Diritti

Educazione Usa: una censura silenziosa, ma solo per alcuni

Molti Stati hanno messo al bando libri che parlano di sessualità e razzismo. Alcuni genitori appoggiano questa politica, mentre bibliotecari e insegnanti lavorano in un clima di paura e preoccupazione
Credit: Rodnae Productions
Tempo di lettura 4 min lettura
4 febbraio 2023 Aggiornato alle 16:30

Da una parte le leggi, dall’altra i genitori delle nuove generazioni: in America l’educazione dei ragazzi sembra essere tra due fuochi, ostacolata nella sua libertà e costretta in una via a senso unico che rischia di spezzare le ali, chiudere la mente e cancellare il pensiero critico.

Sembra ritornare una sorta di censura che, ora, sta rendendo impossibile l’accesso a una formazione onnicomprensiva. C’è quello che è giusto sapere e c’è quello che è sbagliato, che è meglio non sapere. In questo caso, ciò che è “sbagliato” si trova in tutti i libri che affrontano temi come sessualità, genere, razza e razzismo. Banditi dagli scaffali, impossibili da ordinare.

Così, in un viaggio che corre indietro nel tempo, ritorna la figura dello Stato censore - a cui fanno eco tantissimi distretti scolastici americani - che ha iniziato a imporre limiti sui titoli che possono essere ordinati dai bibliotecari, oltre ad approvare leggi che diano ai genitori più potere decisionale su quali libri gradiscano trovare nelle biblioteche per i loro figli.

E allora non è più un caso se in un distretto scolastico del Texas, quest’anno, i bibliotecari scolastici hanno ordinato 6.000 libri in meno rispetto all’anno precedente: in base a una nuova regola i genitori devono avere 30 giorni per rivedere i titoli prima che il consiglio scolastico voti per approvarli.

In un altro istituto, il Keller Independent School District, a partire da quest’anno i bibliotecari che desiderano ordinare libri devono prima compilare un modulo Google in cui richiedano di segnalare qualsiasi contenuto ritenuto, per legge, problematico, inclusi “baci appassionati e/o prolungati” o “discussione o rappresentazione della fluidità di genere”. Dopo di che, devono presentare l’elenco dei testi richiesti al consiglio scolastico per un periodo di 30 giorni di pubblica visione, durante il quale i genitori possono indagare e contestare gli acquisti proposti. Infine, l’intero consiglio scolastico potrà votare per approvare o rifiutare ogni elemento della lista

In Pennsylvania, invece, una bibliotecaria scolastica deve ora ottenere l’ok del preside per gli acquisti e, così, ha potuto acquistare 100 libri per quest’anno scolastico, rispetto ai suoi soliti 600.

In Virginia, il distretto della contea di Roanoke ora richiede che diversi membri dello staff leggano e rivedano ogni libro suggerito per l’acquisto, prima di concedere ai genitori 2 settimane per esaminare i titoli. Nella Carolina del Sud, il sistema scolastico della contea di Horry impone a un comitato speciale, composto da 4 genitori, di approvare tutti gli ordini di libri.

Un’atmosfera surreale, nel 2023, che sta avvolgendo nella paura e nel terrore i bibliotecari, spaventati nello svolgere quel lavoro, angosciati dal dover rimuovere dai loro elenchi dei libri qualsiasi titoli capace di suscitare disapprovazione o controversia, spenti nell’entusiasmo di poter essere il tramite di una fonte di sapere libero.

Molti di loro hanno scelto la professione perché credono che i libri siano “sia specchi che finestre”, dove i lettori possono ritrovarsi o aprire le menti e semplicemente “trovarsi”. Ma oggi quegli specchi vengono rotti e quelle finestre vengono chiuse.

Sono condizioni, quelle dettate da quella che possiamo chiamare la “censura americana”, che stanno mettendo a dura prova anche il lavoro degli insegnanti che, tra il crescente controllo da parte dei genitori e quello della serie di leggi statali e politiche scolastiche che limitano i titoli dei libri consentiti e circoscrivono le lezioni su razza e genere, si ritrovano costretti lavorare in un clima pieno di preoccupazione, ansia e persino paura

Schiacciati sotto il peso della pressione politica e sociale, sono costretti a selezionare accuratamente i libri di testo o - per gli insegnanti di matematica e scienze - i set di dati campione, facendo attenzione a omettere tutto ciò che potrebbe essere considerato controverso o potenzialmente offensivo ed evitando di usare termini che potrebbero risultare contro legge. Una categoria che, per alcuni, ora include la parola “genere” e li sottopone a una maggiore esitazione e indecisione di scelta dei contenuti didattici che presentino personaggi che si identificano come Lgbtq+ , per evitare di “esporre” gli studenti all’idea di matrimonio tra persone dello stesso sesso, di strutture familiari diverse da quelle comunemente definite “standard” e “tradizionali”.

Insegnano, fin da bambini, che la lettura fornisce alla mente le ali per volare e rendersi libera, mentre la scuola offre tutti gli strumenti e le istruzioni per saperle utilizzare nel migliore dei modi: ma in America, oggi, la legge e la società dicono che spiccare il volo non è permesso.

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