Culture

Fabiola Gianotti: quando la scienza è nel dna

È direttrice del Cern di Ginevra, ma da bambina sognava di diventare un’étoile alla Scala. Poi, all’università, ha trovato nella fisica la sua vera strada. Ora, un documentario racconta la sua storia
Fabiola Gianotti, direttrice generale del Cern, dopo aver ricevuto il dottorato Honoris Causa, durante la cerimonia Dies Academics all'Università di Ginevra, il 12 ottobre 2018.
Fabiola Gianotti, direttrice generale del Cern, dopo aver ricevuto il dottorato Honoris Causa, durante la cerimonia Dies Academics all'Università di Ginevra, il 12 ottobre 2018. Credit: EPA/SALVATORE DI NOLFI
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3 febbraio 2023 Aggiornato alle 13:00

Il direttore Rai Documentari Fabrizio Zappi ha detto di essere «orgoglioso del progetto, che racconta una personalità affascinante e carismatica. La Rai ha realizzato un lavoro di squadra con molta perizia e passione mettendo insieme diverse professionalità, esattamente ciò che avviene tutti i giorni tra i lavoratori del Cern (Organizzazione europea per la ricerca nucleare a Ginevra, ndr). Credo che il prodotto trasmetta a tutti la volontà di rendere possibile ciò che oggi sembra irrealizzabile. Il genere del documentario è riuscito a mantenere laderenza alla realtà e, nello stesso tempo, a raccontare anche la sfera emotiva».

Con Fabiola Gianotti - Alle origini del nostro futuro - scritto da Chiara Avesani con la collaborazione di Guido Barlozzetti, diretto da Matteo Delbò - conosciamo una donna timida, affascinata dalla natura sin da piccola, consapevole di come certi ambienti siano appannaggio in primis degli uomini (non a caso, ripercorrendo le tappe dell’arrivo al Cern, fa riferimento ai padri fondatori).

Da bambina era già ambiziosa, però verso altre direzioni: sognava di diventare un’étoile del Teatro alla Scala. Eppure la formazione umanistica è stata essenziale, insieme alla lettura della biografia di Marie Curie. Al momento dell’iscrizione universitaria, in cui ha dovuto decidere per chimica o fisica, opta per quest’ultima. Qui avviene l’altro snodo essenziale.

In questo viaggio, costituito da immagini e video d’archivio - privati e pubblici - s’incontrano le persone che la conoscono bene e un maestro come Renzo Piano, che la descrive come «una di quelle persone che si conoscono anche senza conoscerle»… come se fossero sulla stessa lunghezza d’onda: poi le circostanze della vita li hanno portati a incrociare le proprie strade (Piano ha progettato per il Cern Science Gateway un nuovo centro espositivo dedicato alla divulgazione scientifica dove accogliere i giovani).

Renzo Piano e Fabiola Gianotti
Renzo Piano e Fabiola Gianotti

Arriviamo poi in quello che è il “suo” luogo, che vive come una casa; il posto in cui vuole stare, dove si nutre del mistero dell’«amore per il sapere», senza il quale - molto probabilmente - non sarebbe avvenuta una delle scoperte fisiche più importanti negli ultimi 50 anni: il bosone di Higgs, la “particella di Dio”.

«Questo documentario è un omaggio alla ricerca, agli uomini e alle donne che hanno deciso di dedicare la loro vita professionale a capire come funzionano la natura e l’universo. Al Cern lavorano 16.000 scienziati, più di 110 nazionalità, molti provengono da Paesi che sono in guerra e lì lavorano insieme. Mi piace pensare al Cern come un luogo che favorisce la pace e costruisce ponti in un mondo fratturato da grandi conflitti geopolitici. Il mio percorso di vita e di attività scientifica è un po’ il filo conduttore tramite cui sono stati illustrati questi valori e sono molto riconoscente per questo», ha dichiarato Gianotti - con emozione - durante la presentazione stampa.

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