L’inquinamento è deprimente?

L’inquinamento atmosferico è sempre più riconosciuto come un importante fattore di rischio ambientale per la salute mentale. Tuttavia le prove epidemiologiche che collegano l’esposizione a lungo termine a bassi livelli di inquinanti atmosferici con episodi di depressione e ansia sono ancora molto limitate.
Ad aggiungere un nuovo tassello è ora una ricerca del Journal of the American Medical Association Psychiatry condotta dai ricercatori dell’University of Oxford, della Peking University e dell’Imperial College London.
“I risultati dello studio suggeriscono che le stime dell’esposizione a lungo termine a più inquinanti atmosferici erano associate a un aumento del rischio di depressione e ansia”, affermano i ricercatori. “La riduzione dell’esposizione congiunta a più inquinanti atmosferici – aggiungono – può alleviare il carico di malattia della depressione e dell’ansia”.
Tra gli inquinanti il particolato fine, l’ossido nitrico e il biossido di azoto. Le sperimentazioni hanno coinvolto per circa 11 anni un campione di 389.000 partecipanti con un’età media di 56,7 anni, il 52,9% donne e il 47,1% uomini, che includeva individui a cui non era mai stata diagnosticata depressione o ansia.
“Considerando che gli standard di qualità dell’aria di molti Paesi non rispettano le linee guida sulla qualità dell’aria dell’Organizzazione mondiale della sanità – concludono i ricercatori –, nella futura elaborazione delle politiche dovrebbero essere implementati standard o regolamenti più severi per il controllo dell’inquinamento atmosferico”.
Se la ricerca sulla salute mentale ha bisogno di ulteriori conferme e non risulta ancora chiaro in che modo l’inquinamento provochi ansia o depressione, è invece molto ricca la bibliografia che riguarda i danni sulla salute fisica.
Nel 2022 il rapporto annuale sulla qualità dell’aria - Air Quality Life Index - della University of Chicago sosteneva che l’inquinamento atmosferico riduce di 2,2 anni l’aspettativa di vita media globale, con un impatto «paragonabile a quello del fumo, più di tre volte quello dell’uso di alcol e dell’acqua non potabile.
«Sarebbe un’emergenza globale se i marziani venissero sulla Terra e spruzzassero una sostanza che fa perdere alla persona media del Pianeta più di 2 anni di aspettativa di vita – ha commentato l’economista Michael Greenstone, tra gli autori del rapporto – È simile alla situazione che si sta verificando in molte parti del mondo, tranne per il fatto che stiamo spruzzando noi la sostanza, non invasori venuti dallo Spazio».
