Ambiente

IBM: «La trasformazione digitale è necessaria per una crescita sostenibile»


Stefania Asti e Luca Lo Presti dell’International Business Machines Corporation illustrano a La Svolta le nuove strategie aziendali per raggiungere la sostenibilità
Credit: Shota James/ Unsplash
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31 gennaio 2023 Aggiornato alle 17:00

La transizione ecologica sta diventando un aspetto sempre più importante all’interno delle strategie aziendali, come testimonia lo studio, condotto da IBM - International Business Machines Corporation - nel maggio del 2022, per il quale il 48% dei Ceo considera la sostenibilità una delle massime priorità.

Per accelerare questa trasformazione del tessuto imprenditoriale, Stefania Asti (IBM Sustainability Software Sales Leader Italia) e Luca Lo Presti (Executive Partner Energy & Utilities IBM) hanno elaborato una nuova analisi intitolata Trasformazione digitale: la chiave per la transizione, che verrà pubblicata prossimamente su Think Magazine.

Nel documento viene sottolineato che “le soluzioni digitali che sfruttano AI, IoT e blockchain possono supportare in modo significativo la transizione energetica, garantendo da un lato infrastrutture e reti più resilienti rispetto a rischi meteorologici e anche legati alla cybersecurity”. Inoltre il programma di sostenibilità adottato dalla società le permetterà di risparmiare “quasi 1700 MWh nel corso dei prossimi 12 mesi, evitando di immettere nell’ambiente quasi 600 tonnellate di CO2, l’equivalente assorbito da 4.000 alberi adulti”.

Secondo il vostro studio la maggioranza dei Ceo di tutto il mondo ha fra le massime priorità la sostenibilità, ma solo il 32% è passato alla fase operativa. A cosa è dovuto questo gap? E quali azioni possono ridurlo?

Il gap è dovuto principalmente al fatto che le iniziative relative alla sostenibilità hanno un ROI - l’indice di redditività che misura la capacità dell’impresa di impiegare efficientemente le risorse a disposizione - difficile da quantificare e misurare specialmente per quanto riguarda tre fattori essenziali: l’impatto sulla reputazione aziendale, la capacità di attrarre talenti e l’effetto sul brand. Le azioni che riducono questo gap vanno pertanto concentrate nell’identificare le corrette metriche utili a quantificare il ROI delle iniziative di sostenibilità relativamente ai tre fattori sopra indicati, a esempio attraverso conduzione di survey, misurazione del livello in engagement delle risorse e analisi di iniziative di loyalty.

L’Italia da questo punto di vista rispetto ad altre nazioni ha il vantaggio di poter usufruire dei fondi del Pnrr che stanno sbloccando molteplici iniziative nell’ambito della sostenibilità.

Per voi il fattore abilitante nella transizione eco-sostenibile è la trasformazione digitale. In che cosa consiste esattamente?

La trasformazione digitale di un qualsiasi processo implica la cosiddetta dematerializzazione quindi la possibilità di eseguire step di un processo evitando un azione fisica destinata a produrre necessariamente un footprint di CO2. Questo concetto si espande attraverso l’utilizzo delle tecnologie esponenziali come l’Internet of Things, l’intelligenza artificiale, la blockchain e il cloud che introducono la possibilità di automatizzare, accelerare e remotizzare i processi, portando enormi benefici dal punto di vista della riduzione di emissioni di CO2 e quindi in ottica di eco-sostenibilità.

Quali tempistiche prevedete per la trasformazione digitale in Italia e quali vantaggi sul lungo termine per il Paese?

La trasformazione digitale non è il fine, ma il percorso necessario per assicurare una crescita sostenibile. Il momento è adesso, velocizzando l’attivazione di tecnologie e competenze per perseguirlo. I vantaggi nel medio-lungo termine sono pertanto legati alla semplificazione ed efficientamento dei processi, per la pubblica amministrazione, per le imprese e per i servizi al cittadino, con benefici dal punto di vista della sostenibilità.

Con quali realtà economiche, sociali e industriali italiane avete iniziato già a collaborare?

Il nostro approccio è per una collaborazione multi stakeholder perché solo così si può aspirare a un concetto di sostenibilità a livello di sistema. Diversi casi di progetti con clienti ed ecosistema, ma anche con associazioni di categoria, terzo settore, istituzioni. A titolo esemplificativo, potremmo citare il progetto della Fondazione IBM con Ambrosetti in cui promuoviamo l’inserimento della sostenibilità come parametro per misurare l’impatto della trasformazione digitale.

L’economia italiana è composta in gran parte da piccole-medie imprese che spesso presentano un tasso di innovazione, investimento in ricerca e trasformazione minore rispetto alle grandi aziende. Come si potrebbe colmare questa differenza per accelerare la transizione?

La sostenibilità può essere portata avanti spesso grazie ad accordi locali tra aziende dello stesso settore che collaborano in simbiosi, sfruttando i vantaggi per esempio di una catena di approvvigionamento più corta che ha meno emissioni di CO2. Il consumatore finale sarà inoltre in futuro sempre piu motivato a utilizzare fornitori locali che garantiscono prodotti sostenibili. La transizione potrà quindi essere portata avanti grazie a collaborazioni locali tra le piccole e medie aziende esaltando le logiche di sharing e circular economy.

Secondo il vostro report ci sono 5 imperativi per costruire percorsi sostenibili (strategia e roadmap di sostenibilità, dati di reporting e gestione dei rischi in ambito ESG, gestione intelligente degli asset, responsible computing e green IT, supply chain sostenibili). Che vantaggi concreti possono portare alle aziende che li adottano?

La strategia e roadmap di sostenibilità offre il vantaggio di disegnare un percorso specifico per ciascuna azienda in base alle specifiche caratteristiche e obiettivi fissati. La definizione della roadmap è cruciale per il raggiungimento degli obiettivi fissati in relazione al net zero. I dati di reporting e gestione dei rischi Esg, oltre che un vantaggio, rappresenteranno sempre di più un obbligo normativo secondo le direttive europee e gli standard a cui tutte le aziende devono adeguarsi.

La gestione intelligente degli asset (ad esempio un edificio) ha il vantaggio di assicurare in prima battuta l’efficientamento energetico fondamentale per mitigare gli effetti della crisi energetica in corso, portando fino a un 30% di risparmio grazie alla possibilità di modulare i consumi in base all’effettiva necessità di utilizzo dell’asset stesso.

Responsibile computing e Green IT consentono di monitorare i consumi energetici e di CO2 delle applicazioni e delle infrastrutture IT andando a definire una roadmap di interventi utili a centrare gli obiettivi di sostenibilità definiti.

La supply chain sostenibile è caratterizzata da due elementi fondamentali, la trasparenza e la tracciabilità.

Secondo voi quali ostacoli logistici e burocratici potrebbero rallentare la transizione? Cosa dovrebbe fare il governo per evitare questi problemi e accelerare il tutto?

Sicuramente una maggiore semplificazione delle procedure può supportare la trasformazione, ma sarà fondamentale sviluppare forme trasparenti e più agili di collaborazione pubblico-privato per favorire un’attivazione del potenziale delle nuove tecnologie a supporto dell’innovazione del Paese.

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