Culture

Quel quadro è dritto?

Anche se può sembrare incredibile, alcuni tra i quadri più famosi al mondo sono stati appesi per lungo tempo al contrario nei musei, senza che nessuno se ne accorgesse
Piet Mondrian, New York City 1 (1941), the "correct" way up on the right
Piet Mondrian, New York City 1 (1941), the "correct" way up on the right Credit: Walter Klein © Mondrian/Holtzman Trust

Una delle caratteristiche più potenti dell’arte è la sua capacità di ribaltare segni, valori, persino mondi. Ma cosa succede quando sono i quadri a essere messi a testa in giù?

Nei musei accadono molte cose fuori dall’ordinario. Oggetti comuni che diventano opere d’arte – come nel caso del 17enne che ha appoggiato i propri occhiali sul pavimento del MoMa di San Francisco per ritrovarli circondati da visitatori intenti a fotografarli – azioni di protesta a base di colle, vernici e persino fenomeno inquietanti in stile Una notte al museo.

Qualche volta, però, le stranezze sono meno evidenti e sono visibili solo a occhi esperti e allenati.

Come sarebbe stato possibile, altrimenti, che alcuni famosissimi dipinti siano stati appesi – a volte per anni – letteralmente al contrario?

A raccontare queste vicende bizzarre è stato The art newspaper, che ha voluto ricordare che molte volte, quando si tratta di appendere un quadro, i musei non sempre fanno le cose per bene la prima (e a volte nemmeno la seconda) volta.

Piet Mondrian, New York City 1 (1941)

Collezione d’Arte Renania Settentrionale-Vestfalia, Düsseldorf

L’anno scorso, mentre stavano per aprire la mostra Mondrian: Evolution, i curatori della Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Düsseldorf hanno fatto una scoperta rivelatoria. Una fotografia del quadro New York City, scattata 3 anni dopo la sua realizzazione, mostrava la tela appoggiata nello studio dell’artista con le doppie linee blu in alto. Cosa significava questo? Che per decenni era stata appesa nel modo sbagliato.

Ma non finisce qui: chiunque visiterà la mostra, in calendario fino al 12 febbraio, potrà continuare a vedere l’opera capovolta: la fragilità delle strisce adesive colorate, infatti, rende troppo rischioso capovolgerla e, del resto, per almeno 75 anni nessuno si era accorto dell’errore.

Paul Gauguin, Villaggio bretone sotto la neve (1894)

Museo d’Orsay, Parigi

Il quadro che oggi fa bella mostra di sé dalle pareti del Musée d’Orsay di Parigi è stato addirittura venduto sottosopra, come se raffigurasse totalmente un altro soggetto.

A rivelarlo è stato Victor Segalen, un amico di Gauguin presente a un’asta a Tahiti nel 1903, in cui il banditore presentò il dipinto capovolto, chiamandolo Cascate del Niagara. A comprarlo fu proprio Segalen – per l’equivalente di pochi centesimi – che, rigirandolo, mostrò come raffigurasse dei teneri cottage inglesi e non scrosci d’acqua.

Mark Rothko, Nero su marrone (1958)

Tate, Londra

Queste tele di Mark Rothko sembrano non trovare pace. Nel 1970, quando furono acquisite dalla Tate, furono appese orizzontalmente, seguendo la direzione in cui l’artista le aveva firmate sul retro. Nove anni dopo, a seguito di una riesposizione, i curatori hanno cambiato idea, appendendo verticalmente entrambe le versioni di Black on Maroon .

Ma nemmeno questa è stata la versione definitiva: nel 1987 i dipinti hanno ritrovato la loro posizione orizzontale, che però, no, non è stata l’ultima. I due Rothko al momento non sono in esposizione ma in vendita: il sito della Tate li mostra ancora in versione verticale. Sarà quella definitiva?

Salvador Dalí, Le mogli dei quattro pescatori di Cadaqués (1928)

Museo Centro Nazionale d’Arte Reina Sofia, Madrid

A notare che le quattro mogli di Cadaqués dei pescatori di Dalí erano appese a testa in giù in una mostra del 1994 alla Hayward Gallery di Londra è stato proprio The art newspaper che ha scritto: “È stato il fallo ad allertarci: difficilmente Dalí l’avrebbe fatto puntare verso il basso. I critici d’arte londinesi non se ne erano accorti. Tim Hilton dell’Independent ha innocentemente descritto il dipinto surrealista capovolto come il momento clou della mostra”.

Antoni Pitxot, uno dei più cari amici di Dalí, ha confermato alla rivista che l’artista gli aveva detto che le tre forme rosse simili a granchi con le mani alzate rappresentano donne che rammendano le reti del marito.

Oltre al posizionamento, quindi, rimane un altro mistero: perché il titolo dice quattro?

Vincent Van Gogh, Long Grass e Butterflies (1890)

National Gallery Londra

Se sono stati gli esperti di un quotidiano dedicato all’arte a scoprire il ribaltamento del quadro di Dalì, a cogliere in fallo la National Gallery su Van Gogh fu una ragazzina di 15 anni in visita al museo.

Nel 1965 notò che Long Grass e Butterflies sembrava capovolto. Oltre all’accuratezza e all’attenzione ai dettagli, di questa segnalazione colpisce il tempismo: il quadro, infatti, temporaneamente portato via per essere fotografato e, al suo ritorno, appeso al contrario, era rimasto capovolto solo per 15 minuti.

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