Bambini

La scienza? Te la spiegano i bambini

Per rendere la materia comprensibile a tutti la rivista scientifica Frontiers for Young Minds affida le revisioni dei suoi articoli, anche scritti da premi Nobel, a bambini di età compresa tra gli 8 e i 15 anni
Credit: Profilo Instagram @frontiersyoungminds
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4 febbraio 2023 Aggiornato alle 11:00

Gli editori della rivista scientifica online Frontiers for Young Minds, si sono lanciati in un’impresa audace: far capire la scienza a tutti, anche ai bambini.

Come ha ammesso Jon Lorsch, direttore del National Institute of General Medical Sciences, «gli scienziati tendono a usare il loro gergo e non pensano se si tratta di parole che il pubblico conosce. A volte però per spiegare effettivamente qualcosa è necessaria una frase piuttosto che un’unica parola complessa».

Partendo da questa consapevolezza è nato Frontiers for Young Minds, che nei suoi nove anni di attività ha attirato quasi 30 milioni di visite online e ha sulla homepage un messaggio molto chiaro: la scienza per i bambini, curata dai bambini.

L’idea è nata da una battuta di Robert T. Knight, professore di psicologia e neuroscienze all’Università della California a Berkeley. Poco prima dell’inizio del meeting della Society for Neuroscience del 2007 a San Diego, una decina di membri si trovarono coinvolti in un dibattito sul processo di revisione degli articoli scientifici, sul modo in cui venivano esaminati e sulla selezione dei paper da pubblicare e divulgare. «Forse dovremmo mettere i bambini al comando», ha suggerito Knight, pensando che i più piccoli potessero semplificare il lavoro.

Gli altri scienziati smisero di discutere e decisero di trovare un modo per mettere pratica quest’idea.

Qualche anno dopo, Knight trovò un’opportunità per coinvolgere i giovani nel processo scientifico. Fu infatti reclutato dall’editore scientifico di Frontiers per curare una delle 185 riviste online gratuite, Frontiers in Human Neuroscience, e accettò a una condizione: la casa editrice doveva lanciare una nuova pubblicazione scientifica per bambini e adolescenti, nella quale fossero proprio loro a occuparsi delle revisioni. E così avvenne.

I giovani recensori che si occupano di revisionare i pezzi della rivista vengono reclutati attraverso una rete di esperti, di solito ricercatori o dottorandi in materie scientifiche. A volte partecipano alle revisioni anche intere classi di studenti. a oggi il progetto conta 850 recensori sparsi in tutto il mondo, necessari per garantire una diffusione capillare del progetto. Non servono requisiti specifici per diventare revisori ma semplicemente avere passione per le scienze. Finora, la rivista stima che circa 5.500 bambini e adolescenti di 64 Paesi abbiano recensito gli articoli pubblicati.

La rivista viene pubblicata in inglese, arabo ed ebraico e quest’anno dovrebbe introdurre le edizioni in francese e cinese mandarino.

Oltre il 70% dei lettori di Frontiers for Young Minds ha meno di 18 anni; la maggior parte proviene dagli Stati Uniti (4,7 milioni), dall’Europa (oltre 2 milioni), dall’India (1 milione) e da altre parti dell’Asia (1,3 milioni). Altri 1,4 milioni di lettori vivono in Canada, Australia, Africa e Medio Oriente.

Anche il Washington Post si è occupato del progetto innovativo e ha raccolto alcune testimonianze dei recensori, come quella di Hillel, oggi dodicenne, che si è appassionata alla scienza partecipando alle Olimpiadi nazionali di matematica in Israele a soli 10 anni. «All’inizio pensavo fosse una cosa da nerd, ma poi ho capito che non dovevo sentirmi in imbarazzo per questo. Ho visto uno spazio per esprimermi».

Hillel ha recensito cinque articoli e nel maggio 2022 ha dedicato una recensione sulle connessioni tra il cervello e il resto del corpo alla memoria del suo cane. Quando si mette al lavoro cerca le sezioni che difficilmente saranno comprese dagli altri studenti. «Devo sedermi in una stanza e concentrarmi. - ha detto - A volte ci vogliono due o tre giorni».

C’è poi la storia di Younis, un adolescente degli Emirati Arabi Uniti che a 15 anni aveva già revisionato due articoli. Dopo aver letto titolo e abstract. «per un periodo che va dai due ai cinque giorni, facevo ricerche per comprendere a fondo l’argomento», ha spiegato, specificando poi di rileggere l’intero documento tre volte, annotando le sezioni che potevano essere migliorate. Ora che ha 16 anni ed è troppo grande per continuare a recensire articoli per Frontiers for Young Minds, Younis è felice di aver partecipato e spera un giorno di diventare uno scienziato.

Finora, 10 vincitori del Premio Nobel hanno pubblicato documenti su Frontiers for Young Minds e altri 10 documenti sono in fase di revisione.

I vincitori del Nobel vengono intervistati dalla scrittrice scientifica Noa Segev, figlia di Idan Segev, noto neuroscienziato che fa parte della rivista. La giornalista elabora poi i documenti e si consulta con chi li ha realizzati prima di sottoporre il lavoro ai giovani revisori, che si attengono allo stesso principio per tutti gli articoli: la scienza deve essere spiegata in modo semplice e comprensibile.

May-Britt Moser, norvegese che ha vinto il Premio Nobel 2014 per la fisiologia o la medicina per le sue scoperte sul sistema cerebrale di mappatura dell’ambiente circostante, ha scritto un articolo su Frontiers for Young Minds e sostiene la missione della rivista.«Quello che diciamo nel nostro laboratorio è: se non riesci a comunicare le tue scoperte ai bambini, allora non le hai capite neanche tu».

Il biologo israeliano Aaron Ciechanover, premio Nobel per la chimica nel 2004, ha scritto un articolo per la rivista che spiega il funzionamento del sistema di demolizione delle proteine danneggiate o non più necessarie, e ammettendo di essersi divertito a tenere conferenze davanti a bambini piccoli, si è detto convinto che gli scienziati non debbano sminuire la loro intelligenza e capacità di comprensione.

Idan Segev ha detto infine di ritenere che lo stesso principio dovrebbe essere applicato alla comunicazione scientifica a tutti i livelli. Nessun argomento dovrebbe essere considerato troppo complesso per i giovani scienziati. «Tutto può essere spiegato, ne sono certo».

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