare di porre fine alla propria vita.

Il doxxing, spiega la Cnn, è uno strumento ampiamente utilizzato dai sostenitori della giunta per mettere a tacere gli oppositori, anche uomini: nel loro caso, secondo varie Ong, i messaggi li additano come oppositori legati a gruppi terroristici che lavorano per affossare la giunta, mettendoli a rischio di arresto. Per le donne il discorso è diverso: gli attacchi sono spesso caratterizzati da discorsi di odio sessista accompagnati da immagini e filmati sessuali espliciti. Come accaduto a Chomden e a tutte le donne e le famiglie sottoposte alla vergogna della società.

L’analisi della Cnn parla di centinaia di video e immagini a sfondo sessuale diffusi dai 10 canali Telegram pubblici più ricchi di questi contenuti, attivi tra l’inizio del golpe militare e la fine del 2022: su 178.000 post condivisi in un canale da 42.000 follower, i messaggi a sfondo sessuale sono stati pubblicati di frequente (1.199 post) e tra questi c’erano immagini sessualmente esplicite (204) e video a sfondo sessuale (187). Il 98% prendeva di mira le donne.

Una recente analisi pubblicata da Myanmar Witness, la Ong che si occupa di diritti umani in Myanmar, ha scandagliato 1,6 milioni di post diffusi su 100 canali Telegram in lingua birmana per trovare ulteriori prove di questa metodologia. È emerso che il 90% dei post offesivi era veicolato da canali che sembrerebbero pro-militari e di gruppi ultra-nazionalisti. E i post contenenti termini offensivi nei confronti delle donne sono aumentati di 8 volte dal golpe a luglio 2022. Anche i canali che si identificano come pro-democrazia propongono contenuti simili, ma in maniera minore. Le violenze di genere sono un problema che riguarda entrambi gli schieramenti.

Ma questi risultati rappresentano solo una piccola goccia rispetto all’oceano di abusi online che prendono di mira la resistenza femminile che sfida il regime militare: le analisi hanno esaminato solo i canali pubblici. Alcuni esperti, spiega la Cnn, credono che ci sia un legame tra questi canali e le forze armate, un sospetto nato in seguito ai casi di due donne arrestate poco dopo essere state doxxate e di post che celebrano, o rivendicano, il merito dei loro arresti.

L’esercito del Myanmar non ha risposto a una richiesta di commento da parte della Cnn. Il portavoce di Telegram, Remi Vaughn, ha spiegato all’emittente statunitense che i termini di servizio della piattaforma prevedono già il divieto di doxxing e di incitamento alla violenza, ma la Cnn non ha trovato regole chiare sull’argomento. Telegram, però, non ha voluto commentare oltre, mentre i contenuti continuano a invadere la piattaforma.

E centinaia di donne come Chomden, intanto, vivono la sua stessa situazione. Lei ha paura di tornare a casa. I militari hanno emesso un mandato di arresto contro di lei nel 2021. Ma quello che la preoccupa di più è il video: «Come potrei [tornare]… con tanta vergogna?».

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