Diritti

Sei una mamma? Allora niente regata

La velista francese Clarisse Crémer non potrà partecipare alla Vendée Globe 2024-2025 perché in maternità. La decisione le è stata imposta dallo sponsor Banque Popolare, che ha trovato un nuovo skipper
Clarisse Cremer alla "Medef Summer Conference La Ref 2022" all'ippodromo di Longchamp Racetrack, Francia, agosto 2022
Clarisse Cremer alla "Medef Summer Conference La Ref 2022" all'ippodromo di Longchamp Racetrack, Francia, agosto 2022 Credit: Alexis Sciard/IP3 via ZUMA Press
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6 febbraio 2023 Aggiornato alle 21:00

Aspetta un bambino? Niente Vendée Globe! È questo in soldoni quel che è accaduto alla navigatrice francese Clarisse Crémer, in lizza per partecipare all’edizione 2024-2025 del giro del mondo in solitario e senza scalo.

A 33 anni, con una carriera brillante in classe Figaro e una partecipazione al cosiddetto Everest della Vela nel 2020-2021 - occasione in cui, per altro, ha fissato il nuovo record femminile della regata, migliorando il tempo stabilito nel 2001 da Ellen MacArthur - Crémer è una vera fuoriclasse. Tanto da essere stata insignita nel 2021 dell’ambizioso riconoscimento Rolex World Sailor of the Year Award.

Ciò nonostante, è stata tagliata fuori dai giochi, perché in maternità. Di fatto il suo sponsor, il colosso finanziario francese Banque Populaire, le ha levato la barca da sotto il sedere per affidarla a un altro skipper. “Già a febbraio del 2021 – si sfoga Cremer su Facebookavevo informato il mio sponsor che aspettavo un bambino e nonostante ciò l’accordo tra noi era stato confermato nell’autunno del 2021. Ho poi scoperto, lo scorso venerdì (il 27 gennaio, ndr) che Banque Populaire ha infine deciso di rimpiazzarmi. A causa di ciò e contro il mio volere non parteciperò al Vendée Globe del 2024-2025.

Una doccia fredda per la velista francese, ormai mamma dallo scorso novembre ed effettivamente indietro nella tabella di marcia. Ma i tempi, secondo la navigatrice, ci sarebbero stati. “Ci sono progetti di partecipazione – ha sottolineato – lanciati molto più di recente che nonostante ciò proseguono senza che nessuno batta un ciglio. Con 2 intere stagioni e 4 transatlantiche ancora da correre, ero nei limiti per completare la qualificazione”. In risposta a ciò, Banque Populaire alza le mani e punta il dito contro l’organizzazione del Vendée Globe.

“Nell’ottobre 2021 – riporta un comunicato del 1 febbraio – l’organizzazione del giro del mondo ha annunciato un nuovo metodo di qualificazione che non consente più ai finalisti delle precedenti edizioni di qualificarsi automaticamente a quella successiva. È stato istituito un sistema di accumulo punti da acquisire tra l’inverno del 2021 e l’estate 2024 partecipando alle regate del circuito Imoca. Per ottemperare a questi nuovi regolamenti e partecipare alle regate della stagione 2022, il team Banque Populaire ha noleggiato una barca e ha dato la possibilità a Clarisse di mettere a segno i punti necessari in attesa della consegna del monoscafo Banque Populaire XII a dicembre 2022 (ex Apivia)”.

“Non potendo partecipare a queste gare per la maternità - continua la nota - Clarisse si trova oggi in una situazione che non le permette di ottenere il numero di punti necessari per qualificarsi al Vendée Globe 2024. Consapevole di questo rischio, Team Banque Populaire aveva aperto un confronto l’organizzazione del Vendée Globe già nell’estate del 2022 al fine di affrontare la situazione unica della velista francese. Abbiamo proposto all’organizzatore diverse soluzioni affinché il regolamento tenesse conto della situazione particolare in cui possono trovarsi le donne in gara, soprattutto in caso di maternità. Tutte queste proposte sono state respinte. E ciò è deplorevole”.

Per garantire, nonostante tutto, il proseguimento del progetto di partecipazione al prossimo Vendée Globe, avendo già affrontato importanti investimenti in risorse e mezzi, Team Banque Populaire ha deciso in extremis di sostituire Cremer con un nuovo skipper il cui nome verrà comunicato nei prossimi giorni.

Alla navigatrice francese dunque son state chiuse le porte in faccia. Alla grande gioia della maternità si unisce così lo sconforto di constatare ancora una volta che quello in cui viviamo non è affatto un mondo per donne. Altro che pari opportunità!

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