Economia

Amazon: problemi in paradiso?

Il colosso dell’e-commerce sta vivendo un periodo di crisi, dovuto all’aumento dei costi, al calo della domanda dei prodotti, alle spese pubblicitarie e alla forte concorrenza. Come sta reagendo l’impresa?
Jeff Bezos alla presentazione dell'iniziativa ambientale di Amazon "The Climate Pledge", nel 2019
Jeff Bezos alla presentazione dell'iniziativa ambientale di Amazon "The Climate Pledge", nel 2019 Credit: EPA/MICHAEL REYNOLDS
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6 febbraio 2023 Aggiornato alle 14:00

Amazon - gigante dell’e-commerce nato come umile libreria online nel 1994, diventata poi uno dei più grandi colossi tecnologici - oggi combatte l’aumento dei costi e assiste a un grave calo degli utili. Il margine operativo della società nel terzo trimestre dello scorso anno ha raggiunto solo il 2%: è il picco più basso dal 2017.

La multinazionale è arrivata a perdere nel 2022 ben 26 miliardi di dollari di free cash flow - ovvero il flusso di cassa disponibile per l’azienda, dopo aver sottratto gli investimenti di capitale - chiudendo l’anno con un utile netto di 0,3 miliardi, in calo rispetto ai 14,3 miliardi dell’anno precedente.

Ma il difficile periodo vissuto da Amazon sta accomunando molte altre big tech, che hanno visto rallentare la domanda di prodotti digitali a seguito della fine dell’emergenza epidemiologica, trovandosi a sostenere costi sempre crescenti.

Licenziamenti

Il primo passo per la maggior parte di queste aziende tecnologiche è il taglio al personale che, dopo le enormi assunzioni pandemiche, toccano ora decine di migliaia di lavoratori. La stessa Amazon nel mese di gennaio ha annunciato 18.000 licenziamenti, pari al 6% della sua forza lavoro, nel tentativo di ridimensionare un’unità aziendale che, secondo quanto riferito, perdeva circa 5 miliardi di dollari all’anno.

Durante gli anni della pandemia, quando i blocchi nazionali hanno creato un boom negli acquisti online, Amazon si è espansa in modo molto più aggressivo rispetto ai suoi competitors, raddoppiando le dimensioni della sua rete di evasione ordini. L’azienda ha attuato una grande espansione del suo magazzino e della sua rete logistica, con l’obiettivo di offrire la consegna dei prodotti in un giorno ai suoi membri Prime, aggiungendo una superficie di circa 12 milioni di metri quadrati, che comprende magazzini, data center, negozi e uffici.

In quel periodo, superando gli investimenti di qualsiasi altra azienda al mondo, la spesa in conto capitale di Amazon ha raggiunto i 100 miliardi di dollari, a cui si aggiungono ulteriori 60 miliardi di dollari nello scorso anno, destinati oltre che a magazzini e veicoli anche ai data center Amazon Web Services (Aws, divisione cloud di Amazon). Nel primo trimestre del 2022, la multinazionale ha ammesso che gli eccessi nelle assunzioni e nelle costruzioni aggiungevano ciascuna 2 miliardi di dollari ai suoi costi trimestrali rispetto al 2021; conseguenza simile hanno avuto gli aumenti nel costo del carburante e nei salari dei propri dipendenti.

Domanda debole

Il colosso tecnologico si trova in una situazione difficile, dovendo affrontare principalmente 3 grandi sfide: un’attività di vendita al dettaglio in perdita, la decelerazione dei motori di cassa di Aws e dell’attività pubblicitaria, e una crescente concorrenza. A dicembre i consumatori americani hanno speso l’1,1% in meno rispetto al mese precedente, causando perdite operative annuali che nella divisione retail - vendita al dettaglio - ammontano a circa 30 miliardi di dollari.

Si parla di domanda debole, poiché gli acquirenti tendono a frenare la spesa per articoli discrezionali, sempre più alla ricerca di buoni affari che garantiscano un risparmio. Una possibile soluzione per l’azienda, che soddisfi le aspettative sugli utili, contrastando al tempo stesso un calo dei volumi di vendita, è l’aumento dei prezzi, come quello del 10% sperimentato ultimamente dalla multinazionale Procter & Gamble. Molti altri rivenditori stanno invece scontando le merci per ridurre le rimanenze: è il caso delle auto elettriche di Tesla, i cui prezzi sono diminuiti del 20% a livello globale.

Spesa pubblicitaria

Un altro motivo di preoccupazione per Amazon è dato dalla spesa pubblicitaria, avendo speso circa 1 miliardo di dollari per ottenere i diritti di streaming di alcune partite di football americano, oltre a relativi annunci pubblicitari. Allo stesso tempo, però, la crescita annua delle vendite pubblicitarie è rallentata drasticamente, passando dal 53% del 2021 al 25% del terzo trimestre del 2022.

Anche Amazon Web Services - su cui le giovani aziende tecnologiche si erano affrettate a spostare i propri dati durante la pandemia - ora sta rallentando i suoi ricavi, a causa di un calo degli ordini da parte dei propri clienti aziendali. Inoltre, l’aumento dei prezzi dell’energia, soprattutto in Europa, ha reso molto più costoso mantenere in funzione i data center. A ottobre Brian Olsavsky, Chief Financial Officer di Amazon, ha ammesso che la crescita annuale delle vendite di Aws era scesa a circa il 25%, la più lenta mai registrata.

Concorrenza

Altro grave ostacolo per il colosso tecnologico è rappresentato dall’inasprimento della concorrenza. Mentre il Covid ha spinto gli acquirenti online, i rivenditori tradizionali hanno spostato la loro attenzione sull’e-commerce, migliorando la propria capacità di consegna ed evasione ordini, anche attraverso l’acquisizione di piattaforme di shopping online. Ma i rivali di Amazon stanno facendo sentire la loro minaccia anche nelle attività non al dettaglio, come i servizi di cloud, consumando il vantaggio della prima mossa di Aws, la cui quota di mercato globale nel settore si è stabilizzata a circa il 30% negli ultimi tre anni.

Quali sono le possibili soluzioni?

In questo periodo storico, il compito principale del Ceo Andy Jassy rimane quello di contenere i costi, aumentando i rendimenti. È così che il prezzo dell’abbonamento Prime in America è stato aumentato da 119$ a 139$ all’anno.

Ma Amazon ha deciso di cestinare molti progetti, annullando la costruzione di dozzine di magazzini e chiudendo altrettanti negozi fisici - che vendevano articoli dalla valutazione minima di 4 stelle - ma anche togliendo dal commercio il dispositivo per videochiamate Amazon Glow, e il robot domestico Astro 2.0.

Un possibile spiraglio potrebbe essere offerto dal collegamento tra il cloud e la vendita al dettaglio che possa, per esempio, sfruttare i nuovi strumenti di intelligenza artificiale di cui dispone Aws per indirizzare gli acquirenti direttamente sull’e-commerce. Ma, col tempo, Amazon potrebbe specializzarsi anche nella vendita a individui e ad aziende di servizi - e non più solo beni di consumo - sempre più assistiti dall’intelligenza artificiale.

Il colosso dell’e-commerce vanta già da ora scommesse di investimento multimiliardarie su Kuiper, un’impresa a banda larga satellitare, e Zoox, un’impresa di auto a guida autonoma. Non mancano investimenti nella sanità, avendo acquistato l’anno scorso One Medical, fornitore di cure primarie, e avendo lanciato Amazon Clinic, in grado di offrire consulenze virtuali per oltre 20 disturbi. Inoltre, il 24 gennaio è stato presentato RxPass, un servizio di abbonamento per i membri Prime attualmente attivo solo in America, che con soli 5 dollari al mese - inclusa consegna - permette di ricevere farmaci generici per le patologie più comuni.

Come dichiarato dal Ceo Jassy, Amazon sta lavorando duramente per ridurre i costi, senza rinunciare però a investimenti strategici a lungo termine che possano cambiare significativamente l’esperienza del cliente. Solo così, bilanciando la spesa in conto capitale con alcune scommesse mirate, Amazon potrebbe tornare all’affidabilità e all’alta redditività di un tempo.

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