Economia

Quanto costa la settimana bianca?

Secondo Federconsumatori, ad aumentare sono soprattutto i prezzi di ski pass (+15%) e noleggio attrezzatura (+13%). Nonostante i rincari, però, si prospetta una stagione di ripresa
Credit: Daniel Frank
Tempo di lettura 4 min lettura
30 gennaio 2023 Aggiornato alle 07:00

Sembra finalmente essere arrivato l’inverno e, con esso, anche la tanto attesa neve, soprattutto sugli Appennini. Se, infatti, sulle Alpi la situazione non era poi così critica, sugli Appennini tra Natale e Capodanno l’assenza di neve è stata molto più preoccupante.

Tante sono state le disdette in quel periodo. Tra il mese di dicembre e almeno metà del mese di gennaio, si stima che la perdita subìta dalle stazioni sciistiche appenniniche sia stata circa del 30% del fatturato. Il clima mite non ha portato neve e le stazioni sciistiche sono state spesso costrette a utilizzare la neve artificiale, una pratica sconveniente sia dal punto di vista economico che dal punto di vista ecologico.

L’utilizzo dei cannoni sparaneve, infatti, richiede un grandissimo consumo di energia e di acqua, senza contare i danni che essi creano al terreno. Senza contare che il loro rumore costante va a danneggiare la fauna del luogo.

Con l’arrivo della neve naturale, dunque, riprendono le settimane bianche, ma i rincari hanno colpito anche il settore sciistico. Come osservato da Federconsumatori, per una famiglia composta da 4 persone si spenderanno mediamente 6.381 euro, con un aumento pari all’11% rispetto alla stagione 2021-2022, già colpita a sua volta dagli aumenti.

Andando nel dettaglio, si è osservato che il rincaro più pesante è quello dello ski pass: +15%. Infatti, se l’anno scorso si spendevano mediamente 264,04 euro a persona, ora siamo arrivati a 303,72 euro.

Non solo ski pass, però: un incremento del 13% si registra anche nel noleggio delle attrezzature da sci, come caschi, scarponi e racchette. Mentre l’anno scorso il prezzo medio a persona era di 240,94 euro a settimana, quest’anno si è arrivati a 272,90 euro. Gli incrementi di prezzo non sono finiti qui: il 10% in più per l’albergo, per il quale si pagano ora 584,11 euro a testa, e l’11% per il ristorante, con 434,77 euro a persona.

Tentando un calcolo, una famiglia di 4 persone (2 adulti e 2 bambini o ragazzi) spenderà 6.381,98 euro in totale, contro i 5.724,05 euro della scorsa stagione. Ovviamente, a queste spese bisognerà aggiungere anche il costo della benzina, ancora in crescita, e dei pedaggi autostradali, anch’essi colpiti da aumenti. Una vacanza che diventa un vero e proprio lusso.

Le regioni più costose sono quelle del Nord Italia, in particolare il Veneto e il Trentino-Alto Adige. Se si vuole leggermente risparmiare sarà necessario scendere verso l’Abruzzo o comunque nelle regioni centrali, dove i prezzi sono poco più bassi soprattutto per gli alloggi. Anche se quest’anno i rincari hanno colpito tutta Italia.

Come mai questo aumento dei prezzi? Tra periodo post Covid, inflazione e caro bollette che influisce sui costi degli impianti, i gestori si sono inevitabilmente dovuti adeguare con i prezzi in aumento in tutta la Penisola. Nonostante ciò, gli italiani non vogliono rinunciare allo sci e si attrezzano per trovare delle soluzioni più economiche.

C’è chi riduce il soggiorno settimanale da 7 a 3 o 4 giorni, o chi, invece, prenota in ostelli o b&b cercando di risparmiare.

Tanti, inoltre, gli sciatori stranieri soprattutto nelle regioni del Nord Italia, provenienti dalla Germania, dall’Ungheria e dalla vicina Svizzera. Le piste sembrano, quindi, essere al sicuro fino almeno a metà marzo e anche gli alberghi sono quasi al completo. Si prospetta una stagione piena nonostante i prezzi in salita e torna l’ottimismo.

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