Bambini

Trye, George, Trayvon, Michael e le vite nere che sono importanti

I loro nomi sono diventati simbolo di una lotta importante, una lotta che fa rabbia e tristezza ma per cui vale la pena lottare
Tempo di lettura 4 min lettura
4 febbraio 2023 Aggiornato alle 08:00

Quando la vita scorre felice e spensierata, ci basta il nostro nome per essere noi stessə. Il cognome serve solo per le cose importanti, quelle cose per cui ci vogliono le firme e i documenti, come viaggiare, sposarsi o comprare casa. Oppure quando noi non siamo più solo noi, non viviamo più solo per noi stessə, ma diventiamo qualcosa di più grande e importante. Diventiamo un simbolo per gli altri.

Sarebbe stato bello se Tyre, George, Trayvon e Michael avessero potuto vivere una vita felice e spensierata, conosciuti solo come Tyre, George, Trayvon e Michael. Purtroppo sono diventati Trye Nichols, George Floyd, Trayvon Martin e Michael Brown. I loro nomi e i loro cognomi sono diventati dei simboli di una lotta importante, una lotta che fa rabbia e tristezza ma per cui vale la pena lottare.

Tyre, George, Trayvon e Michael non ci sono più. Sono stati tutti fermati dalla polizia americana per qualche motivo non proprio grave. Sono stati fermati dalla polizia e picchiati con così tanta cattiveria che sono morti.

Tyre, George, Trayvon et Michael hanno un altro punto in comune oltre a quello di essere stati uccisi ingiustamente. Erano tutti neri. Non è un dettaglio, come essere tutti del sagittario o avere tutti un neo sulla guancia sinistra.

Negli Stati Uniti, la polizia ha la mano pesante e il grilletto facile. Uccide più di 1000 persone ogni anno. I neri sono il doppio rispetto ai bianchi. Ma negli Stati Uniti ci sono molti più bianchi che neri. I conti non tornano.

Negli Stati Uniti (e purtroppo non solo lì) il razzismo è un grossissimo problema. Le persone nere vengono trattate peggio, pagate meno, arrestate di più. E non perché se lo meritino. Se una persona bianca e una nera fanno la stessa cosa brutta, la persona bianca viene punita meno, si cerca di capirla; la persona nera viene castigata subito e tanto, senza fare complimenti.

Qualche anno fa, è nato un movimento molto grande che si chiama Black Lives Matter. Vuol dire “le vite nere sono importanti”. Perché, davvero, ogni tanto sembra che la vita di una persona nera valga la metà di quella di una persona bianca. Questo movimento lotta affinché i diritti delle persone nere vengano rispettati e la loro identità unica possa essere celebrata con orgoglio.

Ogni volta che la polizia si è accanita contro un ragazzo come Tyre, che è morto il mese scorso, o come George, che è morto nel 2020, o come Trayvon e Michael che sono morti nel 2012 e nel 2014, il movimento Black Lives Matter si è fatto sentire. Ha protestato nelle strade delle più grandi città americane per far cambiare le cose.

Adesso, un gruppo di politici neri sta cercando di far passare una legge per cambiare le regole nella polizia. Perché essere arrestati quando si è fatto qualcosa di male è giusto e normale, ma non è normale morire a causa della polizia. Lo scopo della polizia è proteggere la comunità e far rispettare le regole, non ammazzare la gente.

Tanti giovani, neri e non solo, ormai hanno paura della polizia. Ci credo! Come non avere paura di gente con la mano pesante e il grilletto facile? Ma è un vero peccato avere paura di qualcuno che dovrebbe vegliare su di te.

Lo scopo di questa riforma, cioè questo cambiamento in meglio, è smettere di menare la gente alla minima occasione. Allontanare e punire subito chi sbaglia. Ridurre l’uso delle maniere forti. Perché prenderti cura della gente non è una scusa per fare di tutto. E la paura non porta a niente di buono.

Trye Nichols, George Floyd, Trayvon Martin, Michael Brown e troppi ragazzi neri sono morti ingiustamente. Ma forse, se ce la mettiamo tutta, non saranno morti invano.

Leggi anche
Razzismo
di Azzurra Rinaldi 4 min lettura
Disuguaglianza
di Chiara Manetti 4 min lettura