Ambiente

Brasile: la portaerei São Paulo sta affondando

Nonostante i pericoli di un disastro ambientale, il Ministero della Difesa ha voluto far inabissare nell’Oceano Atlantico la nave militare
La portaerei São Paulo, a Rio de Janeiro, fotografata nel 2010
La portaerei São Paulo, a Rio de Janeiro, fotografata nel 2010 Credit: Alcluiz/wikipedia
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6 febbraio 2023 Aggiornato alle 18:00

Dopo alcuni tentativi di smantellamento, il governo brasiliano ha infine deciso di liquidare la vecchia portaerei São Paulo facendola affondare a 350 chilometri dalla costa, in pieno oceano Atlantico, nella giornata di venerdì 3 febbraio.

Una decisione che ha suscitato enormi proteste da parte delle Ong ambientaliste, preoccupate dalla quantità di materiale tossico presente sulla nave militare di 34.000 tonnellate e lunga oltre 260 metri.

Il Ministero della Difesa, per mitigare gli effetti nocivi sulle coste brasiliane, ha optato per un’area marina internazionale dalla profondità di circa 5000 metri comunicando che «alla luce dei fatti presentati e del rischio crescente connesso al traino, a causa del deterioramento delle condizioni di galleggiamento dello scafo e dell’inevitabilità dell’affondamento spontaneo/incontrollato, non è possibile adottare un’altra linea d’azione diversa dall’abbandonare lo scafo, attraverso un’azione pianificata e controllata».

Inizialmente la vecchia nave militare, con oltre 60 anni di attività, doveva essere smantellata nel 2022 in uno stabilimento turco, a cui successivamente è stato negato il permesso dalle autorità locali a causa della presenza dell’amianto sul vascello. Non potendo più accedere ai porti turchi, la nave è stare re-dirottata sul Brasile dove diverse autorità portuali cittadine si sono rifiutate di farla attraccare. Da qui la rapida decisione di farla affondare.

Le velocità del processo decisionale governativo, che ha ignorato platealmente le proteste degli ambientalisti, ha suscitato notevoli sospetti e proteste: «Quello che desta perplessità è che, nel caso dell’ex portaerei brasiliana, ciò sia stato fatto pur sapendo cosa ci fosse dentro: una quantità sconosciuta di materiale tossico, tra cui tonnellate di amianto, materiale cancerogeno vietato in tutto il mondo, e, molto probabilmente anche Pcb (Policlorobifenili) - composti pericolosi perché non si dissolvono in acqua e si trasmettono alle persone attraverso l’assunzione di cibo, come il pesce», ha affermato il giornalista Jorge de Souza.

L’Ong americana Basel Action Network (Ban), insieme a Greenpeace e Sea Shepherd Conservation Society, ha denunciato le azioni delle autorità brasiliane, sostenendo che violino 3 trattati internazionali: la Convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti oltre frontiera di rifiuti pericolosi e sulla loro eliminazione, la Convenzione di Londra sulle prevenzione dell’inquinamento marino e la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti.

Il problema dello smaltimento dei vecchi relitti carichi di materiale inquinante è sempre più pressante, in un mondo con decine di migliaia di navi ormai antiquate e abbandonate nei porti o nei mari. In Italia una delle situazioni più preoccupanti a livello ambientale è nella laguna di Venezia dove l’incrocio fra burocrazia e incuria ha creato il più grande cimitero navale d’Europa.

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