Bambini

Il Metodo Montessori è davvero il migliore?

Stelle della musica, big del tech, premi Nobel. I bambini e le bambine iscritti a scuole che applicano l’insegnamento della pedagogista italiana sono ritenuti più preparati e creativi. Ma è veramente così?
Credit: Hendrik Schmidt/dpa-Zentralbild/ZB
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 7 min lettura
11 febbraio 2023 Aggiornato alle 20:00

Gabriel García Márquez, Taylor Swift, Larry Page, Sergei Brin, Jeff Bezos, George Clooney, Beyoncé. Siamo sicurə che conosci questi nomi. E siamo altrettanto sicurə che conosci anche un altro nome, che li accomuna tutti: Maria Montessori.

Tutti questi (e queste) “grandi” del loro campo, infatti, da piccoli hanno frequentato scuole che applicano il metodo della pedagogista italiana, a cui la Bbc ha dedicato un lungo articolo che ruota attorno a un’unica, grande domanda: “Montessori: la scuola più influente al mondo?”.

Non è una domanda così retorica, se pensiamo che il Wall Street Journal in un articolo del 2011 ha definito i fondatori di Google Larry Page e Sergei Brin, l’ideatore di Amazon Jeff Bezos, il fondatore di Wikipedia Jimmy Wales e il pioniere dei videogiochi e creatore di SimCity Will Wright “The Montessori Mafia”, spiegando: “La Montessori Mafia è saltata fuori in una lunga ricerca scientifica durata 6 anni sulla creatività nel mondo degli affari dei manager. I professori Jeffrey Dyer della Brigham Young University e Hal Gregersen della scuola di direzione aziendale Insead (Institut Européen d’Administration des affaires) si sono occupati di 3.000 manager e hanno intervistato 500 persone che nel corso degli anni hanno avviato società innovative o inventato nuovi prodotti”. I risultati della ricerca sono facilmente immaginabili: un numero significativo di questi manager, aveva frequentato scuole montessoriane in età scolare.

Anche il leader dell’indipendenza indiana e teorico della nonviolenza Mahatma Gandhi era un ammiratore del metodo della pedagogista marchigiana – i bambini, diceva “non sentivano alcun onere di apprendimento mentre imparavano tutto mentre giocavano”– e persino il Premio Nobel Rabindranath Tagore ha istituito una rete di scuole Montessori per liberare l’espressione creativa dei bambini.

Secondo alcune stime, oggi ci sarebbero almeno 65.000 istituti in 145 Paesi che si richiamano al metodo. Non tutti, però, sono riconosciuti dall’Opera Montessori e tra le varie scuole – pur restando saldi i principi di fondo – possono esserci differenze anche significative.

Negli Stati Uniti, dove ha guadagnato la più ampia popolarità, le scuole Montessori sono oltre 4.500, ma sono numerosissime anche nel Regno Unito (800), in Germania (oltre 1.100) e nei Paesi Bassi, dove un terzo delle scuole pubbliche sono montessoriane. Il nostro Paese, invece, che al metodo ha dato i natali, non ha una diffusione così capillare: gli istituti registrati sono poco più di 140, circa uno ogni 450.000 abitanti.

Indipendenza, collaborazione, autonomia, esplorazione sensoriale sono i principi cardine di questa filosofia educativa, che poggia sull’idea del riconoscimento delle capacità innate del bambino, che deve essere “aiutato a fare da sé”. Non ci sono voti, né premi, né punizioni. Le classi non sono divise per età, ma gruppi misti, per stimolare grandi e piccoli ad apprendere dagli altri.

La distanza tra questo modello educativo e la pedagogia tradizionale è evidente. Ma in termini di risultati la differenza è altrettanto netta? Insomma, per dirlo in parole semplici: il successo di chi ha frequentato una scuola Montessori è dovuto all’efficacia del Metodo o si tratta di una felice coincidenza?

Gli studi hanno provato a rispondere a questa domanda, la cui inevitabile premessa, però, è che è molto difficile applicare il processo scientifico standard di valutazione al rendimento degli alunni nelle classi.

«Potresti decidere di confrontare gli alunni delle scuole Montessori con quelli di un altro sistema educativo. Ma molte scuole Montessori sono a pagamento e la scelta dei genitori può essere correlata a molti altri fattori che potrebbero anche influenzare i progressi di un bambino. Non è solo la ricchezza dei genitori che conta. I genitori che mandano i loro figli a una scuola Montessori possono essere più coinvolti nella loro educazione, quindi il loro stile educativo a casa può influenzare positivamente il loro successo», ha spiegato alla Bbc Javier Bernacer dell’Istituto di Cultura e Società, Universidad de Navarra in Spagna.

Gli effetti positivi rilevati da diversi studi, quindi, potrebbero non essere direttamente correlati al metodo pedagogico, quanto piuttosto, spiegano David Robson e Alessia Franco - autori dell’articolo pubblicato dall’emittente britannica - a una condizione privilegiata di questi bambini.

Per superare questa criticità e provare a rispondere alla domanda attraverso uno studio più rigoroso, nel 2006 Angeline Lillard, professoressa di psicologia alla University of Virginia a Charlottesville, ha analizzato i risultati degli alunni della scuola Montessori di Milwaukee, negli Stati Uniti. La particolarità delle classi oggetto della ricerca è che i bambini sono stati ammessi attraverso un sistema di estrazione casuale. Eliminando (o ridimensionando) i fattori esterni come il background familiare, le eventuali differenze riscontrate sarebbero quindi legate al metodo Montessori stesso.

La ricerca, pubblicata su Science, ha mostrato che intorno ai 5 anni, verso la fine della scuola materna, “gli studenti montessoriani si sono dimostrati più preparati per affrontare la scuola elementare nella lettura e in matematica rispetto agli alunni non montessoriani. Si sono anche dimostrati migliori in alcune ‘funzioni esecutive’, nella capacità di adattarsi ai problemi in evoluzione e complessi, un indicatore di un probabile successo nella scuola e nella vita”.

I bambini educati con il metodo Montessori tendevano ad avere una migliore alfabetizzazione, matematica, funzione esecutiva e abilità sociali già alla fine della scuola materna. A di 12 anni, mostravano migliori capacità di narrazione.

Sebbene accurato e rigoroso, lo studio era condotto su un numero molto limitato di bambini. Eppure, anche nuove ricerche sembrano confermare gli effetti positivi dell’educazione montessoriana rispetto a quella tradizionale.

Alcuni studi, a esempio, mostrano che sperimentare un tempo non strutturato, in cui è consentito loro di andare avanti con le proprie attività senza interferenze da parte di un adulto (il fulcro del metodo Montessori) porta a una maggiore indipendenza e auto-direzione dei bambini. Le ricerche suggeriscono anche che il design dei materiali didattici montessoriani favoriscano l’apprendimento precoce: i bambini che frequentano classi che utilizzano solo questo tipo di materiali, infatti, sembrano ottenere risultati migliori nei test.

Anche le ricerche della neuroscienziata del Centre Hospitalier Universitaire Vaudois in Svizzera ed ex insegnante Montessori Solange Denervaud sembrano andare verso una conferma dell’efficacia del Metodo: ha scoperto che i bambini che frequentano le scuole Montessori tendono ad avere una maggiore creatività, che, a sua volta, sembra essere collegata ai migliori risultati scolastici.

I vantaggi, spiega, potrebbero derivare dall’esperienza dei bambini di assumere la guida delle loro attività di apprendimento fin dalla tenera età e dalla maggiore opportunità di trovare le proprie soluzioni a un problema e di imparare dai propri errori, un fattore che dovrebbe incoraggiare un pensiero più flessibile. «È uno spazio sicuro per fare tentativi ed errori», suggerisce.

Lo studio, spiega la Bbc, non è stato condotto, come quello di Milwakee, su campione completamente randomizzato di alunni. Nonostante questo, Denervaud ha cercato di confrontare i risultati dei bambini con intelligenza e background socioeconomici. «Quando sei a scuola, stai costruendo l’architettura della tua mente - ha detto all’emittente - Avrebbe senso che le persone che hanno imparato a essere automotivate, flessibili e collaborative in giovane età dovrebbero avere un vantaggio più avanti nella vita». Secondo le sue ricerche, quindi, è possibile che l’educazione Montessori possa aiutare le persone ad avere maggiore successo nelle industrie creative.

Altri ricercatori, come Chloe Marshall dello University College of London Institute of Education, sono più cauti e rimarcano come, a oggi, non ci siano prove sui benefici a lungo termine.

Non solo: quello Montessori, ricordano Robson e Franco, è ormai diventato un brand a tutti gli effetti, ma sono molte le scuole che, oltre al nome, di montessoriano hanno ben poco e le differenze tra istituti - molti dei quali applicano il Metodo in modo tutt’altro che rigoroso, quando non delle vere e proprie versioni distorte - possono essere all’origine di risultati molto variabili tra i loro alunni.

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