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Studenti più sereni senza voti sotto il 4?

Fa discutere la proposta avanzata dall’assessore provinciale in lingua tedesca dell’Alto Adige, Philipp Achammer. Secondo il quale, votazioni troppo basse demotiverebbero gli studenti più fragili
Credit: National Cancer Institute/ Unsplash
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
1 febbraio 2023 Aggiornato alle 13:10

Vedersi riconsegnare il tema di italiano o il compito in classe di matematica con un bel 2 scritto in rosso potrebbe non essere particolarmente utile ai fini didattici.

È l’idea che ha spinto l’assessore provinciale in lingua tedesca dell’Alto Adige, Philipp Achammer, a proporre l’abolizione dei voti al di sotto del 4, considerato già di per sé gravemente insufficiente. Secondo l’assessore, i temuti 2 e 3 non avrebbero alcun valore pedagogico aggiunto e finirebbero solo per demotivare ulteriormente gli studenti più fragili.

Si tratta di un dibattito che torna periodicamente alla ribalta, così come l’eterno dilemma “voti o giudizi?” o “prove invalsi sì o no?”.

Vero è che, in base all’ultimo rapporto Ocse, risalente al 2015, gli studenti italiani sono tra i più stressati in Europa: il 70% dei nostri ragazzi prova preoccupazione tra i banchi di scuola. Non necessariamente però questo dipenderebbe dall’impiego di voti molto bassi.

Sempre prendendo a riferimento i dati Ocse la Germania e la Svizzera, che vanterebbero classi molto più serene delle nostre, hanno sistemi di valutazione numerici, e tendenzialmente più selettivi rispetto a quello italiano: in Germania bastano 2 insufficienze per ripetere l’anno, mentre in Svizzera in seconda media i percorsi didattici degli studenti si dividono in base ai loro voti in tedesco a matematica.

I “votacci”, ovvero le insufficienze gravi come il 2 e il 3, non precludono un recupero, ma sicuramente lo rendono estremamente più difficile. Eliminarle, limitandosi ad assegnare solo 4 e 5 potrebbe essere un primo passo verso una scuola meno competitiva e più inclusiva.

A ben vedere sarebbe forse necessaria una ristrutturazione anche dei corsi di recupero, per accompagnare nel modo più efficace possibile gli studenti nel recupero delle lacune. In base a una ricerca condotta nel 2022 da Scuola.net e Ripetizioni.it, il 50% degli studenti preferisce rinunciare alle attività pomeridiane predisposte dalla scuola e ricorrere a lezioni private.

Il dibattito è infiammato in questi giorni, tanto che la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti è intervenuta per esprimere il suo dissenso rispetto alla posizione dell’altoatesino. «Io credo che i voti negativi non debbano mai spaventare o demoralizzare gli studenti. I docenti sono in grado di valutare anche le medie e le possibilità di recupero. Ricordo nel mio liceo tanti 2 nelle versioni ma nessuno per questo faceva drammi. Il valore educativo non si determina togliendo i voti negativi ma sapendo indirizzare lo studente verso i percorsi a lui più consoni».

Le fa eco anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara: «Attenzione a non far crescere nell’ovatta i nostri ragazzi. Se non li abituiamo ad affrontare le frustrazioni, che nella vita saranno tante, facciamo il loro male».

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