Diritti

Francia: donne e giovani in piazza contro la riforma delle pensioni

La proposta di alzare l’età pensionabile della Prima Ministra Borne colpirebbe soprattutto le lavoratrici, già vittime di salari bassi e attività part-time
Associazioni giovanili francesi mentre protestano contro la riforma delle pensioni a Parigi
Associazioni giovanili francesi mentre protestano contro la riforma delle pensioni a Parigi Credit: EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON
Tempo di lettura 4 min lettura
3 febbraio 2023 Aggiornato alle 09:00

In Francia, le giornate di manifestazione e sciopero contro la riforma delle pensioni - iniziate il 19 gennaio - hanno coinvolto finora oltre 1 milione di persone. Ci sono donne e giovani che protestano contro le disuguaglianze di genere nel sistema pensionistico e contro una riforma che viene accusata di favorire precarietà lavorativa e sovrapproduzione.

Negli ultimi mesi, il presidente Macron ha ribadito più volte che è necessario modificare il sistema di welfare del Paese a partire da un aumento degli anni di lavoro. In Francia l’attuale età pensionabile a 62 anni è tra le più basse in Europa, dove in media gli uomini vanno in pensione a 64 anni e 4 mesi e le donne con un anno di attività in meno. Ma la proposta presentata dalla Prima Ministra Elisabeth Borne di alzare l’età pensionabile equiparandola alla media europea ha scatenato dure critiche, a cominciare dai sindacati.

Tutte e 8 le principali organizzazioni sindacali francesi hanno aderito agli scioperi in corso in questi giorni e Patricia Devron, segretaria del gruppo intersindacale, ha di recente chiesto al Governo di ritirare il progetto di riforma, anche a fronte degli effetti negativi che questa potrebbe avere per i lavoratori portatori di invalidità e handicap.

Ma a preoccupare le manifestanti francesi sono le conseguenze legate alla disuguaglianze di genere che questa riforma potrebbe accentuare. La ricercatrice Christiane Marty, membro del Consiglio scientifico dell’associazione Attac e della Fondazione Copernic, ha messo in luce come le modifiche prospettate siano in linea con la logica che caratterizza il processo di interventi sulle pensioni avviato in Francia dagli ‘90: inasprire le condizioni di accesso alla pensione a tariffa piena e modificare il calcolo della pensione al ribasso.

In particolare, secondo la sua analisi, la minore redistribuzione delle pensioni prevista dalla riforma andrebbe a svantaggio delle lavoratrici, perché più soggette a salari bassi, a periodi di lavoro part-time e all’interruzione dell’attività lavorativa, contribuendo così all’abbassamento del livello pensionistico delle donne rispetto a quello dei loro colleghi uomini.

Il timore di un incremento delle disparità di genere nel sistema pensionistico sembrerebbe in parte confermato dallo stesso studio sulla riforma delle pensioni realizzato dal Governo. Nella relazione si dice infatti che ridurre le disuguaglianze tra le pensioni sarà possibile solo nel lungo periodo, ammettendo che “il divario pensionistico medio tra donne e uomini rimarrà significativo per le generazioni che liquideranno le loro pensioni nel prossimo decennio”.

A subire in buona parte gli effetti della riforma saranno quindi i giovani contribuenti. Lo sostiene anche il sindacato degli studenti francesi (Unef), secondo cui questa misura favorisce la precarietà dei lavoratori, ma anche una logica di sovraconsumo e sovrapproduzione in contrasto con la lotta al riscaldamento globale.

Dei 150.000 studenti scesi in piazza negli ultimi giorni, in molti hanno criticato la mancanza di interventi che agevolino l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, la riduzione dei salari e le misure che riducono il sostegno allo studio, ma non solo. Il Governo francese è accusato di preferire l’incremento della produzione ai diritti sociali, a discapito degli effetti negativi che questo approccio può avere nella lotta al riscaldamento climatico.

Nel frattempo, mentre lo stop dei trasporti pubblici e la chiusura di scuole e raffinerie di petrolio hanno creato disagi in tutto il Paese, il supporto alla mobilitazione in Francia è arrivato anche dalla Cgil e dalla Confederazione Europea dei Sindacati, che ritengono la riforma un pericolo comune per i diritti sociali. Non a caso in Europa, secondo l’Ocse, l’età pensionabile è destinata a crescere sempre di più e l’Italia è tra i Paesi in cui l’aumento degli anni di lavoro dovrebbe essere maggiore.

Leggi anche
Lavoro
di Valeria Pantani 3 min lettura
Lavoro
di Annalisa Sciamanna 4 min lettura