Futuro

Safer Internet Day: serve un’agenda digitale per i giovani

Più del 70% dei ragazzi tra i 12 e i 18 anni teme che i dati condivisi online vengano utilizzati senza consenso, mentre 1 su 2 afferma di essersi imbattuto in contenuti inappropriati. I dati di Telefono Azzurro e Save The Children
Credit: Rohit Choudhari
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
7 febbraio 2023 Aggiornato alle 07:00

Oggi si celebra il Safer Internet Day, la giornata mondiale per la sicurezza in Rete rivolta alla tutela di bambini e adolescenti per un utilizzo sicuro e responsabile di Internet.

Qualche numero

Il rapporto Tra realtà e Metaverso. Adolescenti e genitori nel mondo digitale presentato il 6 febbraio da Telefono Azzurro e Doxa Kids, sottolinea come oggi il 50% dei ragazzi intervistati tra 12 e 18 anni dichiara di passare dalle 2 alle 3 ore al giorno sui social e chattando, mentre il 14% dalle 4 alle 6 ore giornaliere, il 4% più di 6 ore e il 3% è sempre connesso.

Più significativo come il 27% dei ragazzi – 29% nel range di età dai 15 ai 18 anni – afferma che si sentirebbe ansioso o agitato senza l’utilizzo dei social: il 10% in più di quanto rilevato nel 2018 (17%). Ma a far riflettere sono soprattutto le paure legate a situazioni sulle quali non hanno il controllo.

Oltre il 70% degli intervistati teme che i dati condivisi vengano utilizzati senza il loro consenso, mentre il 65% teme di essere contattato da estranei adulti, percentuale che sale al 70% per le ragazze e i giovani tra 12 e 14 anni.

Altre preoccupazioni sono il bullismo (57%), la condivisione eccessiva (oversharing) di dati personali (54%), la visione di contenuti violenti (53%) o sessualmente espliciti (45%), l’invio di contenuti di cui ci si potrebbe pentire (36%), le spese eccessive (19%) e il gioco d’azzardo (14%).

Infine quasi 1 ragazzo su 2 – 48% e 53% nel caso di ragazzi 15-18 anni – si è imbattuto in contenuti online poco appropriati, e nel 25% dei casi i contenuti apparsi li hanno turbati e impressionati. Il 19% dei ragazzi ha cercato di controllare e limitare i contenuti sui social senza riuscirsi.

Safer Internet Day

Avviato nel 2004 nell’ambito del progetto SafeBorders finanziato dall’Unione europea, il Safer Internet Day è stata ripreso l’anno successivo da Insafe, il network europeo dei Centri nazionali per la sicurezza in rete (Sic), e oggi viene celebrato in circa 200 Paesi e territori in tutto il mondo grazie al sostegno della Commissione Ue.

In Italia ne è responsabile il progetto Safer Internet Centre - Generazioni Connesse coordinato dal Ministero dell’istruzione e del merito (Mim), ex Miur, col partenariato di alcune delle principali realtà italiane che si occupano di sicurezza in Rete. Tra queste l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, la Polizia di Stato, il Ministero per i beni e le attività culturali, gli atenei di Firenze e La Sapienza di Roma, Save the Children Italia, Telefono Azzurro, la cooperativa Edi onlus, Skuola.net e l’Ente autonomo Giffoni Experience.

Le iniziative

Diverse le iniziative in programma, a partire da quella promossa dal Mim che si svolgerà oggi dalle 9:30 alle 13:00 presso le Officine Farneto di Roma alla presenza di 100 studenti e del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Tutte le scuole interessate potranno seguire l’evento in diretta streaming sul canale YouTube del Ministero e sul portale di Generazioni Connesse.

A coinvolgere le istituzioni sarà anche Telefono Azzurro, che nella stessa mattinata si confronterà con le istituzioni presso il Palazzo dei gruppi parlamentari nel corso dell’evento Verso un’agenda digitale per l’infanzia e l’adolescenza per discutere delle metodologie di attuazione delle legislazioni in materia di protezione e tutela di bambini e adolescenti nell’ambiente digitale.

«Serve una condivisione seria e profonda di competenze, idee, investimenti, che veda protagoniste le Istituzioni, le agenzie educative – in primis la scuola – le famiglie, il mondo del non profit e il network di soggetti che a livello internazionale si occupano di tutela dell’infanzia», ha dichiarato Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro. «È ormai urgente – ha aggiunto – mettere in campo e rafforzare forme di collaborazione, progetti comuni, occasioni di confronto, traducendo in maniera tempestiva nella realtà strumenti concreti di tutela e di educazione per bambini e adolescenti».

I comportamenti a rischio

A partire dal 2014, Generazioni Connesse ha realizzato un vademecum pensato come una guida operativa per genitori, insegnanti e operatori dedicata al cyberbullismo, ai siti pro-suicidio, pro-anoressia e pro-bulimia, ai videogiochi e al gioco d’azzardo online, alla pedopornografia e all’adescamento online, ai rischi legati al commercio digitale e alla dipendenza da Internet.

Ma esistono anche pratiche più sottili, che oggi rischiano di essere normalizzate all’interno delle dinamiche relazionali. Un sondaggio promosso dal Movimento Giovani per Save the Children ha rilevato come il 42,2% del campione – quasi 1.000 giovani tra i 18 e i 25 anni – riferisce di avere avuto un’amica o un amico che ha vissuto una qualche forma di violenza online nella relazione, soprattutto rispetto alla sfera del controllo personale.

Tra i comportamenti più frequenti la creazione di un profilo social falso per controllare il partner (73,4%), telefonate o messaggi insistenti per sapere dove si trova e con chi è (62,5%), il controllo degli spostamenti e delle persone con cui si trova (57%), l’impedire al partner di accettare alcune persone tra le amicizie sui social (56,2%), ma anche il fare pressioni affinché il partner invii sue foto sessualmente esplicite (55,1%) o minacciare la diffusione di informazioni, foto o video imbarazzanti (40,6%). Dati che sono confermati anche dal report Navigare senza bussola dell’organizzazione WeWorld: 1 adolescente su 3, infatti, dichiara di controllare regolarmente il cellulare del partner.

Per questo Save the Children ha promosso la campagna Lo hai mai fatto? contro la violenza di genere online tra adolescenti, nato dalla partecipazione dei gruppi SottoSopra del Movimento giovanile di Venezia e Reggio Calabria al progetto europeo Date (Developing Approaches and Tools to End Online Teen Dating Violence).

«La pretesa di controllare in ogni momento spostamenti, abbigliamento, contatti e amicizie, o la violazione della privacy e il ricatto delle immagini intime sono forme di violenza che colpiscono soprattutto le ragazze», ha spiegato Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children Italia.

«È necessario che gli adulti così come gli adolescenti acquisiscano piena consapevolezza di questi comportamenti, senza minimizzarli - precisa Milano - Per questo motivo, è importante promuovere percorsi di sensibilizzazione rivolti ai genitori, così come integrare nei programmi scolastici l’educazione all’affettività e una formazione specifica per docenti e studenti sull’utilizzo responsabile ed etico degli strumenti digitali anche nelle relazioni di coppia».

Leggi anche
Web
di Caterina Tarquini 4 min lettura
Genitorialità
di Caterina Tarquini 6 min lettura